Il 12 settembre 1943 il primo scontro contro gli occupanti tedeschi da parte di civili e militari di stanza ad AscoliPiceno

Settembre 9th, 2020 Nessun commento »

Quel 12 settembre 1943 ad Ascoli Piceno, il primo scontro contro l’esercito tedesco da parte di civili e militari italiani

Già nella sera dell’11 settembre cominciarono a circolare in città voci confuse di reparti tedeschi in marcia lungo la Salaria e diretti da Rieti ad Ascoli. Si parlava, addirittura, di una divisione corazzata.
I tedeschi entrarono in città il giorno successivo, il 12 settembre. Erano circa le 10 quando, da Porta Romana, giunse ad Ascoli un reparto motorizzato che si frazionò in più gruppi. Si trattava della 2’ Compagnia autoveicoli del comando di Roma della Kriegsmarine, un’unità di servizi della Marina militare che, pur non essendo destinata a svolgere principalmente compiti di prima linea, era tuttavia dotata di automezzi blindati, mitragliere pesanti e cannoncini a tiro rapido.
Il primo attacco fu diretto contro la caserma Vecchi: fu distrutto il centralino, disarmati i soldati e gli ufficiali, presi come prigionieri il ten. col. Perna e il cap. Camilli. D549163F-5F04-4F73-949F-B91385855617
Intorno alle 11, guidati dal tenente Ludwig Hoffmann, i tedeschi si diressero verso la caserma Umberto I, sparando e pretendendo la resa dei soldati italiani. Il tenente Cleto Capponi, che si trovava nell’ufficio comando, ricorda che: si udirono intimazioni tedesche accompagnate da qualche raffica di arma automatica, alle quali rispose immediatamente il fuoco delle armi già appositamente piazzate nella caserma, a sbarramento degli accessi. I tedeschi probabilmente non si attendevano una resistenza organizzata e puntavano ad una resa più o meno immediata del comando. Invece il comandante del 49° Rgt. Fanteria, il colonnello Santanchè, pur nella confusione di quei giorni, aveva organizzato la difesa della caserma. Ne seguì uno scontro violento nel quale persero la vita il sergente Lepori e il sottotenente Luciano Albanesi. Nelle file nemiche trovarono la morte lo stesso tenente Hoffmann ed alcuni soldati tedeschi.
Mentre lo scontro alla caserma era ancora in corso, il reparto tedesco più numeroso si era messo in marcia verso le Casermette funzionali di San Filippo e Giacomo dividendosi in due colonne.
I tedeschi non potevano prevedere che un gruppo di partigiani pronti ad aprire il fuoco era già posto all’altezza del passaggio al livello, gli avieri erano allineati a difesa dell’ingresso della strada e sul cavalcavia della ferrovia, e semplici cittadini erano armati e appostati tra le case e sopra i tetti. Nel conflitto a fuoco che seguì vi furono diverse decine di feriti e caduti da entrambe le parti.ACB59CA9-A657-437E-ACD2-E90C2BFE9C34
A fine giornata, tra la popolazione ascolana si contarono due caduti: una giovane donna, Concetta Cafini, colpita accidentalmente da una pallottola vagante nei pressi della Caserma Umberto I, e il diciassettenne Adriano Cinelli, ferito a morte davanti al Distretto da una raffica partita da un automezzo tedesco di passaggio che, qualche istante prima, era stato fatto segno al fuoco dei civili.
Il 12 settembre 2020 alle ore 9:00, presso il sottopasso ferroviario a SS. Filippo e Giacomo, verrà inaugurata la targa rinnovata in onore degli avieri caduti per la Patria e la Libertà, tutti decorati con Medaglia d’Argento al Valore Militare: Gaetano Barrile, Antonio, D’Urso, Giuseppe Faienza, Giovanni Verbale.
A loro il nostro fraterno abbraccio.
LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE.

Il 24 luglio, insieme al Movimento delle sardine per riaffermare il valore dell’antifascismo, rendendo omaggio ai Partigiani di Pozza e Umito.

Luglio 19th, 2020 Nessun commento »

La giornata del 24 luglio prossimo si annuncia ricca di eventi nella nostra regione, grazie all’iniziativa, lanciata su scala nazionale dal Movimento delle sardine per rilanciare un forte invito alla partecipazione democratica in vista delle elezioni di fine settembre.
Le Marche appaiono, tra le regioni che vanno al voto, come la più penalizzata nella scelta del candidato del centro destra, che vedono schierato alla carica di governatore della regione un esponente di Fratelli d’Italia, che “a sua insaputa” fa parte di quel gruppo di esponenti di un partito erede di Almirante che la stampa locale segnalava tra gli invitati alla famosa cena del 28 ottobre 2019 ad Acquasanta Terme, per ricordare, con rimpianto e nostalgia, la Marcia su Roma del 1922 (quella che il duce del fascismo fece in un più comodo vagone letto).

Il menù della cena fascista

Il menù della cena fascista


Il giovane candidato, che nega di aver sbirciato il menù del cena, ove campeggiavano fasci littori, altari della patria e volitive mascelle di testone pelate, ha affermato di essere stato all’oscuro del tema della serata e di non aver preso posto ai tavoli, così come dichiarato anche dal sindaco di Ascoli, Fioravanti.
Resta il fatto che entrambi, consapevoli o meno di dove fossero e con chi si trovassero, erano presenti quella sera ad Acquasanta Terme.
Sul fatto è intervenuto recentemente anche Enrico Mentana, per ricordare che proprio all’indomani dell’8 settembre sua madre si nascondeva sui monti dell’ascolano per sfuggire ai tedeschi, in quanto ebrea e il giornalista ricorda l’aiuto fornito ai rifugiati dalla popolazione locale. Espressa condanna della deplorevole commemorazione fascista era stata subito manifestata da Tullio Pericoli, che nello scorso autunno esponeva le sue opere ad Ascoli.
La giornata marchigiana del Movimento delle sardine

La giornata marchigiana del Movimento delle sardine


Anche per rendere omaggio ai Partigiani caduti nel marzo del 1944 a Pozza e Umito, vittime di un proditorio attacco da parte delle truppe tedesche, guidate dai fascisti locali travestiti da soldati nazisti, il Movimento delle sardine farà tappa al cimitero partigiano di Pozza, per cancellare l’ennesimo oltraggio che i nipotini del fucilatore Almirante hanno rivolto alla memoria di quei combattenti italiani e slavi che combatterono per la libertà dell’Italia contro la barbarie nazifascista.
L’ANPI provinciale di Ascoli Piceno e la locale sezione di Acquasanta Terme saranno presenti con le loro bandiere.

Il comunicato dell’ANPI regionale sulle ultime vicende politiche marchigiane

Giugno 24th, 2020 Nessun commento »

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18 giugno 1944, Ascoli liberata

Giugno 18th, 2020 Nessun commento »

IL 76^ anniversario della Liberazione di Ascoli Piceno dal nazifascismo è stato celebrato dall’Associazione Nazionale Partigiani in piazza Simonetti, davanti all’iscrizione che, sul palazzo della Provincia, ricorda i 278 Partigiani caduti nella lotta ai nazifascisti.
Un picchetto d’onore si è alternato con la bandiera ed il medagliere dell’ANPI per rendere omaggio ai caduti di quei tragici eventi. Oltre alle cariche istituzionali – presenti la Vice presidente della Regione, Anna Casini e, in rappresentanza del Comune, Alessandro Bono – hanno partecipato tutti i rappresentanti dei partiti democratici: PD, Giovani Democratici, Articolo Uno, Ascolto e Partecipazione, Partito Socialista.

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In ricordo dei Martiri di Giugno 1944

Giugno 16th, 2020 Nessun commento »

Oggi a Castignano sotto la grande quercia del bivio per Capradosso, una delegazione dell’ANPI ha reso omaggio ai civili massacrati dai nazisti in ritirata.image
Con il sindaco Polini, i carabinieri e una decina di cittadini, è stato ricordato a tutti che la Libertà e la Democrazia si difendono ogni giorno!
Il 16 giugno del 1944 alla base del grande albero vennero fucilati, per rappresaglia dell’uccisione di un soldato tedesco, Emidio Lucidi, Luigi Cicconi, Giuseppe e Domenico Villa. Per fortuna il comandante del reparto tedesco non applicò alla lettera la legge del Reich che prevedeva l’uccisione di 10 italiani per ogni tedesco ucciso.
Analogo omaggio è stato reso a Favalanciata, in ricordo di Giuseppe Donghi e Fedele Di Cola, anche loro caduti sotto il fuoco dei criminali nazifascisti.
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Il 15 giugno 1944 Giuseppe Donghi era intento al suo lavoro di guardia canale mentre altri civili erano occupati a recuperare della merce rovesciatasi da un furgoncino sulla via Salaria. Passò un sidecar con due tedeschi e, forse pensando si trattasse di partigiani – ma in effetti non lo erano – fermò con le armi spianate quattro di quelle persone tra cui il Donghi e il Di Cola. Dopo aver percorso sulla Salaria diverse centinaia di metri, senza motivo, scaricarono su di loro raffiche di mitra. Due degli sfortunati si salvarono buttandosi a capofitto verso il fiume, Donghi – che era alto e grosso – fu colpito al petto e morì immediatamente. Di Cola invece ferito gravemente, forse alle gambe e all’addome fu sentito gridare di dolore per diverso tempo. Ma nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi, finché non morì anche lui. Questa era la logica dei nazisti in ritirata scomposta verso la Germania: uccidere anche senza alcun motivo.