Archive for the ‘Iniziative’ category

Pastasciutta antifascista 2023

Luglio 18th, 2023

Il cibo racconta la nostra storia e viene spontaneo chiedersi cosa mangiassero i partigiani ai tempi della Resistenza. Come è facile immaginare, non c’era molto a disposizione sotto il regime fascista, l’autarchia stringeva, ingredienti come l’olio d’oliva o lo zucchero erano lusso, addirittura la pasta asciutta non era accettata. Infatti, il Duce preferiva una dieta a base di cereali, il riso aveva spodestato la pasta, praticamente bandita – così come si evince anche da “Il Manifesto della cucina futurista” di Tommaso Marinetti.
Per i partigiani, la situazione era ancora peggiore, dovendo combattere anche la fame attraverso una cucina di sostentamento, in parte di contrabbando, grazie al supporto dei civili pronti ad aiutarli ad un prezzo altissimo (concreto era il rischio di venir fucilati dalle milizie nere, se scoperti).
Tanti gli episodi raccontati che fanno stringere il cuore e sperare: dalle lasagne della ricostruzione gustate da Teresa Noce di ritorno dai campi della morte fino ai 35.000 bambini nutriti dalle donne emiliane nel duro inverno del ’45.
Quello che più è rimasto impresso nella memoria si riferisce alla pasta al burro offerta dalla famiglia Cervi a tutto il paese di Campegine per festeggiare la caduta del regime. Un gesto di straordinaria generosità che ha dato vita alla pastasciutta antifascista, un piatto simbolo da non dimenticare mai per il suo valore intrinseco.
Il 25 luglio 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini venne finalmente destituito e arrestato segnando così la fine del fascismo, dopo 21 anni. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo, che però non fermò la guerra al fianco dei tedeschi. Solo dopo l’8 settembre, a seguito dell’ armistizio, una parte degli italiani si organizzò in armi per combattere le truppe tedesche di occupazione e i loro servi fascisti, confluiti nella sedicente Repubblica di Salò. Seguirono venti mesi di eroica Resistenza che segnarono il riscatto morale della nazione.
Ma quel 25 luglio 1943 era comunque un evento da festeggiare e i fratelli Cervi si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta (ben 380 chili). Caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Un grande giorno di festa, un sospiro di sollievo in attesa della democrazia tanto sofferta.
Una memoria storica che non viene dimenticata grazie all’Istituto Alcide Cervi, costituito il 24 aprile del 1972 a Reggio Emilia per iniziativa dell’Alleanza Nazionale dei Contadini (oggi Confederazione Italiana Agricoltori), dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della Provincia di Reggio Emilia, e del Comune di Gattatico. Raccogliendo lo straordinario patrimonio di valori rappresentato dalla figura di Alcide Cervi, insieme alla memoria dei suoi sette figli martiri dell’antifascismo, l’Istituto parte dalla esperienza della campagna emiliana per lavorare con coerenza e impegno per la salvaguardia dei valori alla base della Costituzione Repubblicana.

Anche questo 25 luglio 2023, ad ottant’anni dalla caduta del regime, celebreremo con una pastasciutta antifascista sia a Colli del Tronto che a San Benedetto del Tronto, grazie all’impegno delle compagne e dei compagni delle sezioni ANPI “Vallata del Tronto- Roberto Perazzoli” e di San Benedetto del Tronto. A Colli l’appuntamento è presso la sede ANPI in largo Campo Fiera n. 22 (a 100 mt. dalla piazza del paese), mentre a San Benedetto ci si vede presso il circolo dei pescatori sanbenedettesi (di fronte alla Capitaneria di porto).

Sarà possibile effettuare il rinnovo della tessera ANPI 2023 o iscriversi per la prima volta, aderendo all’unica associazione che da ben ottant’anni si oppone a tutti i fascismi.

VIII FESTA DELLA CACIARA

Giugno 26th, 2023

Domenica 2 luglio Festa della Caciara
“3 ottobre 1943” a Giammatura (monte
San Giacomo)
Dopo le celebrazioni partigiane del mese di giugno e le presentazioni editoriali sulla Resistenza, svoltesi ad Offida e a San Benedetto del Tronto, l’appuntamento di rito è quello di domenica, a partire dalle ore 10.00, presso la Caciara “3 ottobre 1943” a Giammatura di monte San Giacomo (prima dell’ultimo tornante che porta al parcheggio della provincia).
Così ricordava quel giorno del 1943 il nostro William Scalabroni: “Il San Marco era davvero zeppò di gente, tanto che di sera, quando ci riunivamo sul pianoro per conversare e per stare un po’ insieme, eravamo sempre una quarantina. Sul Colle, comunque, si viveva divisi in piccoli gruppi, nelle tende e nei rifugi sparsi per la montagna. A me e ad altri quattro o cinque ragazzi fu assegnata una tenda nella quale alloggiava già Alvaro Bucci, che per qualche tempo ci fece da capo. Quell’uomo, che imprecava sempre contro Sant’Emidio e che aveva fatto il soldato, ci insegnò com’è far funzionare le armi che avevamo con noi. A ciascuno di noi ragazzi, infatti, erano stati consegnati un fucile modello ‘91, alcuni caricatori e qualche bomba a mano. Ricordo anche che, con quelle armi in mano e parlando di quello che stavamo facendo, fummo tutti colti da una specie di animosità guerriera. Fummo perciò entusiasti quando ci chiesero di svolgere, armati di tutto punto e con tanto di parola d’ordine, i turni di guardia e i pattugliamenti.
Io partecipai anche a due incursioni, una a Montalto e l’altra ad Ascoli Piceno, che effettuammo per prelevare armi, materiale e viveri. Ebbi così modo di conoscere Mancini, che guidava il camion utilizzato in queste azioni. Diventammo buoni amici, ma intorno alla fine di settembre dovemmo separarci. Il mio gruppo fu infatti trasferito sul Giammatura, dove si erano trasferiti i due capitani (Pigoni e Torelli – NdR). Fu durante quel trasferimento che, in una piccola Caciara dalle parti delle Vene Rosse, incontrai Panichi e Cellini, che conoscevo bene e che purtroppo caddero il 3 ottobre. Sul Giammatura, comunque, rimanemmo molto poco, non più di tre o quattro
giorni, perché poi si scatenò l’attacco tedesco. Lassù alloggiammo in una
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Caciara molto spaziosa e ci fu affidata una mitragliatrice che montammo vicino al nostro rifugio, su uno sperone di roccia che lo sovrastava. Quella postazione era davvero formidabile. Dallo sperone potevano vedere tutto: Gabbiano, le Vene Rosse, i declivi della montagna. Difendersi, da lassù, sembrava davvero facile.
Quel mattino, sul Giammatura, quando si cominciarono a udire le prime cannonate dell’artiglieria tedesca dirette sul pianoro del San Marco, noi eravamo già pronti – chi sulla postazione di mitragliatrice, chi più sotto – in attesa degli ordini. L’ attacco, infatti, ce lo aspettavamo, specie dopo quanto era avvenuto a Bosco Martese. Anzi, eravamo certi che sarebbe partito da Ascoli Piceno, anche perché la notte precedente ci avevano messo in stato d’allarme proprio per un movimento di reparti tedeschi in città. Al giungere dei primi colpi di cannone, la ventina di ex prigionieri alleati (in gran parte inglesi e in abiti civili) che era con noi, scappò gambe all’aria, inoltrandosi verso l’interno della montagna. Benché scossi da quella fuga e dal cannoneggiamento, noi non ci muovemmo dalla nostra postazione, tanto che eravamo ancora lì quando di verificò il terremoto. Più tardi, in mezzo a una nebbia terribile, spuntarono i capitani Pigoni e Torelli con diversi uomini al seguito. Gli ufficiali erano diretti a San Giacomo e ci chiesero di unirci a loro. Noi recuperammo la nostra mitragliatrice e ci aggregammo a quella gente, formando un gruppetto di una venticinquina di persone. Arrivati a San Giacomo, non trovammo nessuni nei pressi del rifugio, che però era ancora in piedi. Fuori della porta, tuttavia, c’era della roba sparsa in terra; segno che lassù i tedeschi erano già passati. Senz’altro vi erano stati guidati da spie locali che conoscevano la zona e che indicarono loro i difficili sentieri da seguire. Fu dunque la nebbia a salvarci dalla cattura, perché, dopo aver fatto prigionieri i nostri compagni di San Giacomo, i soldati tedeschi erano scesi verso il pianoro del San Marco per prendere alle spalle il resto della banda, e probabilmente non erano passati molto distanti da noi, che proprio in quelli stessi momenti stavamo risalendo le alture. In ogni modo, scampati a questo pericolo, da San Giacomo proseguimmo verso San Vito, fiancheggiando un vallone. Poco dopo, però, dall’altro lato del vallone, vedemmo sbucare, su di un sentiero più basso, una piccola colonna di soldati tedeschi. Subito ci preparammo ad aprire il fuoco, ma uno dei due capitani ce lo impedì, ordinandoci di buttarci a terra per non farci individuare e di aspettare nascosti che i soldati passassero. Fu una fortuna perché, una volta allontanatisi i tedeschi, ci accorgemmo che avevamo portato con noi la mitragliatrice, ma che avevamo però dimenticato di prendere le sue munizioni.
Giunto sano e salvo a San Vito, il gruppo si divise. Io rimasi in quella località per diversi giorni, mentre i due capitani e qualcun altro proseguirono, non ricordo verso dove. Nascoste nel cavo di un albero le armi che avevo con me e vestitomi da contadino, rientrai quindi ad Ascoli Piceno, dove per qualche tempo restai costantemente sul chi vive per timore di essere denunciato ai tedeschi come appartenente alla banda del San Marco e di essere perciò arrestato e deportato.”
(da Sergio Bugiardini, “La Città e il Colle”, Il lavoro editoriale, Ancona, 2013, pp. 402 e ss., 448 e ss.).
William Scalabroni,classe 1926, studente dell’Istituto Agrario, figlio di un impiegato statale di generiche idee antifasciste. Impiegato come staffetta e nel trasporto di armi, nel 1944 fu arrestato dai repubblichini e poi rilasciato. È stato Presidente provinciale dell’ANPI di Ascoli Piceno dal 2012 al 2018.
26 giugno 2023
PRESSO LA FESTA SARÀ POSSIBILE ISCRIVERSI O RINNOVARE LA PROPRIA ISCRIZIONE ALL’ ANPI

Nascita di una dittatura, il Piceno in camicia nera

Maggio 6th, 2023

Molto riuscito il convegno di stamani presso Rinascita,con gli storici David Bidussa e Costantino Di Sante e gli studenti dell’Istituto Mazzocchi, moderato da Rita Forlini, vice presidente provinciale ANPI.
L’evento era organizzato dalla libreria Rinascita, dall’Ass.ne Storia Contemporanea e dall’Anpi prov.le.
Ha portato il suo saluto il Presidente provinciale ANPI Pietro Perini.

In ricordo dei Partigiani Marcello Marini e Mario “Modena” Rabitti

Maggio 2nd, 2023

Con l’Anpi il 25 Aprile

Aprile 23rd, 2023