Il testo dell’intervento letto dal compagno Ruggero Conti
Ringrazio il Presidente del Consiglio Regionale per aver organizzato quest’appuntamento, saluto tutti i partecipati e in particolare le ragazze e i ragazzi in rappresentanza dei quattro istituti.
Sarebbe stato utile che il Tavolo della Memoria, avesse avviato una riflessione collettiva anche al fine di individuare iniziative e momenti di partecipazione più ampia.
Nonostante la pandemia sanitaria, si potevano prevedere incontri anche da remoto perché il tema non può, secondo noi, esaurirsi nella sola giornata prevista dalla legge.
Occorre calendarizzare appuntamenti per preparare un percorso capace di segnare le coscienze e dare un senso alla giornata della memoria.
La legge 211 del 2000 richiama nel suo titolo tutta la gravità di quanto accaduto: “Istituzione del “Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”.
Visto il tempo limitato, affronterò solo alcuni aspetti:
L’art. 1 cita la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali. La formulazione poteva essere più completa, manca il riferimento al regime fascista di Benito Mussolini: la persecuzione dei cittadini ebrei da parte del regime fascista italiano. Chi sono italiani che hanno subìto la deportazione? Militari, antifascisti, oppositori al regime fascista, ma potremmo aggiungere testimoni di Geova, omosessuali, lesbiche, rom, sinti …
La prigionia, che cosa è stata? E’ importante capire anche come ci si è arrivati, iniziando dalle operazioni di rastrellamento programmate dai fascisti italiani, d’imprigionamento e di consegna all’alleato nazista di donne bambini e uomini. Non secondario è stato il movente economico: queste persone erano private di tutti i loro beni che poi erano ripartiti fra i maggiorenti del partito fascista.
E’ bene ricordare anche coloro che, in ruoli e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
L’art. 2 invita a far si che le scuole siano protagoniste, realizzino iniziative, momenti per approfondire le ragioni del giorno della memoria.
Una domanda semplice: è realmente applicata questa legge?
Forse si dava per scontato che nelle scuole si studiasse l’avvento delle leggi sulla razza, si le leggi razziste, annunciate da Mussolini il 18 settembre del 1938. Questo ha creato le condizioni affinché la comunità ebraica potesse essere considerata una comunità da emarginare, da eliminare dalla vita civile, da far sparire dentro carri merci per essere sterminata nei forni crematori.
Le leggi razziali fasciste furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari) applicati in Italia fra il 1938 e il 1945, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana. Se non si contestualizza, si fa fatica a capire di che cosa parliamo.
Con l’accordo tra Hitler e Mussolini del luglio 1944 tutti i militari internati, compresi gli ufficiali, vennero trasformati in lavoratori civili; i militari che si rifiutarono di combattere con la repubblica sociale diventarono di fatto schiavi e dovettero lavorare nelle fabbriche tedesche, ne morirono più di centomila sui seicentomila che dissero no al regime fascista.
Ecco, di questo la legge non ne parla ma noi siamo chiamati a capire nel profondo per impedire che ciò possa accadere di nuovo.
E’ chiaro e va continuamente ricordato il sacrificio del popolo Ebraico con i suoi milioni di morti che devono pesare sulle coscienze di tutti; e non dobbiamo dimenticarci il sacrificio dei militari italiani ridotti ai lavori forzati; come non vano dimenticati i tanti oppositori al regime fascista e sempre va ricordato chi ha voluto tutto questo, chi sono stati i responsabili di questa tragedia.
Due ragazze di quindici anni, in un parco di Campiglia Marittima (Livorno), avrebbero insultato, preso a calci, colpito con spunti un ragazzino di dodici anni ebreo …. Non vi parlo di un fatto accaduto 70/80 anni fa, secondo quanto riportato sulla pagina Face – book del Comune di Campiglia è accaduto l’altra domenica pomeriggio, qui in Italia, oggi! Famiglia, scuola, società possiamo veramente sentirci con la coscienza a posto?
Potrei fare un lungo elenco di atti intimidatori, di violenza, di emarginazione, di sopraffazione.
Questo ci avverte che la nostra democrazia è fragile.
Quando diciamo che quanto è accaduto in Europa non accadrà più, lo crediamo veramente o ci nascondiamo dietro la falsa illusione che salvando noi stessi abbiamo salvato il mondo?
Vediamo donne e uomini che lanciano biglietti per chiedere aiuto, o semplicemente chiedono di informare i loro parenti sulle loro condizioni, che si trovano in questo o quel campo di raccolta profughi. Questo non ci richiama alla memoria l’immagine dei biglietti lasciati cadere dai deportati nei vagoni blindati?!
Perché queste immagini non suscitano in noi la giusta indignazione? Qualcuno ha parlato di “razza marchigiana … “ non scherziamo, c’è al mondo una sola razza: quella umana.
Quando parliamo di fili spinati, della costruzione di muri a difesa dei confini, di porti chiusi, quando siamo indifferenti alle persone che chiedono la carità per sopravvivere, quando pensiamo di poter fare le graduatorie per l’assegnazione delle case di edilizia popolare escludendo o sfavorendo le persone che non hanno “sangue marchigiano” forse dovremmo riflettere ancora e ancora e ancora sulle ragioni della giornata del 27 gennaio.
Se c’è una parte del mondo che può vaccinarsi contro un virus e una parte enorme cui è impossibile per ragioni di profitto, pensiamo veramente che l’odio sia finito? Crediamo davvero che questa Europa abbia sviluppato gli anticorpi per combattere il virus del razzismo, dell’intolleranza, dell’indifferenza verso grandi e bambini che affogano in mare, oscenità che inevitabilmente portano alla guerra.
Ecco il ricordo di che cosa è stato, le ragioni, le cause, gli attori di questa disgrazia.
Sta nelle nostre mani e nella nostra capacità di ragionare, vincere questa scommessa, tenere fede a questo impegno “mai più”!