Archivio per Aprile 2020

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Addio al Partigiano Lelio Uncini, il ricordo di un grande uomo nelle parole di Fabio Rosa

29 Aprile 2020

Si è spento serenamente, all’età di 98 anni ben vissuti, il Partigiano Lelio Uncini, un ragazzo del ’22 che nel gennaio del ’44 seppe scegliere da quale parte combattere, unendosi alla Resistenza che operava nella provincia reatina.

La liberazione della Città di Rieti

La liberazione della Città di Rieti


La storia post-armistizio del reatino annovera numerosi episodi di efferatezze compiute dalle truppe tedesche e dai fascisti del luogo, contrastati epicamente dai partigiani della Brigata Gramsci e della Banda D’Ercole Stalin, fino all’epilogo del 16 giugno 1944, quando a Rieti entrarono le truppe inglesi.
Lelio Uncini

Lelio Uncini


Lelio viveva a Monsampolo del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, ove aveva diretto per oltre vent’anni, fino al 1986, l’Istituto Superiore per l’Orticoltura di Monsampolo del Tronto. Lelio era diventato famoso in tutto il mondo per le sue ricerche di miglioramento genetico di numerose specie orticole ed era stato insignito di vari riconoscimenti. Sempre attivo e presente alla realtà del territorio, era Presidente onorario della ricostituita sezione ANPI di San Benedetto del Tronto dal 2012.
Ci lascia un altro “ragazzo del ’22”, uno di quelli che ha lottato contro il fascismo per restituire la dignità e la libertà al popolo italiano. Onoriamo la sua memoria. Grazie compagno Lelio!
L’ANPI provinciale di Ascoli Piceno esprime la più sentita vicinanza alla Famiglia e si unisce in un abbraccio di affettuoso saluto.

Pubblichiamo le parole di Fabio Rosa, del Direttivo provinciale ANPI di Ascoli Piceno, in ricordo del Partigiano Lelio.

Il prof. è stato non solo un partigiano ” vero” ma colonna portante del nostro comitato provinciale per lungo periodo almeno fino al 2010. Per molto tempo ha ricoperto il ruolo di consigliere provinciale e regionale, rifiutando la proposta di divenire presidente regionale, quando ancora questo incarico aveva una sua valenza e prestigio. Ma conoscendolo non poteva essere diversamente: a lui non interessavano le cariche ma il lavoro di squadra, non amava la ribalta, era schivo, preferiva non apparire. I suoi interventi erano però sempre mirati e risolutivi ed arrivavano puntuali solo se e quando gli chiedevamo un consiglio. Di solito su problemi spinosi o delicati da risolvere, (vi posso assicurare che nel corso degli anni abbiamo avuto tante controversie e questioni difficili, a volte anche a livello nazionale ed una volta internazionale con giornalisti tedeschi….). Lui ci accoglieva nella sua bella villa sulla colline di Monsampolo e ci ascoltava. Non amava uscire dal suo bel rifugio, meta non solo nostra ma anche di politici che da lui spesso si recavano a chiedere “lumi”. In quella casa abbiamo organizzato riunioni del comitato provinciale, quando avevamo necessità della sua lungimiranza, in quella casa ho partecipato a riunioni con Alberto Perozzi, Giannino Oddi, Giorgio De Sabbata e, ovviamente con Tito Alessandrini. Per me era un onore anche perche’ il prof. Uncini trattava tutti al suo pari: gli interessavano le persone propositive con idee che guardassero avanti, non certo la loro storia o il loro prestigio. Dalla eterogeneità di noi presenti nascevano progetti di ampia visione da realizzare, ma era sempre lui a darci le giuste certezze.
Il prof. Lelio Uncini non aveva la spocchia dell’ intellettuale di sinistra che sa tutto di tutto o peggio che pensa di avere il dono della verità o che ti guarda dall’ alto in basso. Egli aveva la semplicità e l’ umiltà dei grandi personaggi… perché lo era. Vi posso assicurare che le mie non sono frasi di circostanza. Era uomo di vasta cultura, che noi abbiamo avuto l’ onore di annoverare nella nostra Anpi territoriale. Uno scienziato nel suo settore, ma faceva e avrebbe potuto fare la differenza in qualsiasi ambito si fosse dedicato.image
Aveva eloquio gentile, mai sopra le righe, garbato ma senza fronzoli, diretto, sviscerava le questioni con una capacità di analisi unica. Ci rendeva semplice qualsiasi problema, offrendo le varie opzioni con i suoi pro e i suoi contro. A quel punto era il Comitato Provinciale (a quei tempi si chiamava cosi) nella sua interezza a decidere: in quelle occasioni nessuno si permetteva di prevaricare nessuno e tutto noi consiglieri eravamo con pari dignità, dallo scienziato Lelio Uncini, allo storico, al partigiano reduce, al figlio del partigiano ucciso fino al sottoscritto, a quei tempi semplice studente e ragazzo, figlio di partigiano.
Se ho avuto modo di fare queste esperienze, se ho potuto conoscere, confrontarmi e soprattutto imparare da personaggi come il prof. Uncini, se oggi sono la persona che sono con il mio bagaglio culturale, con le mie convinzioni e con la mia cspacita critica lo devo all’ Anpi e a chi in me ha creduto, permettendomi di divenire il primo non partigiano membro nei vari direttivi comunale, provinciale, regionale, permettendomi di divenire consigliere nazionale. Non credo che un sindacato, un partito, una associazione politica o religiosa mi avrebbe potuto permettere tanto. Grazie Anpi e grazie anche a te caro prof. Uncini.
Con la tua scomparsa il nostro Anpi perde un altra sua profonda radice e accelera la sua ineluttabile trasformazione da associazione di reduci ad associazione della e per la memoria. Ma come tu sai l’ Anpi era e rimane un ente morale: spetta a chi ora ha l’ onere, ma anche e soprattutto l’ onore di presiederla onorarti con le dovute iniziative quando le circostanze lo permetteranno: sei stato un partigiano “vero”, e uomo sempre libero. Ciao prof.
Fabio Rosa

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25 Aprile, la risposta di Pietro Perini alla provocazione fascista del responsabile provinciale della Lega

26 Aprile 2020

Questa la risposta del Presidente provinciale dell’ANPI, Pietro Perini, all’infelice post del segretario provinciale della Lega, Andrea Maria Antonini, ripreso anche da Repubblica, nella rubrica quotidiana “Pietre” , pubblicata oggi, del giornalista Paolo Berizzi.

Consiglio del figlio di un Partigiano: buongiorno Signor Antonini, oggi è il 26 Aprile. Ha fatto il bucato? Lo ha fatto riposare? Oggi lo può stendere di nuovo!! Comunque non Le scrivo per sapere se i colori hanno tenuto o se l’ammorbidente ha fatto il suo dovere. Scrivo per dirLe che, per l’ennesima volta, ha perso un’occasione. Ha perso l’occasione di tacere! Infatti Le sarebbe bastato aprire un momentino la Sua finestra ed affacciarsi, per rendersi conto della desolazione nella quale sta vivendo il mondo intero! Per rendersi conto di quanto stia soffrendo tutta l’umanità, falcidiata da migliaia di morti e lutti. Questo era il momento di lanciare un messaggio di speranza, di condivisione, di fratellanza, di unità e di solidarietà!! Invece ha preferito dare il Suo contributo personale per continuare a dividere un popolo che sta lottando con tutte le sue forze per tirarsi fuori da una situazione che, ogni giorno che passa, diventa sempre più insostenibile, un popolo che ha bisogno di essere sostenuto, di essere aiutato ed esortato a combattere come un sol uomo. Il Paese non si aiuta chiedendo di ritirare da finestre e balconi il nostro Tricolore! Mi spiace tanto per Lei, Signor Antonini, ancora una volta ha perso un’opportunità, poteva mandare ben altro messaggio, in occasione di questo nostro 25 Aprile.
Buona fortuna!

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25 Aprile, il discorso di Pietro Perini

25 Aprile 2020

Quest’anno, per la prima volta, non c’è stata la partecipazione di cittadine e cittadini alle celebrazioni del 25 Aprile, ma solo la deposizione di una corona al Sacrario di Colle San Marco, alla presenza del Prefetto, del Sindaco di Ascoli Piceno, bardato con una mascherina nera (della serie: senza un drappo nero non esco di casa), di Stefano Novelli, in rappresentanza della Provincia, di Anna Casini, vice presidente della Regione Marche e del Presidente provinciale Dell’Anpi, Pietro Perini.

Pensiamo di farvi cosa gradita, pubblicando il discorso che Pietro avrebbe rivolto a tutti i partecipanti.

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Buongiorno, a tutte e a tutti porgo i miei personali saluti e quelli dell’ANPI Provinciale di Ascoli Piceno ed un augurio particolare di buon onomastico a tutti i Marco. Vorrei ringraziare di cuore anche gli operai dell’Amministrazione Provinciale che anche quest’anno, nonostante il periodo che stiamo affrontando, si sono prodigati per rendere pulito ed accogliente il nostro Sacrario Partigiano.
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Buon 25 Aprile.
Oggi è il 25 Aprile, oggi è il Compleanno di tutto il Popolo Italiano, oggi è il Compleanno della nostra Libertà. Siamo soliti chiamare questo giorno Festa della Liberazione dal nazifascismo ma quest’anno sento il bisogno di chiamarlo Ricordo della Liberazione dal nazifascismo. Non mi va di usare il termine Festa quando intorno a me non vedo altro che desolazione e disperazione. Non può essere una Festa quando contemporaneamente si piangono migliaia di vittime assassinate da questo virus micidiale. Non può esserci Festa quando milioni di persone sono in ansia per il loro futuro economico e lavorativo. Non può esserci Festa quando un figlio non può accompagnare il proprio genitore nei suoi ultimi attimi di vita, quando un nipote ha salutato il proprio nonno con un ciao senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto o peggio quando un genitore ha dovuto fare la stessa cosa con il proprio figlio. Non possiamo fare Festa quando intorno a noi accade tutto questo. In questi mesi non solo abbiamo perso dei nostri cari. In un solo attimo abbiamo perso migliaia di carezze e di baci di nonni che vivevano solo per i loro nipoti, di genitori che vivevano per i loro figli, di mamme che a qualsiasi età erano pronte a chiamare i loro figli “ il mio bambino”. Se ne è andato un intero patrimonio perché la maggior parte di coloro che non ci sono più sono degli anziani. Con loro se ne va un patrimonio di saggezza, di buoni consigli, di aiuti imagedisinteressati, di insegnamenti, di esempi. Abbiamo perso in un colpo solo migliaia di guide, di persone sempre pronte a dirci quale fosse il modo migliore di vivere le nostre esistenze, consapevoli dei loro sbagli e dei loro errori che non avrebbero mai permesso a noi di commettere di nuovo. E se ne sono andati nel modo più crudele, senza che noi potessimo accompagnarli fino in fondo alla loro strada, senza aver potuto piangere vicini alle loro spoglie, senza un fiore sulle loro bare. No, non me la sento proprio di festeggiare ma, nonostante tutto, proprio perché sarò sempre fedele agli insegnamenti dei miei genitori, in questo giorno sento altresì impellente il bisogno di Ricordare. Ed allora ricordo questo 25 Aprile, il 75° Compleanno della nostra Libertà, il Compleanno degli Italiani.
Tutto iniziò con una scelta! All’indomani dell’8 settembre del 1943, dopo un ventennio di dittatura nazifascista, gli italiani si divisero tra coloro che vollero rimanere al fianco dell’invasore tedesco e la dittatura fascista e chi decise di combattere questi virus maligni per riappropriarsi di una Libertà perduta da tempo. Questa scelta fece la differenza tra carnefici e vittime, questa scelta fece in modo che germogliasse quel seme che avrebbe contribuito, a costo di sangue, tanto sangue, a rendere la nostra Italia un Paese finalmente Libero e Democratico: nasceva così la Resistenza, la Madre della nostra Libertà, della nostra Democrazia e della nostra Costituzione. In quel 1943 accadde una cosa che non si sarebbe mai più ripetuta: il nemico era uno, era grande, potente, sembrava addirittura invincibile, si chiamava nazifascismo, i nostri Partigiani dimenticarono di essere comunisti, democristiani, monarchici, anarchici, repubblicani, qualcuno dimenticò persino di essere stato un fascista, e si ricordarono, tutti insieme di essere semplicemente Italiani, Italiani imageantifascisti. Fu l’UNITA’ la grande forza della Resistenza. Chi combattè il virus del nazifascismo, aveva le idee molto chiare su quello che stava facendo, su quello che lo spingeva a rischiare anche il sacrificio più estremo: era un’inarrestabile, sconfinata sete di Giustizia e Libertà. Due anni più tardi, il 25 Aprile del 1945, l’Italia fu finalmente liberata dal giogo nazifascista.
La Resistenza aveva vinto. Quel virus che aveva infettato il mondo era stato sconfitto e quella vittoria sfociò nella nostra Democrazia, nella nostra Repubblica e nella nostra Costituzione, le basi per costruire una nuova Italia, una nuova Nazione e una nuova Società nella quale far vivere e prosperare le nuove generazioni, un Paese forgiato da giusti per i giusti. Tutto questo è stato presto dimenticato da moltissimi italiani!
Siamo uno strano popolo noi italiani. Il 25 Aprile rappresenta per noi quello che rappresenta il 4 Luglio per gli americani o il 14 Luglio per i francesi ma non ho mai sentito un americano o un francese dire di essere contento di non poter ricordare una di queste ricorrenze al contrario, invece, ho avuto modo di leggere tantissimi commenti di certi personaggi (vedi la russa, mussolini, santanchè, salvini, meloni, sallusti & C.) compiaciuti del fatto che questo virus non permettesse di ricordare il 25 Aprile come si è sempre fatto; gli stessi personaggi che recitano l’Ave Maria in diretta streaming, si raccomandano alla Madonna e sbandierano il Rosario per poi maledire e odiare visceralmente il nostro Papa Francesco. E’ come se si maledisse il giorno che si è nati, come se si maledissero i propri genitori! Quando questo maledetto virus ha iniziato a scombussolare le nostre vite, ci siamo immediatamente preoccupati dei campionati di calcio, di non poter più andare allo stadio o di non poter più seguire la squadra del cuore in tv. Poi, improvvisamente, abbiamo scoperto i nostri eroi, i nuovi eroi. Li abbiamo scoperti, nascosti come erano nelle loro caserme, nei loro ospedali. Medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco, carabinieri, finanzieri, esercito: improvvisamente ci siamo accorti di quanto fosse prezioso il loro lavoro, di quanto fosse indispensabile. Allora abbiamo trasferito gli applausi che fino a ieri avevamo tributato ai miliardari del calcio a questi nostri nuovi eroi che di miliardi non ne hanno ma che per il lavoro che fanno dovrebbero averne molti di più dei vari Ronaldo & C., senza nemmeno accorgerci che questi eroi, nuovi non lo sono per niente perché lo sono sempre stati, con il loro lavoro che li impegna da sempre, 365 giorni l’anno. In passato usavamo offenderli, deriderli e perfino malmenarli. Ci siamo accorti anche di quanto sia vulnerabile la nostra Libertà, di quanto non sia così scontato che questo bene prezioso sia ormai acquisito per sempre. Il virus ci ha dato un piccolissimo assaggio di perdita della Libertà. Siamo chiusi in casa da due mesi e già ci lamentiamo di non poter uscire , di non poter passeggiare, di non poter guidare l’auto. Oggi ricordiamo la nostra Liberazione dal nazifascismo che ha privato gli italiani della loro Libertà per 20 anni con la differenza che allora fuori di casa c’erano la guerra, la fame, le deportazioni, le fucilazioni, l’esilio, il confino, le torture, i campi di concentramento, c’era la morte! Ma di tutto questo ci siamo già dimenticati e abbiamo fatto in modo che il nazifascismo, travestito da populismo e sovranismo, tornasse a far parlare di sé! In questi giorni si parla di una severa lezione che questo virus ha impartito a tutta l’umanità, di una immane tragedia che non scorderemo mai e che cambierà profondamente le nostre abitudini e il nostro modo di concepire l’esistenza del genere umano; è come se la Terra avesse deciso di ribellarsi ai nostri soprusi, alle nostre avidità. Sarà veramente così? Riusciremo a fare in modo di non precipitare di nuovo tra gli ingranaggi di una vita dai ritmi scanditi esclusivamente dal Dio denaro? Riusciremo a capire finalmente quali sono in realtà le cose che contano veramente nella vita di una persona e a prodigarci perché assumano sempre più le proporzioni di beni primari? Avere rispetto del nostro Pianeta, aiutare il nostro prossimo, investire nella salute, nella scuola, creare posti di lavoro che consentano a tutti di condurre una vita degna di questo nome ,non imagecombattere guerre, riappropriarci di quei valori che abbiamo smarrito: famiglia, rispetto, educazione!! Capiremo finalmente che per raggiungere dei grandi traguardi la nostra arma più potente è rappresentata dalla nostra Unità? La stessa Unità che 75 anni fa ci rese donne e uomini Liberi! Riusciremo finalmente ad impegnarci tutti per lasciare ai nostri giovani, in eredità, un mondo che sostituisca completamente questo schifoso che stiamo preparando loro? Ci basterà veramente questa lezione, questa immane batosta per invertire la rotta? Ho un grande e fortissimo dubbio ed esso è rappresentato ancora una volta dalla nostra Memoria! Spero tanto di sbagliarmi!
Viva la Libertà!

Pietro Perini.

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25 Aprile, un altro ignobile oltraggio alla Memoria

24 Aprile 2020

Il Comitato provinciale Anpi di Ascoli Piceno esprime la più ferma condanna di fronte all’ennesimo sfregio alla Memoria da parte di esponenti politici collegati all’attuale amministrazione cittadina.
Dopo la cena fascista di Acquasanta, le svastiche nella nostra città e croci celtiche, ora si infanga anche la nostra Bandiera che, secondo questo pseudo Patriota, dovrebbe essere esposta a giorni alterni, evitando di farlo il 25 Aprile. Basta!! Che il nostro sindaco si dissoci immediatamente da quanto commentato dal rappresentante provinciale della Lega!!!
Altrimenti eviti di salire a San Marco domani mattina. Non ammetteremo mai più “i piedi su due staffe” Punto.
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Pubblichiamo la dichiarazione sottoscritta da tutte le organizzazioni democratiche del territorio.

Abbiamo letto un post sul 25 aprile del commissario provinciale Piceno della Lega in cui invita i lettori a ritirare il tricolore dal balcone, per poi esporlo nuovamente il giorno successivo. La volgarità del messaggio è tale che non ci sentiamo di dover rispondere ma dato che il Signore in questione rappresenta una forza politica presente nel Consiglio Comunale Le chiediamo, Signor Sindaco, di prendere pubblicamente le distanze da tali asserzioni, anche per riscattarsi dal triste episodio della “cena di commemorazione della marcia su Roma”, in caso contrario non riteniamo conveniente che Lei partecipi alla commemorazione prevista per domani, visto che questa sarebbe l’ennesima brutta figura di un comune che dovrebbe onorarsi della medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana.
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Il 25 aprile l’Italia si è liberata e da quella data, al contrario di quanto accadeva prima, tutti hanno potuto esprimere liberamente le proprie idee ed il loro credo politico e religioso e nel momento in cui si assumono cariche istituzionali è necessario dimostrare assoluto rispetto verso la Costituzione Italiana e quanti hanno combattuto per liberare l’Italia dal nazi-fascismo per questo è necessario fare chiarezza una volta per tutte.

ANPI Provincia Ascoli Piceno
PD Ascoli Piceno
A&P
M5S AP
Attivamente
UDC Ascoli Piceno
Giovani Democratici
PSI-Ascoli Piceno
Art 1 – Ascoli Piceno
Territorio è Sviluppo
Italia Viva
Collettivo Caciara

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25 Aprile

22 Aprile 2020

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