Archive for the ‘Iniziative’ category

Il 6 giugno ricordiamo Francesco Ciotti, Fausto Simonetti, Eliczer Jacob e Ottavio Baccari

Giugno 6th, 2022

9D0D772A-E4F6-4105-85DA-B76EF3880DEB

Questa mattina, una delegazione dell’ANPI ha deposto una corona d’alloro al cippo sulla strada per Venagrande, in memoria del Partigiano Francesco Ciotti, trucidato dai fascisti il 7 giugno 1944.
Successivamente, sulla strada della Bonifica, presso lo stabilimento ex Novico, l’Anpi ha ricordato i Partigiani Fausto Simonetti, Eliczer Jacob e Ottavio Baccari, presso il cippo che ricorda il loro sacrificio di quei giorni di giugno del 1944. 517D993B-5580-4EF1-A904-EFC42051C997
Arruolatosi nel 1939 in Aeronautica come aiutante sanitario, durante la guerra Fausto Simonetti fu mobilitato sul Fronte occidentale e in Libia. Rientrato in Italia nel febbraio del 1943, al momento dell’armistizio si trovava con il suo reparto in provincia di Foggia. Decise di tornare ad Ascoli ed entrò nella Resistenza, aggregandosi ad una formazione composta in gran parte da militari sbandati, che operava a ridosso della città e che il 3 ottobre affrontò, a Colle San Marco, soverchianti truppe tedesche.
Nello scontro caddero venticinque partigiani, quattro furono feriti e sessanta furono fatti prigionieri. Simonetti, riuscito a sottrarsi alla cattura, continuò ad essere tra gli organizzatori della Resistenza locale, curando il collegamento del Comando dell’VIII Armata alleata con le basi delle Marche e dell’Abruzzo. Nel giugno del 1944 il giovane aviere, come è ricordato nella motivazione della Medaglia d’oro, “… attivamente ricercato dai nazifascisti cadeva, per delazione, in un’imboscata. Catturato e sottoposto a minacce e torture, nulla rivelava circa i dislocamenti e l’organizzazione delle forze partigiane della zona. Esasperati dal contegno fiero e sprezzante, i suoi aguzzini lo fucilarono finendolo, mentre agonizzava, a colpi di calcio di fucile. Fulgido esempio di tenacia, sprezzo della vita e di assoluta dedizione agli ideali di Patria e di libertà”.

18 giugno 1944 – 18 giugno 2022. Ascoli liberata, Ascoli antifascista.

Giugno 1st, 2022

ASCOLI Liberata

1 maggio, l’Anpi a Porta Romana per ricordare Marcello Marini e Mario Rabitti, fucilati dai fascisti

Maggio 2nd, 2022

F7266028-7712-4DC8-9840-1AACBD6494D7

I partigiani Rabitti e Marini operavano con la banda Decio Filipponi, al comando di Dario Rossetti, nome di battaglia Rani d’Ancal. La sera del 27 aprile parteciparono a un’azione nel piccolo centro di Falerone, dove una volta bloccati tutti gli accessi, furono rese inutilizzabili le automobili civili che erano state requisite dai tedeschi, ma che non erano ancora state portate via perché mancavano delle gomme. Furono inoltre organizzati dei posti di blocco sulle strade vicine al paese, per affermare il controllo del territorio. Tuttavia l’inesperienza e l’ingenuità fu fatale per i due membri del gruppo: Marini e Rabitti il 30 aprile fermarono una macchina sospetta nei pressi di Penna San Giovanni. I due occupanti dichiararono loro che stavano per raggiungere il proprietario dell’autovettura a Piane di Falerone, pertanto i partigiani salirono e decisero di verificarlo di persona. In realtà il proprietario era uno dei due uomini, che alla fine li condusse dalla milizia fascista che quel giorno era riunita a Piane per proteggere un raduno di bestiame per i tedeschi. I partigiani furono catturati, trasferiti ad Ascoli Piceno. Preoccupato per la vita dei suoi compagni, Rani d’Ancal e un partigiano slavo catturarono due repubblichini provenienti da Ravenna, nel tentativo estremo di uno scambio alla pari tra prigionieri. La proposta gappista giunse ai comandi fascisti di Ascoli e di Fermo quando i due sfortunati erano stati ormai fucilati senza processo. Alla notizia, Rani d’Ancal ordinò l’immediata condanna a morte degli ostaggi.image
Due imprese su tutte resero celebre nel Fermano il nome di Rani d’Ancal: la completa evacuazione del campo di internamento di Servigliano nella notte tra il 7 e l’8 giugno 1944, dove erano rinchiusi gli ebrei dell’Ascolano, ai quali si erano aggiunti nel febbraio 1944 circa 300 maltesi, e della cittadina di Montegiorgio. Oltre a ciò, la lotta alle spie condotta dai gappisti agli ordini di Rani d’Ancal produsse un numero elevato di prigionieri, indurì la stima della popolazione locale verso il comandante montecarottese e, soprattutto, impedì deportazioni e rappresaglie di civili.
Dopo la liberazione, Dario Rossetti fece ritorno a Montecarotto e con il matrimonio spostò la residenza ad Ancona, dove vi rimase fino alla fine dei suoi giorni.
Le Bande Decio Filipponi facevano parte delle brigate d’assalto “Garibaldi” e il battaglione gappista Rani risultò il più insidioso tra le forze partigiane della bassa collina marchigiana. Dei tre nuclei “Filipponi”, la banda d’Ancal era attiva nella zona di Sant’Angelo in Pontano, Montappone, Massa Fermana e Loro Piceno. Le altre due formazioni erano guidate da Giovanni Iommi, destinato alla zona di Servigliano, Penna San Giovanni, Falerone, e da Ercole Ercoli, presente prevalentemente nella zona di Mogliano.

25 Aprile, l’intervento di Pietro Perini a Colle San Marco

Aprile 27th, 2022

Questo 25 Aprile ha un titolo: FESTA DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO e quest’anno ha anche un sottotitolo rappresentato dall’Art. 11 della nostra Costituzione: L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA!!
Buongiorno a tutte e a tutti, porgo il benvenuto dell’ANPI a tutte le autorità intervenute, militari, civili e religiose e naturalmente a tutti i presenti che hanno sentito il bisogno, in questo giorno, di salire su questo Colle e Buon onomastico a tutti i Marco.
Oggi celebriamo la Liberazione dal nazifascismo, dalla guerra, dalla dittatura; 77 anni fa in questo giorno gli italiani si riappropriarono della loro Libertà. Oggi tutti noi dovremmo essere felici di poter festeggiare questa ricorrenza ma, come si fa ad essere felici quando tutto ciò che costò sangue e morte di milioni di persone per essere conquistato, viene rimesso di nuovo in discussione, in pericolo ?
Oggi abbiamo davanti a noi la prova provata che Libertà e Democrazia non sono beni acquisiti per sempre.
Sembra incredibile ma oggi ritorniamo a parlare di guerra. Una parola che l’umanità intera dovrebbe cancellare dai propri vocabolari e che al contrario, giorno dopo giorno, rende più attuale e della quale, drammaticamente, pare non possa fare a meno.
Si, perché oggi ognuno di noi ha la mente devastata da ciò che sta accadendo in Ucraina, forse perché tutto quanto sta accadendo nella nostra Europa, forse perché tutte le televisioni martellano ora dopo ora su questo argomento. Ma la guerra non ha mai abbandonato questo nostro mondo: 6D7BCAA2-D5E2-4E8B-BE5F-CB6A4E1F18D5
Afghanistan
Algeria
Burundi
Brasile
Colombia
Congo R.D.
Costa d’Avorio
Egitto
Eritrea-Etiopia
Filippine
Yemen
Indonesia
Iraq
Israele-Palestina
Libia
Kashmir
Kurdistan
Nepal
Nigeria
Repubblica Centrafricana
Siria
Somalia
Sudan
Uganda
E ora Ucraina
Questi sono solo alcuni dei conflitti attivi in questo nostro povero mondo, queste sono guerre che fino ad ora hanno provocato oltre 5.000.000 di vittime. Queste sono le guerre di cui non si parla o di cui si parla sempre molto poco, come se ci fossero guerre di Serie A e guerre di Serie B, scordandosi che una guerra è sempre una guerra a prescindere dalle parti che si combattono, a prescindere dagli interessi che le hanno provocate, a prescindere dal colore della pelle di chi le combatte.
Pare che esista un solo metodo efficace per fare in modo che certi conflitti cessino, parliamo di sanzioni, di boicottaggi, di embarghi verso le nazioni che hanno scatenato ingiustamente un conflitto ma, se veramente volessimo fare in modo che in un mondo futuro non si parli più di guerre, questi metodi dovrebbero essere usati unicamente verso i costruttori di armi. Eserciti ed armi dovrebbero essere impiegati unicamente per combattere seriamente tutti coloro che giorno per giorno limitano democrazia e libertà in ogni Paese: mafie di ogni tipo e terrorismo. 3C37915A-881C-4EEB-8FAB-9F836154D8D3
Dovunque c’è una guerra, dovunque ci sono armi che sparano, ci sono donne, uomini e bambini che muoiono, che soffrono per la fame, la sete e le malattie, ci sono città che vengono letteralmente demolite da razzi e cannonate. Ma ogni colpo esploso non demolisce soltanto edifici, scuole, ospedali; ogni colpo esploso contribuisce a demolire, giorno dopo giorno, lentamente ed inesorabilmente, la Libertà di ognuno di noi. E poi ci sono i profughi, famiglie intere che fuggono per mettersi in salvo, per mettere in salvo i propri figli, abbandonando le proprie case e tutto ciò che erano riuscite a costruirsi nel corso della propria esistenza. Stiamo assistendo in questi giorni ad una corsa all’accoglienza e all’ospitalità, finalmente condivise da tutti gli schieramenti politici che con questo nobile atteggiamento hanno però certificato anche qui l’esistenza di profughi di serie A e profughi di Serie B evidenziando la profonda differenza tra l’accoglienza riservata ai profughi di questo conflitto e coloro che fuggono da quelli medio orientali ed africani arrivando a distinguerli come veri e falsi profughi.
E poi ci sono i giovani, quelli di ieri e quelli di oggi. Quelli di ieri purtroppo non ci sono più, portati via dal tempo trascorso e dalla guerra combattuta per garantirci un futuro migliore del loro presente ma che se potessero sbirciare un solo momento nella nostra epoca ci direbbero – ma che state facendo? Che cosa state combinando? I nostri sacrifici a che cosa sono serviti? – Quelli di oggi ai quali dovremmo chiedere scusa per il mondo che abbiamo intenzione di lasciare loro in eredità. 773FD97A-92BC-4D48-8F91-678B88A91786
Guerre, sangue, morti, devastazioni, eccidi. Eppure ci siamo già passati. Dove è andata a finire la famosa memoria storica che dovrebbe servire per evitare di compiere ancora gli errori del passato? Essa è stata pian piano risucchiata dall’imbarbarimento generale che da anni ormai ha colpito l’umanità rendendola cattiva, senza più rispetto verso il prossimo, con comportamenti sempre più fedeli alle situazioni che i media amano propinarci: il 90% delle pagine dei giornali e dei TG televisivi non fanno altro che pubblicizzare brutte e cattive notizie che accompagnano giorno per giorno le nostre esistenze. Forse variando queste percentuali a favore delle belle e buone notizie anche l’animo umano potrebbe essere alimentato in maniera diversa.
In mezzo a tutto questo buio, tuttavia, la fiaccola della speranza non si è mai spenta, alimentata quotidianamente dalle nuove generazioni che hanno già capito quali sono le giuste strade da seguire e da un Papa che oggi rappresenta l’unica voce fuori dal coro. Toccherà a questi giovani, ancora una volta, come i loro coetanei di 77 anni fa, mettere mano a tutti i nostri errori, continuando a sostenere strenuamente una parola della quale ci siamo dimenticati l’esistenza: PACE. I giovani di tutto il pianeta hanno già capito che devono impegnarsi, tutti uniti, per raggiungere i loro traguardi, ce lo hanno dimostrato in più di una occasione.
E poi, ognuno di loro, in ogni parte del mondo, sa già cantare Bella Ciao.
Buon 25 Aprile.

Variazione orari partenza pullman

Aprile 21st, 2022

VARIAZIONE ORARI DI PARTENZA PULLMAN PER LA MARCIA DELLA PACE PERUGIASSISI
Domenica 24 aprile
Ascoli Piceno, piazzale stadio, ore 8,00
San Benedetto del Tronto, piazzale Decathlon, ore 8,30