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Le celebrazioni del 25 Aprile a Colle San Marco

Aprile 27th, 2016

Pubblichiamo il discorso tenuto dal Presidente provinciale dell’ANPI, Pietro Perini e l’intervento del Prefetto, Graziella Patrizi, alle celebrazioni per il 25 Aprile a Colle San Marco.

Buon giorno a tutti voi, grazie a tutti per essere intervenuti e auguri a tutti i Marco presenti, ma soprattutto buon 25 Aprile a tutti noi. Porgo a tutti il saluto del Comitato Provinciale dell’ANPI. Oggi festeggiamo il 71° Compleanno della nostra Libertà.
Potremmo parlare di scandali, mazzette, corruzione, terrorismo, camorra e mafia ma parleremmo soltanto di delinquenti: in una giornata come quella di oggi, invece, bisogna parlare di veri uomini. Oggi festeggiamo la nostra Libertà che ci è stata donata dalla Resistenza image
In Italia la matrice della Resistenza è stata la lotta antifascista. Essa, cioè, sorge sul solco lasciato dal pensiero, dall’azione e dal sacrificio degli antifascisti. E’ una strada già segnata da pietre miliari che recano il nome di Giacomo Matteotti, Don Minzoni, Giovanni Amendola, Antonio Gramsci e dei fratelli Rosselli e nella guerra di Liberazione a queste pietre miliari altre si aggiungeranno recanti i nomi di Patrioti e di Partigiani. Lungo fu il cammino segnato dalle orme di sacrifici immensi, di crudeli persecuzioni, di sublimi olocausti di giovani vite.
Dopo il secondo Risorgimento le masse popolari hanno giustamente considerato la Repubblica come una loro conquista, perché esse furono le vere protagoniste della lotta antifascista e della Resistenza. Allo Stato la classe lavoratrice italiana non ha più guardato con ostilità, ma con fiducia, sicura di ottenere finalmente quella giustizia che le era sempre stata negata. Sarebbe ipocrisia affermare che questa fiducia è stata pienamente soddisfatta.

imageAncora troppe ingiustizie permangono. La Carta Costituzionale racchiude in sé il patrimonio politico, sociale e morale della lotta antifascista e della Resistenza se essa fosse applicata integralmente, darebbe alla libertà il suo naturale contenuto sociale ed oltre alla democrazia politica avremmo una democrazia economica e sociale. Diverrebbe allora la libertà una conquista duratura, radicata nelle masse lavoratrici e non più alla mercé di pericolose avventure. Ma norme fondamentali della Costituzione sono tutt’ora lettera morta. Non si potrà parlare di vera democrazia, finché vi saranno italiani privi di lavoro, amara realtà in contrasto con l’art.4 della Costituzione, il quale riconosce ad ogni cittadino il diritto al lavoro. Un uomo non sarà mai veramente libero, se non sarà liberato dall’incubo del bisogno. Non si avrà una democrazia finché vi saranno lavoratori vecchi, i quali non possono godere di una pensione che consenta loro di vivere dignitosamente gli ultimi anni della loro esistenza. Deve divenire una realtà l’art.1 della Costituzione, il quale afferma “essere l’Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Necessario, perciò, riformare le strutture dello Stato, vecchie di cent’anni, soprattutto perché lo Stato diventi strumento delle forze popolari. Ma non avremmo mai una sana e vera Democrazia e tradiremmo il disinteressato sacrificio dei nostri Caduti, che solo ad un alto ideale di Libertà hanno fieramente offerto la loro vita, se non vigilassimo perché con onestà e rettitudine sia amministrata la cosa pubblica. image

La corruzione è nemica della Libertà ed apre la strada a pericolose avventure. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione. Guai se qualcuno per amicizia o solidarietà di partito dovesse sostenere questi corrotti e difenderli. In questo caso la solidarietà, l’amicizia di partito diventa complicità ed omertà. Deve essere dato, ripeto, il bando a questi disonesti ed a questi corrotti che offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie. Per questo noi abbiamo fiducia nei giovani. Perché, nessuno lo dimentichi: i giovani di oggi saranno i dirigenti di domani della nostra società. Se il solco di diffidenza ed anche di ostilità che divide gli anziani dai giovani, non sarà colmato da una umana reciproca comprensione, giorni tristi maturerebbero per la nostra democrazia e andrebbe disperso il patrimonio morale e politico della Resistenza. Se questo accadesse, fallirebbe l’attuale classe dirigente, come fallì la classe dirigente che fu travolta dal fascismo. Noi anziani siamo certi che essi saranno quello che seppero essere i giovani artefici della Resistenza: uomini liberi. E potremmo serenamente guardare alla fine della nostra giornata persuasi di consegnare il patrimonio della Resistenza in mani valide; sicuri che la democrazia sarà sempre difesa e non conoscerà più tramonti.
Quello che vi ho appena letto, non è farina del mio sacco. E’ un intervento del Presidente Partigiano Sandro Pertini, proprio in occasione di un 25 Aprile. Sembra scritto ieri mattina. Ma questo non vuol dire che da allora niente è cambiato, vuol dire invece che la nostra società, con i suoi comportamenti ha riportato indietro di decenni l’orologio della nostra storia.

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Il 25 Aprile del 1945 fu una ondata irresistibile di gioia in tutta Italia; era per tutti, indistintamente, il giorno della pace. La resa ufficiale della Germania sarebbe arrivata solo l’ 8 maggio, hitler si sarebbe suicidato il 30 aprile di quello stesso anno e mussolini sarebbe stato giustiziato due giorni prima, ma tutti, in Italia sapevano, quel 25 Aprile, che la guerra era finita.
Un anno e mezzo prima, proprio qui ad Ascoli, all’indomani dell’Armistizio, con i fatti del 12 Settembre e del 3 Ottobre, fu gettato un seme, qui è stata fatta la Storia, la nostra Storia, la Storia di una nazione intera, da quel seme sono nate la nostra Libertà e la nostra Democrazia, da quel seme scaturì un’immane voglia di riscatto che spazzò via il nazifascismo; dobbiamo essere orgogliosi di essere nati e di vivere in questi territori che sono stati la Culla della Resistenza.
La liberazione del nostro territorio avvenne quasi un anno prima, tra il 18 e il 20 Giugno 1944, ad opera del Corpo Italiano di Liberazione, con la collaborazione attiva di gruppi di Partigiani. Per la conquista di questa Libertà erano caduti 278 Partigiani.
Per tutti questi fatti, in Italia, solo Ascoli Piceno può fregiarsi di due Medaglie d’Oro al Valor Militare per Attività Partigiana, una al Comune e l’altra alla Provincia.
Ascoli città antifascista verrebbe da dire. Invece in questa città, e qui bisogna anche dire purtroppo, è proprio l’obiettivo dell’antifascismo che è diventato più difficile da perseguire. image
Il fatto è che mentre crescono le manifestazioni di neofascismo, neonazismo e odio razziale, tutte facilmente riconducibili ai fascismi di sempre, aumenta l’indifferenza e il silenzio. Ma è proprio in questi momenti che la nostra reazione e la nostra resistenza democratica deve essere più forte, non possiamo permetterci di mollare, lo dobbiamo ai nostri Partigiani ma lo dobbiamo anche ai nostri giovani verso i quali abbiamo il dovere di garantire un futuro che deve essere migliore del nostro passato.
Concludo questo intervento con un ringraziamento e con una richiesta. Il ringraziamento va alla nostra Amministrazione Provinciale ed al suo presidente Dr. D’Erasmo per la riqualificazione di questo Sacrario. Un ringraziamento che non è indirizzato specificatamente al compimento di questo restauro da noi auspicato, ma a quello che esso rappresenta per noi. Finalmente dopo innumerevoli anni un’Istituzione del nostro territorio sente il bisogno di onorare la memoria dei nostri Partigiani che con gli atti eroici del 43, resero possibile che Ascoli si fregiasse di ben due Medaglie d’Oro al Valor Militare per attività Partigiana. Grazie Presidente.
La richiesta è invece indirizzata al nostro primo cittadino: image
Signor Sindaco, noi pensiamo che salendo su questo Colle in occasione delle nostre celebrazioni, Lei voglia dimostrare la Sua sensibilità verso il sacrificio dei nostri Partigiani onorando e ricordando tutti coloro che diedero la propria vita permettendo la nascita di una Repubblica Libera, Democratica e Antifascista, faccia in modo, una volta ridisceso nella nostra città di perseguire gli stessi sentimenti che l’hanno spinto a salire quassù, restituendo ad Ascoli Piceno, Medaglia d’Oro al Valor Militare per Attività Partigiana, il decoro che essa merita cancellando svastiche, e scritte ingiuriose che da anni campeggiano sui suoi muri, insulti ai nostri Partigiani ed alla Libertà che oggi stiamo celebrando.

PIETRO PERINI – PRESIDENTE PROVINCIALE ANPI ASCOLI PICENO

 

Desidero porgere un cordiale saluto a Don Emidio Rossi Vicario del Vescovo, alle Autorità civili e militari, alle Associazioni combattentistiche e d’arma, all’Associazione nazionale partigiani d’Italia ed a tutti i cittadini presenti qui, come ogni anno, per ricordare insieme un giorno fondamentale per la storia della nostra Repubblica.
Il 25 aprile 1945 nacque infatti una nazione libera e nuova.
Fu pagato un caro prezzo: in tanti sacrificarono la propria vita, in nome dei valori di libertà, uguaglianza, giustizia che poi furono consacrati nella Carta Costituzionale e sui quali si fonda la nuova Italia democratica, repubblicana e costituzionale secondo un progetto che noi siamo chiamati tutt’oggi ad attuare.
Perché la democrazia è una conquista quotidiana, un patrimonio che ci è stato consegnato e che, nel tempo, dobbiamo essere capaci di trasmettere alle generazioni future.
E, nella ricorrenza del 71^ anniversario della Liberazione è importante verificare cosa è rimasto di quei valori sui quali è nato il nostro Stato democratico.

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Nella situazione storica attuale, assai complessa e nella quale convergono numerosi segnali di attenzione per il nostro futuro, avvertiamo più che mai il bisogno di ritrovare quel filo conduttore che portò alla rinascita della nazione nella consapevolezza della necessità di un grande impegno collettivo per ricostruire un clima di fiducia nelle Istituzioni e rilanciare un grande progetto di crescita del Paese.
Oggi però la situazione attuale è resa molto più difficile dalla innegabile complessità delle relazioni internazionali e dalla necessità di trovare una soluzione accettabile a problemi che investono non solo il nostro Paese ma l’Europa e il Mondo intero.
Proprio per questo è importante tener vivo il senso di autentica solidarietà e coesione come seppero fare allora le formazioni partigiane con l’obiettivo esclusivo del bene comune.
Ma come ha avuto modo di ricordare recentemente il Presidente della Repubblica, nel corso della cerimonia di premiazione del Concorso nazionale “Dalla Resistenza alla Cittadinanza Attiva – La Resistenza ha vinto : si vota!” promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica d’intesa con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia proprio per il 70° anniversario del voto a suffragio universale ha avuto modo di ribadire la rilevanza di un concetto fondamentale “la democrazia ha bisogno della partecipazione di cittadini consapevoli, protagonisti, non soltanto spettatori dei comportamenti e delle scelte”
E con queste parole del Presidente della Repubblica ci ricolleghiamo all’importanza del 25 aprile che costituisce attenta testimonianza di quei valori che nei lunghi anni di Unità d’Italia si sono imposti e che dalla Liberazione ad oggi hanno garantito 71 anni di convivenza democratica e civile.
La città e la provincia di Ascoli Piceno sono state anch’esse artefici di tutto questo. Tanti sono stati i protagonisti di quei giorni e non pochi di essi, di cui ricordiamo il coraggio, l’entusiasmo, la fiducia nel futuro e la profonda convinzione negli ideali di libertà e di indipendenza, furono chiamati al sacrificio estremo. image
Su questo Colle, di fronte al Sacrario ai Caduti, che, simbolo della storia locale dopo 20 anni è stato restaurato e restituito alla piena fruizione dei cittadini del Piceno, rendiamo un doveroso omaggio a quei concittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano in questa pagina di storia dell’Italia.
Il loro esempio costituisce il messaggio più significativo per le generazioni future dal quale trarre lo stesso entusiasmo e la stessa fiducia nel futuro, per continuare a difendere quei valori che, ancora oggi, sono alla base di una coscienza civica perché tutti noi, rappresentanti delle Istituzioni democratiche fossimo in grado di garantire un paese libero, democratico e pacifico.
In questo impegno, nella riflessione che lo sostiene attingiamo alla lezione e all’esempio della Resistenza dando un senso profondamente attuale all’odierna celebrazione del 25 aprile.
Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l’Italia!

GRAZIELLA PATRIZI – PREFETTO DI ASCOLI PICENO

 

25 aprile 2016

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