Archive for the ‘Interventi’ category

In difesa della Costituzione

Maggio 16th, 2013

Il Comitato Nazionale dell’ANPI

In relazione ai diversi progetti che si vanno formulando, anche in sede governativa, a riguardo di un sistema di riforme costituzionali,
ribadisce la più ferma contrarietà ad ogni modifica, legislativa o di fatto, dell’art. 138 della Costituzione, che – semmai – dovrebbe essere rafforzato e del quale in ogni caso, si impone la più rigorosa applicazione;

conferma il netto convincimento che il procedimento da seguire non può che essere quello parlamentare, attraverso gli strumenti e le commissioni ordinarie, non essendovi ragione alcuna per eventuali nuove formule e strutture, essendo più che sufficiente quanto già previsto dai regolamenti parlamentari;

riafferma l’inopportunità del ricorso ad apporti esterni che in qualche modo incidano sul lavoro parlamentare e che non siano quelli già previsti, attraverso i quali si possono acquisire opinioni e contributi di esperti, mediante pareri, consultazioni, audizioni e quant’altro;

conferma la convinzione, più volte espressa, che le riforme possibili ed auspicabili sono solo quelle che risultano in piena coerenza con i princìpi della prima parte della Costituzione e con la stessa concezione che è alla base della struttura fondamentale della seconda, indicando fra le riforme possibili, la diminuzione del numero dei parlamentari, la differenziazione del lavoro delle due Camere, l’abolizione delle province; tutte materie sulle quali esiste già una notevole convergenza e che non pongono problemi di coerenza complessiva; ribadisce quanto già espresso in varie occasioni, vale a dire la netta opposizione dell’ANPI ad ogni riforma che introduca il presidenzialismo o il semipresidenzialismo, non risultano ragioni evidenti per stravolgere il delicato e complesso sistema delineato dal legislatore costituente;

conferma ancora una volta, l’assoluta e prioritaria necessità di procedere alla modifica della legge elettorale vigente, da tutti ritenuta inadeguata e dannosa; invita tutti gli organismi dell’ANPI ad impegnarsi a fondo su questi temi, promuovendo dibattiti e confronti, irrobustendo l’informazione ai cittadini, assumendo tutte le iniziative (a partire da quelle per il 2 giugno e in particolare da quella di Milano), idonee ad ampliare il consenso attorno a queste posizioni, d’intesa con altre associazioni democratiche e con tutte le forme di aggregazione di cittadini interessati a problemi di ordine costituzionale, chiarendo soprattutto che non si tratta di restare ancorati a tutti i costi ad un sistema immodificabile, ma di impedire ingiustificate alterazioni di esso e assicurare che non vengano poste in atto misure pericolose, suscettibili di scardinare la profonda ed intima coerenza del sistema costituzionale, senza alcun vantaggio per la democrazia.

Roma, 16 maggio 2013

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Colle San Marco, l’intervento del Vice presidente provinciale dell’Anpi Pietro Perini

Aprile 26th, 2013

Sono trascorsi ormai 70 anni dalla liberazione dal nazifascismo delle principali città italiane. Da quel lontano 25 Aprile del 1945 è nata questa festa. Una festa per uomini e donne liberi, una festa che intende ricordare chi ha combattuto per la libertà e la democrazia di questo paese, e chi lo ha fatto, ricordiamocelo, lo ha fatto per tutti gli italiani, per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro.

Dalla liberazione dal nazi fascismo del nostro paese è nata la nostra Costituzione. L’ANPI è stata sempre fedele ad essa professando e ribadendo in ogni occasione la fondamentale importanza che ha il rispetto delle nostre istituzioni che possono esistere semplicemente perché una parte degli italiani rese possibile la riconquista della libertà e della democrazia. L’ANPI ascolana, da quando ha iniziato il suo nuovo corso, poco meno di un anno fa, ha dimostrato di volere fortemente rispettare questi principi. Lo ha fatto cercando il dialogo, cercando di offrire la propria collaborazione, cercando anche di prodigarsi per fare in modo che le celebrazioni commemorative assumessero la solennità che meritano, senza contestazioni e nel rispetto dei protocolli stabiliti. Questo per noi significa rispetto reciproco dei ruoli istituzionali che ognuno ricopre.

Il Vice-presidente Pietro Perini

Questo rispetto esiste quando due o più parti si impegnano per lo stesso scopo, operando e lavorando all’unisono per il suo raggiungimento. Il rispetto viene a mancare quando una delle parti viene meno al proprio impegno.

In questi giorni abbiamo assistito a scelte che non possiamo condividere soprattutto perché operate proprio in concomitanza del 25 Aprile. La nostra amministrazione comunale, infatti, ha deciso di arricchire la propria toponomastica dedicando un’area verde nei pressi della caserma Clementi e un largo nella zona Carburo rispettivamente ad un militare e ad un senatore fascista. La nostra disapprovazione è già stata manifestata nei giorni scorsi con un comunicato stampa. Tutto questo più che rispetto reciproco ci sembra provocazione e ci puzza di ennesimo, sottile, tentativo di revisionismo. Tutto questo vanifica quanto abbiamo cercato di fare con tanto impegno e sacrificio fino ad oggi. L’ANPI vuole rispettare i ruoli delle istituzioni e continuerà a farlo perché questo fa parte del suo DNA  e dell’eredità che gli è stata trasmessa ma contemporaneamente esige il rispetto delle istituzioni per il ruolo che ricopre.

Forse è ora che si chiarisca una volta per tutte quello che pensa l’ANPI.

E allora diciamo a chiare e forti parole: GIU’ – LE – MANI – DALLA – RESISTENZA !!!

Non si strumentalizza la Resistenza e non si strumentalizzano coloro che l’hanno fatta, non permetteremo mai che questo accada, non permetteremo che questo patrimonio venga utilizzato per giochi politici e fini personali e questo vale per tutti e per chiunque si potesse fare strane idee sull’argomento. La Resistenza rappresenta la nostra storia, rappresenta l’unica verità assoluta, la Resistenza è stata fatta da Eroi, veri Eroi, non falsi come quelli che deve fabbricarsi chi sostiene coloro che fecero una scelta sbagliata. La verità è sempre una sola e va raccontata cosi com’è, anche se può essere scomoda.

Se oggi abbiamo un Prefetto, un Presidente della Provincia, un Sindaco, lo dobbiamo a tutti coloro che hanno combattuto nella Resistenza: Uomini, donne e militari.

Tutta gente cha ha fatto la stessa scelta, una scelta che li avrebbe portati anche alla morte, una scelta coraggiosa ma l’unica scelta possibile, l’unica scelta giusta. Chi ha fatto scelte sbagliate allora non può pretendere di essere ricordato oggi, non può pretendere vie, larghi o piazze, soprattutto di una città e di una provincia medaglie d’oro al valor militare per attività partigiana. Chi scelse di voltare le spalle alla propria Patria restando attaccato al pastrano tedesco di Hitler rendendosi complice di omicidi e stragi perpetrate a danno di uomini, donne e bambini inermi che avevano la sola colpa di aver nascosto e sottratto alla fucilazione dei partigiani, non può e non deve essere ricordato. Chi fece quella scelta dovrebbe ripetere a se stesso e al mondo, ma in tono chiaro ed udibile a tutti, una sola frase – HO SBAGLIATO – Chi ha sbagliato non può essere ricordato, perché chi ha sbagliato è stato un carnefice ed un carnefice non può essere ricordato come merita invece la vittima. Le responsabilità devono essere chiare, proprio perché ciò che divideva vittime e carnefici era il fatto che i primi sognavano la libertà ed i secondi volevano la prosecuzione della dittatura fascista e dell’occupazione nazista. Una distinzione netta e chiara, che il tempo non può superare collocandola nell’oblio. La memoria esige verità, perché la memoria è soprattutto conoscenza della verità, una conoscenza che serve ad evitare che in avvenire certe tragedie possano ripetersi. Oggi c’è chi vorrebbe creare una memoria così detta “condivisa”; ciò che si oppone,  non è una nostra ostinata volontà punitiva, ma sono, ancora una volta, la storia e la verità.

La storia e la verità ci dicono che nessun partigiano si è tirato indietro di fronte alla morte preferendo dare la propria vita piuttosto che scappare, chi ha sbagliato è stato un assassino, un violento omicida, un carnefice e, come se questo non bastasse, un vigliacco. A Dongo, mascherato da tedesco con tanto di elmetto e divisa non c’era un partigiano: c’era un certo benito mussolini arrestato dai partigiani mentre scappava.

Questa è storia, questa è la storia, questa è la verità; nessuno ha il diritto di trasformarla, anche con il semplice omettere la parola fascismo nel corso di queste celebrazioni, tutto il resto sono solo pretesti di chi non si rassegna, di chi si dibatte in una fanghiglia che non potrà mai scrollarsi di dosso e cerca in tutti i modi di mettere fuori la testa ma sarà proprio il peso della storia, della verità  e della Resistenza, appunto, che gliela terranno piegata per sempre.

Sulle polemiche e sulle provocazioni del 25 Aprile.

Aprile 20th, 2013

 

 

Cari Signori,

innanzi tutto teniamo a precisare che l’ANPI “non prende tempo”; l’ANPI è più semplicemente sconcertata da chi fa di tutto per innescare stupide, insensate e molto improduttive polemiche in un periodo come quello che stiamo attraversando, nel quale ognuno di noi si dovrebbe dar da fare per costruire invece che continuare a distruggere.

Detto questo, diciamo al Sindaco Castelli che l’ANPI, da quando ha iniziato il suo nuovo corso nella nostra Provincia,  ha sempre dimostrato di voler cercare di dialogare con le Istituzioni militari e civili, facendo in modo che, soprattutto per quanto riguarda le celebrazioni del 25 Aprile e del 3 Ottobre, si operassero scelte condivise che riuscissero a smorzare i toni delle contestazioni in occasione di queste date, che invece meritano di essere ricordate per quello che realmenterappresentano, nel rispetto della democrazia e delle istituzioni, a prescindere dal loro colore politico.

Ascoli liberata: i Partigiani a Palazzo dei Capitanbi in Piazza del Popolo

Pensiamo che l’impegno affinché tutto ciò accada debba essere reciproco e, sicuramente,iniziative come quelle di intitolare vie e piazze a certi personaggi (Crucioli e Tofani), per di più in concomitanza di queste date, assume più il sapore di provocazione che di distensione.

Pensiamo che l’Amministrazione comunale potrebbe impegnarsi,  se proprio è necessario intitolare strade a qualcuno, a cercare nomi di personaggi dei quali gli ascolani tutti dovrebbero ricordarsi e, visto che siamo in tema, ci viene in mente il nome di Spartaco Perini: Comandante partigiano liberatore della nostra città e della nostra nazione dal nazi fascismo, Tenente Alpino della Julia nella Campagna di Russia, agente dell’IS9 inglese durante la seconda guerra mondiale,l’uomo che salvò dalla fucilazione il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ed il Principe Ruffo di Calabria (fratello della Regina del Belgio Paola di Liegi), insignito di medaglia d’argento ed innumerevoli riconoscimenti alleati.

Al Sig. Luca Gaspari diciamo che noi non dobbiamo scendere da nessun “carro del 25 Aprile” perché quel carro lo abbiamo costruito noi, noi continuiamo a guidarlo e a dirigerlo nella giusta direzione e continuiamo a riempirlo, grazie alla nostra Costituzione, con valori come libertà, democrazia e rispetto delle Istituzioni: tutti nati ed ereditati dalla Resistenza di tutti quelli uomini che iniziarono a costruire quel “carro”. Forse proprio il Sig. Gaspari, e ci dispiace,  è riuscito a trovare il modo più sbagliato per salirci sopra.

Ascoli Piceno, 20 aprile 2013

ANPI PROVINCIALE ASCOLI PICENO

Appello dell’Anpi per il 25 Aprile

Aprile 12th, 2013

“Il 25 aprile tutti in piazza per l’antifascismo e la Costituzione”. Questo il titolo dell’appello che l’Anpi ha lanciato alla vigilia della grande mobilitazione per la festa della Liberazione.

“Il 25 aprile – si rileva – cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza”.

Il monumento ai Caduti Partigiani

“Il 25 aprile – si sottolinea – cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione – ancor’oggi disapplicata e ignorata quando non avversata – unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale”.

“La festa della Liberazione – si spiega – cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo”.

“L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza”.

“Il 25 aprile – si ricorda – è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà”.

“Auspichiamo – conclude l’appello dell’Anpi – una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche: antifascismo e Resistenza. L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia. Una stagione di piena e straordinaria Liberazione”.

11 marzo 1944 – 11 marzo 2013. Le celebrazioni in ricordo della strage di Pozza e Umito

Marzo 3rd, 2013

L’11 Marzo del 1944 si verificò la strage di Pozza e Umito (frazioni di Acquasanta). A Umito morirono, combattendo, i partigiani della Banda Bianco mentre a Pozza furono uccisi dei civili per rappresaglia. Morirono 12 abitanti del posto e 37 partigiani.

 

Racconto di Domenica Sparapani di Umito: “Ero in casa con tre figli: uno di otto anni, uno di sei e una di un anno; ero sola perché mio marito era militare a Reggio Calabria. Venni svegliata da alcuni spari verso l’alba che aumentavano sempre più, la mia casa in fondo al paese era accerchiata da tedeschi e fascisti; proprio qui avveniva la battaglia. L’unica cosa che potevo fare era pregare, i due bambini più grandi non riuscivano neanche a piangere per quanto erano terrorizzati e si tenevano stretti alle mie gonne per sentirsi più protetti. Il tempo non passava mai, i colpi della mitragliatrice posta di fronte, su di una montagna diventavano assordanti, la mia bambina dormiva profondamente. Appena cessati gli spari e tornata la calma, ho portato in salvo i miei due figli e mi sono diretta alla piazzetta del paese. C’era molta neve e camminavo con fatica , qua e la giacevano morti, si udivano urla di donne e di bambini che correvano da una parte all’altra…meglio, meglio non ricordare. Giunta nella piazzetta ho affidato i miei bambini ad alcuni parenti e sono tornata a prendere la piccola Anna, ma la mia casa stava bruciando con la mia bambina dentro. Il primo istinto è stato buttarmi tra le fiamme e salvarla, era ormai impossibile, troppo tardi. Sono rimasta lì immobile, senza poter far nulla, forse non lo ricordo bene, ho gridato disperatamente. Altre case nel frattempo incendiavano. I miei paesani sembravano anch’essi impazziti, perché non avevano più la propria casa, le proprie cose, i viveri; ma io neppure la mia bambina.

(Da: M. G. Battistini e C. Di Sante ( a cura di), Fascismo e Resistenza nel Piceno, Ascoli Piceno, Fast Edit, 2003)

Anche quest’anno le celebrazioni in ricordo della strage nazifascista di Pozza e Umito avranno inizio il giorno 11 marzo, secondo il seguente calendario:

ore 9,30 – ritrovo presso la sede della Comunanza Agraria di Pozza

ore 10,00 – Santa Messa

ore 11,00 – saluto delle Autorità

ore 11,30 – partenza in corteo per il Cimitero di Umito

ore 12,00 – deposizione delle corone