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Domenica 1 luglio alla caciara “3 ottobre 1943” per ricordare William Scalabroni ed i ragazzi del ’43, Narciso Galiè, Serafino Cellini e Alessandro Panichi

Giugno 19th, 2018

Cosa accadde nella triste giornata del 3 ottobre 1943.
Un gruppo di giovani partigiani si trovava ai piedi del Monte Giammatura, nei pressi della Caciara, ora ricostruita. Sul monte era calato fortunatamente uno spesso nebbione che rendeva quasi nulla la visibilità. Arrivò nei pressi della caciara un gruppo di soldati inglesi, 10 o 12, fuggiti dal campo di internamento Comunanza.image

Avvertirono i giovani ascolani che stava arrivando una nutrita pattuglia di nazi fascisti. Chiesero venisse loro indicata la direzione verso sud per sfuggire all’accerchiamento dei nazi fascisti. E in quella direzione si avviarono prontamente appena fu loro indicata, invitando i giovani ad allontanarsi immediatamente per evitare di essere sopraffatti.

Cosa che i giovani fortunatamente fecero. Il nebbione consentì loro di sfuggire all’accerchiamento dei nazi fascisti che stavano giungendo anche da sud dal crinale della montagna. L’altra pattuglia dei nazi fascisti proveniva invece da nord, probabilmente da Folignano. Questa pattuglia incontrò la resistenza di tre partigiani appostati su un piccolo rilievo della località “vene rosse” in un bosco lussureggiante. I tre giovani per bloccare l’avanzata del nazi fascisti si sacrificarono e soccombettero di fronte alla preponderante potenza di fuoco della pattuglia dei tedeschi. Il loro sacrificio salvò dall’accerchiamento gli altri giovani che si trovavano nei pressi della caciara e consentì loro di allontanarsi prima che fosse troppo tardi. Ora tre piccole croci di ferro ricordano il sacrificio dei tre giovani eroi: Narciso Galiè, Serafino Cellini e Alessandro Panichi.image
Nel frattempo l’altra pattuglia, giunta presso la caciara, la imbottì di tritolo e la distrusse. La locale sede Ampi ha ricostruito la caciara a eterna memoria di un vicenda storica che non va assolutamente dimenticata. Così come va custodita la memoria e l’integrità del sentiero che dalla caciara conduce alle vene rosse, luogo del martirio dove tre piccole modeste croci ricordano il martirio degli eroi.
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Migranti, il nuovo “nemico” del fascismo nostrano

Giugno 14th, 2018

Grazie alla pressione crescente della propaganda la percezione diffusa riguardo i migranti è di sospetto, diffidenza, discriminazione, razzismo.

Si grida all’emergenza migranti, pur non avendo la questione ormai nulla di straordinario ed improvviso e pur mantenendosi i flussi migratori degli ultimi anni relativamente stabili e prevedibili.

Si afferma stiamo assistendo a un’invasione di migranti o, addirittura, a una sostituzione etnica della popolazione, pur essendo i migranti appena il 7% della popolazione dell’Unione Europea.

Si dice i migranti tolgono il lavoro agli italiani, anche se è noto che essi svolgono prevalentemente lavori non qualificati che gli italiani non sono disposti ad accettare.

Si dichiara la crisi economica è colpa dei migranti, anche se sono consistenti i benefici economici prodotti dagli stranieri in rapporto ai costi, incluse le spese di giustizia e sanitarie.

Si accusano i migranti di essere nullafacenti e delinquenti anche se i residenti in Italia danno un contributo culturale, economico, previdenziale, demografico, molto positivo.image

Si minaccia di rispedirli subito a casa al grido non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano, senza valutare le catastrofiche conseguenze sociali, economiche e di violazione dei diritti umani, per loro e per il nostro Paese.

Si minaccia la pacchia è finita ai migranti nonostante esistano testimonianze e rapporti sulle condizioni di grave violazione dei diritti umani dei profughi che sostano in Libia e dei molti paesi di provenienza.

Si sente ripetere regalano trenta euro al giorno ad ogni immigrato ma la verità è che ricevono 2,5 euro al giorno e che il resto va alle strutture che assicurano i servizi di accoglienza.

Si dice macché poveri e disperati; questi sono falsi profughi, non sono poveri e non scappano dalla guerra né dalla fame, nonostante molti di loro abbiano diritto, in base agli standard internazionali, allo status di rifugiato.

Si dice genericamente migrante omettendo, in un’ottica assimilazionista, l’identità nazionale dei profughi, nonostante ciascuno di loro vanti una nazione e/o una comunità di provenienza con caratteristiche precipue.

Si parla di accoglienza ai migranti in chiave dispregiativa gridando all’assistenzialismo come fenomeno degenerativo della politica di sostegno promossa dallo stato, omettendo l’enorme impegno profuso fino ad oggi nei soccorsi e nell’accoglienza. salvini
Si assicura un collegamento sempre più intenso tra migrazione e terrorismo nonostante la quasi totalità degli attentati terroristici compiuti in Europa siano stati eseguiti da cittadini europei.

Si pongono questioni francamente razziste come: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate, nonostante il tragico passato razzista dell’Italia.

Si gridano falsi allarmi come l’immigrazione minaccia l’Europa e la cultura cristiana, e l’Unione Europea deve concentrare l’attenzione sulla protezione dei suoi confini, nonostante le infauste ombre di un passato nazi-fascista gravi sull’Europa.

Si progetta di formare un asse Berlino, Vienna, Roma contro l’immigrazione irregolare (vi ricordate?), o di creare centri comuni fuori dai confini dell’Unione Europea destinati ai migranti, con sinistri richiami al recente passato.

Si urla no al traffico di esseri umani, no al business dell’immigrazione clandestina facendo credere che politiche precedenti non abbiano rincorso i medesimi obiettivi e che slogan semplicistici possano sostituire la complessità della politica e dei negoziati.

Si chiudono illegalmente i porti alle navi cariche di migranti, giocando con la vita e la morte delle persone e utilizzando la loro sofferenza, dichiarando di risolvere un problema politico.

Tutto questo si dice e si fa interpretando, manipolandolo, il pensiero del popolo italiano e, per così dire, agendo in suo favore. Sono orgogliosamente populista si dice esaltando in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di questi nuovi valori esaltati come positivi ma che sono una dilatata e diffusa percezione di sospetto, diffidenza, discriminazione, razzismo.

Tutto questo si dice e si fa, anche se potrebbe comportare la violazione di norme nazionali e internazionali che regolano il salvataggio delle persone in mare e la gestione dei flussi migratori, la Costituzione italiana e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
salvini-padre-migranti-408x512Sotto la pressione della descritta crescente propaganda falsa e razzista che sta diventando una nuova pericolosa verità popolare, alcune istituzioni italiane ed europee sembrano rigettare i loro stessi principi fondanti nati dalle ceneri della Shoah e della Seconda Guerra Mondiale. Non dimentichiamo che cacciate, espulsioni, ghetti, confini, insieme a tentativi di assimilazione e integrazione forzate, sono stati sperimentati innumerevoli volte nel corso dei secoli in occidente con effetti disastrosi.

Ci appelliamo alle istituzioni e all’opposizione affinché prevalga la verità oggettiva e non il pregiudizio e perché si avvii una riflessione seria, basata sul principio del federalismo culturale, che valorizzi il principio di vivere uniti nella diversità, secondo le indicazioni dell’Unione Europea.

18 giugno, Ascoli liberata

Giugno 11th, 2018

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Macerata, allarme democratico

Maggio 3rd, 2018

COMUNICATO STAMPA

L’ANPI Provinciale di Ascoli Piceno esprime solidarietà e vicinanza all’ANPI e alla cittadinanza di Macerata per l’inaccettabile situazione di questi giorni.
Riteniamo necessaria e irrinunciabile una presa di posizione inequivocabile da parte delle Istituzioni nel rispetto dei principi dettati dalla Costituzione repubblicana sgorgata dal sacrificio di tutti gli Italiani. Uniti si batterono e morirono per sconfiggere quel regime violento e liberticida che oggi, con tracotanza, viene evocato da formazioni giovanili razziste, xenofobe, avvezze all’uso della violenza e della prevaricazione.
Auspichiamo che, nel rispetto della Costituzione e della Storia più nobile del nostro Paese, le Istituzioni democratiche maceratesi sappiano delimitare gli spazi di azione di questi soggetti che rivendicano senza pudore la condivisione di principi fascisti.
La revoca dell’autorizzazione è indispensabile per ristabilire il principio che delegittima chiunque compia apologia di fascismo.
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Ascoli Piceno, 3 maggio 2018
Il Comitato Provinciale
ANPI
Ascoli Piceno

Colle San Marco, 25 aprile 2018: il discorso del Presidente provinciale dell’ANPI Pietro Perini

Aprile 25th, 2018

Buon giorno, a nome dell’ANPI di Ascoli Piceno porgo il benvenuto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari, religiose e a tutte le associazioni combattentistiche.
Buon onomastico a tutti i Marco presenti e Buon compleanno a tutti. Oggi è il compleanno di tutte le italiane e di tutti gli italiani, oggi celebriamo la nostra Libertà . Festeggio questa giornata con tanta amarezza nel cuore perché tra di voi non vedo più risaltare la folta capigliatura bianca del nostro caro William ma, sono sicuro, lui è quì, come sempre, da qualche parte, in mezzo a noi e allora, buon 25 Aprile William!
Questo è il primo 25 Aprile senza partigiani.
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Da oggi, ufficialmente, la Brigata Partigiana Colle San Marco ci passa il testimone.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere tutti uniti, perché il messaggio dei nostri Partigiani è sempre stato chiaro: continuate sempre la nostra Resistenza.
La Libertà che festeggiamo oggi è la madre di tutte le Libertà. È quella Libertà che permette all’umanità di riscattarsi, di annientare le schiavitù, di abbattere il giogo delle dittature, di far vivere interi popoli e nazioni nella democrazia. È la Libertà che, per essere ottenuta, pretende il prezzo più alto, un prezzo che si paga con morti e sangue. È la Libertà voluta da donne e uomini che si sono sacrificati sapendo che non ne avrebbero goduto ma avrebbero permesso alle generazioni future di vivere in un mondo nuovo. È la Libertà che partorisce tante altre forme di Libertà. La Libertà di vivere, di studiare, di lavorare, di scrivere e di leggere, di giocare, di parlare, di credere oppure no, di essere bianco oppure nero, di amare una donna oppure un uomo, di avere un’idea oppure un’altra. Ma questa Libertà, così potente e poderosa è allo stesso tempo estremamente fragile e delicata, essa non è come una sterminata prateria dove ognuno di noi può andare a suo piacimento, essa ha dei confini ben precisi, che non bisogna oltrepassare mai, perché facendolo si dissolverebbe come neve al sole. È un confine netto, invalicabile, che ci ammonisce sul fatto che la nostra Libertà termina dove ha inizio quella di un nostro simile. È una regola semplice, che alimenta, ingigantisce e rinvigorisce ogni Libertà tutte le volte che viene rispettata. Tutto questo rappresenta la vera Libertà. Ma, da bravi esseri umani, cerchiamo, sempre più spesso di aggirare questa semplicissima regola è così abbiamo fatto in modo di crearci altri tipi di Libertà: le Libertà che ci prendiamo.
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Così ci prendiamo la Libertà di uccidere, di dichiarare guerra, di respingere chi ci chiede aiuto, di odiare chi non la pensa come noi, di ricordare il compleanno di un assassino come hiltler, di negare l’Olocausto, di deridere e vessare chi è più debole, di imbrattare i muri delle nostre città con svastiche, di fare il saluto romano, ma anche di malmenare o peggio assassinare una donna e di prendere a pugni un insegnante. Ogni volta che ci prendiamo di queste Libertà, indeboliamo quella di ognuno di noi. È come se ogni volta facessimo un passo verso l’orlo di una voragine. E sapete perché ci prendiamo tutte queste Libertà? Perché nella nostra vita quotidiana che abbiamo così ben condito di Whats App, Facebook, Instagram, Internet che sono diventati le nostre necessità primarie, ci siamo dimenticati completamente di un ingrediente, il più importante. Talmente importante che è anche l’unico che permette alla nostra Libertà di sopravvivere e prosperare: si chiama Rispetto. Il Rispetto però è un cliente scomodo. Ai genitori costa fatica pretenderlo, la scuola non lo insegna più perché ha completamente snaturato il proprio ruolo, i politici ne fanno volentieri a meno, ormai questo termine risuona solo tra mafiosi e tra camorristi che però lo usano come sinonimo di omertà. Senza il rispetto non può esserci Libertà. Per il genere umano la Libertà è un bene prezioso come l’aria e noi ogni giorno, ci stiamo stringendo un cappio intorno alla gola. Non ci accorgiamo che stiamo soffocando piano piano, perché stiamo distruggendo la nostra Libertà. È una società che ha imboccato la strada più pericolosa che aveva a disposizione, all’orizzonte non si percepisce nulla di buono, almeno fino a quando non torneremo a dire tre semplici parole: GRAZIE, SCUSA e PER FAVORE!
VIVA LA LIBERTÀ E BUON 25 APRILE A TUTTI