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Il comunicato dell’ANPI regionale sulle ultime vicende politiche marchigiane

24 Giugno 2020

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ANPI GEMELLI

13 Giugno 2020

Che dire dell’ultima eroica impresa dei fascistelli locali?
Privati da mesi dello sfogo calcistico, che occupa al 90 per cento l’attività del loro unico neurone, stanchi delle solite gare di rutto e di sfide a chi piscia più lontano, non hanno trovato di meglio che tornare ad imbrattare le strade cittadine con le loro scritte idiote.image
Pregni della loro sconfinata ignoranza, di cui vanno fieri, lasciata per una sera la lettura dell’album Panini dei calciatori, hanno “marcato il territorio” in via Napoli con una nuova scritta: ANPI CANCRO.
Essendo ignoranti da generazioni, non sanno i meschini che l’ANPI è stata fondata il 6 giugno 1944. Ne deriva che la scritta corretta sarebbe stata: ANPI GEMELLI (il segno del cancro entra il 22!)

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Ciao Luigino.

10 Giugno 2020

Questa mattina, stroncato da un tragico malore, ci ha lasciati il Dott. Luigino Nespeca, già imagePresidente della sezione Anpi di Offida.
Stimato professionista del territorio, si distingueva per la sua naturale gentilezza e disponibilità. Da anni impegnato in politica al Comune di Offida, ove aveva ricoperto in passato anche la carica di vice sindaco, era stato tra i promotori della istituzione della locale sezione dell’ANPI. Sempre imageattivo e partecipe a tutte le iniziative dell’Associazione Partigiani, lascia a noi tutti il ricordo del suo garbo e della sua carica di umanità, l’esempio del suo stile pacato ma fermo, la sua salda passione in difesa dei valori democratici e della Memoria Partigiana.
Alla sua compagna e ai suoi cari l’abbraccio affettuoso di tutti gli iscritti dell’ANPI.
Ascoli Piceno, 10 giugno 2020

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Addio al Partigiano Lelio Uncini, il ricordo di un grande uomo nelle parole di Fabio Rosa

29 Aprile 2020

Si è spento serenamente, all’età di 98 anni ben vissuti, il Partigiano Lelio Uncini, un ragazzo del ’22 che nel gennaio del ’44 seppe scegliere da quale parte combattere, unendosi alla Resistenza che operava nella provincia reatina.

La liberazione della Città di Rieti

La liberazione della Città di Rieti


La storia post-armistizio del reatino annovera numerosi episodi di efferatezze compiute dalle truppe tedesche e dai fascisti del luogo, contrastati epicamente dai partigiani della Brigata Gramsci e della Banda D’Ercole Stalin, fino all’epilogo del 16 giugno 1944, quando a Rieti entrarono le truppe inglesi.
Lelio Uncini

Lelio Uncini


Lelio viveva a Monsampolo del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, ove aveva diretto per oltre vent’anni, fino al 1986, l’Istituto Superiore per l’Orticoltura di Monsampolo del Tronto. Lelio era diventato famoso in tutto il mondo per le sue ricerche di miglioramento genetico di numerose specie orticole ed era stato insignito di vari riconoscimenti. Sempre attivo e presente alla realtà del territorio, era Presidente onorario della ricostituita sezione ANPI di San Benedetto del Tronto dal 2012.
Ci lascia un altro “ragazzo del ’22”, uno di quelli che ha lottato contro il fascismo per restituire la dignità e la libertà al popolo italiano. Onoriamo la sua memoria. Grazie compagno Lelio!
L’ANPI provinciale di Ascoli Piceno esprime la più sentita vicinanza alla Famiglia e si unisce in un abbraccio di affettuoso saluto.

Pubblichiamo le parole di Fabio Rosa, del Direttivo provinciale ANPI di Ascoli Piceno, in ricordo del Partigiano Lelio.

Il prof. è stato non solo un partigiano ” vero” ma colonna portante del nostro comitato provinciale per lungo periodo almeno fino al 2010. Per molto tempo ha ricoperto il ruolo di consigliere provinciale e regionale, rifiutando la proposta di divenire presidente regionale, quando ancora questo incarico aveva una sua valenza e prestigio. Ma conoscendolo non poteva essere diversamente: a lui non interessavano le cariche ma il lavoro di squadra, non amava la ribalta, era schivo, preferiva non apparire. I suoi interventi erano però sempre mirati e risolutivi ed arrivavano puntuali solo se e quando gli chiedevamo un consiglio. Di solito su problemi spinosi o delicati da risolvere, (vi posso assicurare che nel corso degli anni abbiamo avuto tante controversie e questioni difficili, a volte anche a livello nazionale ed una volta internazionale con giornalisti tedeschi….). Lui ci accoglieva nella sua bella villa sulla colline di Monsampolo e ci ascoltava. Non amava uscire dal suo bel rifugio, meta non solo nostra ma anche di politici che da lui spesso si recavano a chiedere “lumi”. In quella casa abbiamo organizzato riunioni del comitato provinciale, quando avevamo necessità della sua lungimiranza, in quella casa ho partecipato a riunioni con Alberto Perozzi, Giannino Oddi, Giorgio De Sabbata e, ovviamente con Tito Alessandrini. Per me era un onore anche perche’ il prof. Uncini trattava tutti al suo pari: gli interessavano le persone propositive con idee che guardassero avanti, non certo la loro storia o il loro prestigio. Dalla eterogeneità di noi presenti nascevano progetti di ampia visione da realizzare, ma era sempre lui a darci le giuste certezze.
Il prof. Lelio Uncini non aveva la spocchia dell’ intellettuale di sinistra che sa tutto di tutto o peggio che pensa di avere il dono della verità o che ti guarda dall’ alto in basso. Egli aveva la semplicità e l’ umiltà dei grandi personaggi… perché lo era. Vi posso assicurare che le mie non sono frasi di circostanza. Era uomo di vasta cultura, che noi abbiamo avuto l’ onore di annoverare nella nostra Anpi territoriale. Uno scienziato nel suo settore, ma faceva e avrebbe potuto fare la differenza in qualsiasi ambito si fosse dedicato.image
Aveva eloquio gentile, mai sopra le righe, garbato ma senza fronzoli, diretto, sviscerava le questioni con una capacità di analisi unica. Ci rendeva semplice qualsiasi problema, offrendo le varie opzioni con i suoi pro e i suoi contro. A quel punto era il Comitato Provinciale (a quei tempi si chiamava cosi) nella sua interezza a decidere: in quelle occasioni nessuno si permetteva di prevaricare nessuno e tutto noi consiglieri eravamo con pari dignità, dallo scienziato Lelio Uncini, allo storico, al partigiano reduce, al figlio del partigiano ucciso fino al sottoscritto, a quei tempi semplice studente e ragazzo, figlio di partigiano.
Se ho avuto modo di fare queste esperienze, se ho potuto conoscere, confrontarmi e soprattutto imparare da personaggi come il prof. Uncini, se oggi sono la persona che sono con il mio bagaglio culturale, con le mie convinzioni e con la mia cspacita critica lo devo all’ Anpi e a chi in me ha creduto, permettendomi di divenire il primo non partigiano membro nei vari direttivi comunale, provinciale, regionale, permettendomi di divenire consigliere nazionale. Non credo che un sindacato, un partito, una associazione politica o religiosa mi avrebbe potuto permettere tanto. Grazie Anpi e grazie anche a te caro prof. Uncini.
Con la tua scomparsa il nostro Anpi perde un altra sua profonda radice e accelera la sua ineluttabile trasformazione da associazione di reduci ad associazione della e per la memoria. Ma come tu sai l’ Anpi era e rimane un ente morale: spetta a chi ora ha l’ onere, ma anche e soprattutto l’ onore di presiederla onorarti con le dovute iniziative quando le circostanze lo permetteranno: sei stato un partigiano “vero”, e uomo sempre libero. Ciao prof.
Fabio Rosa

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25 Aprile, la risposta di Pietro Perini alla provocazione fascista del responsabile provinciale della Lega

26 Aprile 2020

Questa la risposta del Presidente provinciale dell’ANPI, Pietro Perini, all’infelice post del segretario provinciale della Lega, Andrea Maria Antonini, ripreso anche da Repubblica, nella rubrica quotidiana “Pietre” , pubblicata oggi, del giornalista Paolo Berizzi.

Consiglio del figlio di un Partigiano: buongiorno Signor Antonini, oggi è il 26 Aprile. Ha fatto il bucato? Lo ha fatto riposare? Oggi lo può stendere di nuovo!! Comunque non Le scrivo per sapere se i colori hanno tenuto o se l’ammorbidente ha fatto il suo dovere. Scrivo per dirLe che, per l’ennesima volta, ha perso un’occasione. Ha perso l’occasione di tacere! Infatti Le sarebbe bastato aprire un momentino la Sua finestra ed affacciarsi, per rendersi conto della desolazione nella quale sta vivendo il mondo intero! Per rendersi conto di quanto stia soffrendo tutta l’umanità, falcidiata da migliaia di morti e lutti. Questo era il momento di lanciare un messaggio di speranza, di condivisione, di fratellanza, di unità e di solidarietà!! Invece ha preferito dare il Suo contributo personale per continuare a dividere un popolo che sta lottando con tutte le sue forze per tirarsi fuori da una situazione che, ogni giorno che passa, diventa sempre più insostenibile, un popolo che ha bisogno di essere sostenuto, di essere aiutato ed esortato a combattere come un sol uomo. Il Paese non si aiuta chiedendo di ritirare da finestre e balconi il nostro Tricolore! Mi spiace tanto per Lei, Signor Antonini, ancora una volta ha perso un’opportunità, poteva mandare ben altro messaggio, in occasione di questo nostro 25 Aprile.
Buona fortuna!

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