L’addio dell’ANPI Provinciale e Comunale al Partigiano UGO DE SANTIS: Sindaco di Ascoli Piceno e Presidente provinciale dell’ANPI nel 1992-1993.
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L’addio a UGO DE SANTIS
Maggio 24th, 2017CELEBRAZIONE DEL 25 APRILE 2017 A SAN MARCO e A PESCARA DEL TRONTO
Aprile 26th, 2017Si sono svolte nella giornata di ieri molte manifestazioni nella nostra provincia per la FESTA DELLA LIBERAZIONE: A san Benedetto del Tronto, ad Acquasanta Terme ed in altre località. Su tutte vorremmo ricordare la cerimonia svoltasi a SAN MARCO con il discorso di PIETRO PERINI presidente Provinciale che riportiamo integralmente:
Buon giorno, a nome dell’ANPI di Ascoli Piceno porgo il benvenuto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari, religiose e a tutte le associazioni combattentistiche.
Buon onomastico a tutti i Marco presenti e Buon compleanno a tutti. Oggi è il compleanno di tutte le italiane e di tutti gli italiani, oggi celebriamo la nostra Libertà e la celebriamo su questo Colle dove i nostri Partigiani sacrificarono la loro vita per la conquista di questo bene prezioso. Il 25 Aprile del 1945 fu un’ondata incontenibile di gioia; Hitler si sarebbe suicidato cinque giorni più tardi, Mussolini sarebbe stato giustiziato dai Partigiani tre giorni dopo mentre cercava vigliaccamente di scappare, Berlino sarebbe caduta il 2 Maggio, ma tutti gli italiani, quel 25 aprile sapevano che la guerra era finita, il nazifascismo era stato sconfitto: la Resistenza aveva vinto!
Chi aveva dato la propria vita lo aveva fatto inseguendo un sogno, quello di vedere la propria Patria libera dalla dittatura fascista rinascere in una Repubblica democratica, quel 25 aprile tutti gli italiani erano convinti che quel sogno si stesse realizzando. Ma è andata veramente così?
Quest’anno il 25 Aprile assume un significato molto particolare.
Oggi a 72 anni dì distanza, stiamo correndo il rischio di rimettere tutto in discussione. Chi pensava che la nostra Libertà fosse un bene acquisito per sempre si sbagliava. Non bastavano mafia, camorra, ndrangheta, corruzione, attentati alla nostra Costituzione, povertà, fame, mancanza di lavoro, rigurgiti nazifascisti, ora siamo tornati a sentire la parola guerra, guerra totale addirittura, il nostro mondo è di nuovo in pericolo, gli insegnamenti della nostra storia sembra non siano serviti, a distanza di 72 anni tornano alla ribalta personaggi che pensano di essere i padroni del pianeta e poco importa se si chiamano Stati Uniti d’America, Russia, Turchia, Corea o Isis, il loro comun denominatore è la guerra, la guerra come unica soluzione dei problemi. Ma, al contrario, questo Pianeta, questa nostra Terra non è loro, essa appartiene a tutti gli esseri che la abitano e che hanno capito che per viverci tutti insieme l’unica maniera è quella di farlo pacificamente e democraticamente. Una scelta diversa da questa significherebbe imboccare, senza possibilità di tornare indietro, lo sciagurato sentiero che ci porterebbe inevitabilmente verso l’autodistruzione. Non è fantascienza, magari lo fosse, è tutta realtà e noi tutti oggi stiamo festeggiando una Libertà che già domani potremmo avere perso. Usiamo dire che la bugia ha le gambe corte, ma la nostra memoria non è da meno se già ci siamo dimenticati degli orrori che questo nostro mondo ha dovuto sopportare, a cominciare dall’Olocausto per finire con Hiroshima. Tendiamo a tornare con i piedi per terra solo quando delle immani sciagure ci coinvolgono direttamente, solo allora torna a farsi vivo il nostro senso di fratellanza, la nostra voglia di pace, di tranquillità e di serenità. Ma anche questi nobili sentimenti piano piano cominciano a scemare e, immancabilmente, ci facciamo risucchiare dalla freneticità di questo mondo che noi stessi abbiamo voluto così. È accaduto con la guerra ed è accaduto con il terremoto.
Ve lo avevo detto, questo di oggi è un 25 Aprile molto particolare.
L’ANPI, al termine di questa cerimonia si recherà ad Arquata del Tronto per stare vicina anche a quei morti, perché se il 25 Aprile rappresenta la rinascita della nostra Italia, vorremmo tanto che rappresenti anche la rinascita di questi nostri luoghi devastati da un terremoto di inaudita violenza, perché c’è più di qualche cosa che ci lega a quei posti, a quella gente, è una sorta di cordone ombelicale che non potrà mai essere reciso: è la Montagna.
La Resistenza dei nostri Partigiani si è sviluppata in quelle valli, da Acquasanta fino a Montemonaco, se si sono salvati, se alla fine hanno vinto lo devono anche alla gente di quelle montagne che li nascosero e sfamarono mettendo a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie. Gli abitanti di quelle valli erano gente di montagna, come lo sono oggi i loro eredi; la gente di montagna è gente buona, abituata a spaccarsi la schiena, ad aiutarsi e ad aiutare, abituata a non chiedere di essere aiutata perché abituata a risolvere anche le situazioni più precarie con le proprie forze. Ma quì siamo di fronte a qualcosa di maledettamente più grande di noi, siamo di fronte ad una tragedia che potrebbe annientare la loro storia, i sacrifici di una vita e allora questa volta l’aiuto verso questa gente deve partire spontaneo, da tutti noi, da tutte le nostre Istituzioni e tutti dobbiamo impegnarci per dare loro tutto l’aiuto possibile e per non deludere le loro speranze, riposte verso una società che si comporti, una volta tanto, proprio come loro, come gente di montagna.
Un impegno teso a garantire che, anche in questa occasione si faccia in modo che i valori della nostra Costituzione, che quest’anno compie 70 anni, vengano finalmente messi in pratica anche in questi luoghi straordinariamente belli e selvaggi del nostro territorio; se non tenessimo ben presente questo aspetto fondamentale, verremo meno al dovere della memoria ma anche ad un dovere di civismo per ciò che riguarda il presente ed il futuro di chi su quelle montagne, come quella gente, ci vive e giustamente pretende che vengano praticati e rispettati valori costituzionali come il lavoro, la casa, la salvaguardia del territorio, la salute.
La strada giusta è già tracciata, basta guardarsi indietro.
In quel 1943 il nemico era uno, era grande, potente, sembrava addirittura invincibile, si chiamava nazifascismo, i nostri Partigiani dimenticarono di essere comunisti, democristiani, monarchici, qualcuno dimenticò persino di essere stato un fascista, e si ricordarono, tutti insieme di essere semplicemente Italiani. Siamo ancora tutti Italiani e su molti di noi si è abbattuta una nuova immane tragedia. Impegniamoci tutti insieme, ancora una volta in questa nuova Resistenza.
Viva la Libertà
Dopo la cerimonia di SAN MARCO una delegazione dell’ANPI si è recata a Pescara del Tronto per rendere omaggio sia ai caduti per la RESISTENZA, che ai morti provocati dai terremoti del 2016, alla presenza del vicesindaco MICHELE FRANCHI
25 aprile
Aprile 17th, 2016Anpi memoria storica del 900
Novembre 14th, 2015ANPI A SCUOLA MEMORIA ATTIVA DEL NOVECENTO
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è custode istituzionale della memoria dei protagonisti e dei fatti militari e civili che portarono l’Italia fuori dalla sanguinosa dittatura, nella democrazia sancita dalla Costituzione Repubblicana.
Nel corso dei decenni l’ANPI ha vigilato sui valori dell’Antifascismo e della Resistenza narrando, attraverso il ricordo dei protagonisti, quella stagione di slanci ideali, di eroismi, di stragi orrende, in cui uomini e donne in tutto il Paese sacrificarono se stessi per la conquista della pace e della libertà . Il compito di custodire la memoria si realizza attraverso le azioni concrete che favoriscono soprattutto tra le giovani generazioni la conoscenza oggettiva dei fatti e degli eventi.
L’ANPI insieme con l’ ISML Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione sono gli affidatari della memoria storica del Novecento ed è per questo che grazie a specifiche convenzioni con il MIUR, il Ministero dell’Istruzione, svolgono attività nelle scuole di ogni ordine e grado, finalizzate alla diffusione della conoscenza storica. Da diversi anni ANPI e ISML progettano articolati percorsi didattici in collaborazione, realizzando progetti di approfondimento e di ricerca volti a motivare ed accrescere l’interesse dei giovani per la Storia. L’incontro con il passato attraverso il racconto di chi ha vissuto l’esperienza della dittatura e della Resistenza, attraverso approfondimenti con gli storici, attività didattiche, viaggi e visite guidate sui luoghi della memoria contribuisce, ad avvicinare migliaia gli studenti ascolani alla Storia del nostro territorio e del nostro Paese.
Guardare alla conoscenza storica con fiducia è stabilire un rapporto critico e consapevole con il passato, liberi da stereotipi e da false verità veicolate strumentalmente che possono offuscare l’orizzonte e generano orrori come negazionismo e pericolose mitizzazioni.
La conoscenza è fondamentale per alimentare un rapporto dinamico con il passato, perché il patrimonio di principi e valori scaturiti dalla lotta di Liberazione sia realmente condiviso e intorno ad esso si possa costruire il patto etico che tiene unita una comunità.
L’ANPI è tra i soggetti istituzionali chiamati a dare il proprio contributo per dar corpo ad un autentico patto intergenerazionale.
La campagna congressuale dell’ANPI, appena iniziata, ha lo scopo di avvicinare sempre più giovani e antifascisti all’Associazione per irrobustire ed allargare le azioni da svolgere a sostegno della democrazia partecipata, nella costruzione di iniziative condivise, nella diffusione della verità storica, nel dialogo dialettico e nello scambio di opinioni.
Conoscere il passato dà senso alle ragioni del presente per progettare un futuro in cui sentirsi la responsabilità e il diritto di svolgere il ruolo attivo di cittadini.
Domenica 29 novembre, per la giornata nazionale del Tesseramento nelle piazze principali dei comuni piceni l’ANPI incontra la cittadinanza.
Per l’occasione la sede provinciale di Ascoli in Corso Mazzini, 39 sarà aperta dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
Ascoli Piceno, 13 novembre 2015 ANPI Sezione Provinciale di Ascoli Piceno
Lettera aperta al Presidente dell’Ascoli Calcio
Febbraio 22nd, 2015Gentile Dottor Francesco Bellini,
avevamo già da tempo intenzione di scriverLe per segnalare una serie di episodi che vedono protagonisti individuati settori della tifoseria locale, ma oggi non possiamo rimandare oltre il bisogno di esprimerLe la più profonda indignazione, nostra e di tutti i democratici tifosi e sportivi ascolani di fronte all’ennesimo oltraggio inferto all’immagine della città di Ascoli.
Ci riferiamo al saluto “romano” tributato dal calciatore Perez alla curva sud dello stadio cittadino, che ospita la tifoseria più politicizzata.
Lei sa, Egregio Presidente dell’Ascoli Calcio, che il nostro stadio è intitolato a Cino Del Duca, attivo antifascista riparato in Francia nel ’23, decorato dal governo francese per la sua partecipazione alla Resistenza, Presidente dell’Ascoli all’indomani della Liberazione dal nazifascismo.
Lei sa, Egregio Presidente, che questa città è stata liberata anche con il sacrificio di tanti suoi figli che non si piegarono di fronte alle barbarie ed all’orrore di un regime sanguinario, e che per il loro sacrificio questa città è stata decorata con la Medaglia d’oro al Valor militare per attività Partigiana, come la Provincia.
Ci chiediamo, allora, se questa città e questa provincia meritino che una minoranza di esaltati, che si spacciano per sostenitori della squadra, possano così impunemente infangare la storia e la memoria di questi luoghi e tutto questo in nome di una falsa passione sportiva.
Egregio Presidente, vorremmo che il calcio, come tutte le altre discipline sportive, fosse veicolo di messaggi positivi, di sano agonismo, di spirito davvero sportivo nel suo reale significato e non pretesto per fomentare odi e campanilismi puerili, che hanno trasformato gli spalti in palestre di violenza in mano a pochi facinorosi.
Forse ricorda che l’anno scorso, di questi tempi, l’assessore provinciale Andrea Maria Antonini veniva fotografato allo stadio con una vistosa croce celtica sulla sciarpa e che, a discolpa, dichiarava ingenuamente che l’indumento era “una delle tante sciarpe che da 40 anni identifica l’appartenenza alla curva”; episodi del genere spiegano una città piena di scritte fasciste, svastiche e croci celtiche firmate dalla frangia neofascista della tifoseria ascolana.
Lei sa, Egregio Presidente, che la legge Mancino punisce severamente tutti gli episodi che richiamano gesti o immagini di gruppi o organizzazioni neofasciste, specialmente se a commettere tali gesti sono gli stessi giocatori in campo.
Non è questo il calcio che una città insignita di Medaglia d’Oro al Valore Militare per Attività Partigiana vorrebbe vedere e sostenere.
Se ci rivolgiamo a Lei è perché siamo sicuri che Lei condivide le nostre preoccupazioni e vorrà farsene carico richiamando tutti, giocatori e tifosi, al rispetto delle leggi e della memoria antifascista di questa città.
Confidiamo in una Sua cortese risposta: siamo certi che episodi di questo genere non sarebbero possibili in nazioni come quella in cui Lei vive la Sua professione. Si immagina i commenti dei lettori de Le soleil de Quebec, del Montreal Gazette o de Le Journal de Montreal di fronte a tali notizie?
Cordialmente la salutiamo.
La Segreteria Provinciale ANPI Ascoli Piceno
Riunitasi il 20/02/2015
Il Presidente
William Scalabroni






