6 giugno 1944, Buon CompleANPI!

3 Giugno 2021 Lascia un commento »

L’ANPI fu formalmente costituita il 6 giugno 1944, a Roma, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista. Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei Partigiani. Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi: riunire in un’associazione tutti coloro che, combattendo contro i nazifascisti, hanno contribuito a restituire al Paese una piena libertà e a favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo; valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei Partigiani; far valere e tutelare il diritto acquisito dei Partigiani stessi a partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese; promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione. 74389EE7-C09A-4C62-B127-5D6E7E245D00
Per celebrare questo 77’ anniversario, l’Anpi di Ascoli Piceno vi invita a partecipare, con le cautele imposte dalla crisi sanitaria, alle commemorazioni previste in mattinata, nella giornata del 6 giugno, con inizio alle ore 9,30, in memoria dei Partigiani caduti il 6 giugno 1944 per mano fascista.
Una corona d’alloro verrà depositata ai piedi del cippo che ricorda il sergente maggiore Francesco Ciotti, trucidato dai fascisti sulla strada per Venagrande, prima del ponte sul torrente Chiaro.
Subito dopo ci recheremo nella Zona industriale, dinanzi allo stabilimento ex-NovICO, per deporre una corona ai piedi del cippo che ricorda i Partigiani Fausto Simonetti, Jacob Eliczer e Ottavio Baccari, barbaramente trucidati dai fascisti.
A8CC6C5E-40CA-4DF8-BDD6-EC523C074504
Arruolatosi nel 1939 in Aeronautica come aiutante sanitario, durante la guerra Fausto Simonetti fu mobilitato sul Fronte occidentale e in Libia. Rientrato in Italia nel febbraio del 1943, al momento dell’armistizio si trovava con il suo reparto in provincia di Foggia. Decise di tornare ad Ascoli ed entrò nella Resistenza, aggregandosi ad una formazione composta in gran parte da militari sbandati, che operava a ridosso della città e che il 3 ottobre affrontò, a Colle San Marco, soverchianti truppe tedesche.
Nello scontro caddero venticinque partigiani, quattro furono feriti e sessanta furono fatti prigionieri. Simonetti, riuscito a sottrarsi alla cattura, continuò ad essere tra gli organizzatori della Resistenza locale, curando il collegamento del Comando dell’VIII Armata alleata con le basi delle Marche e dell’Abruzzo. Nel giugno del 1944 il giovane aviere, come è ricordato nella motivazione della 52403779-93B5-45FB-87BF-7AEA705C1566
Il giovane aviere Fausto Simonetti, come è ricordato nella motivazione della Medaglia d’oro, “… attivamente ricercato dai nazifascisti cadeva, per delazione, in un’imboscata. Catturato e sottoposto a minacce e torture, nulla rivelava circa i dislocamenti e l’organizzazione delle forze partigiane della zona. Esasperati dal contegno fiero e sprezzante, i suoi aguzzini lo fucilarono finendolo, mentre agonizzava, a colpi di calcio di fucile. Fulgido esempio di tenacia, sprezzo della vita e di assoluta dedizione agli ideali di Patria e di libertà”.

Pubblicità