La popolazione locale offri accoglienza ai partigiani, donando loro cibo e vestiti. Il Comune fu teatro di feroci rastrellamenti da parte dei tedeschi, che rubarono viveri e bruciarono mobili e biancheria. Durante tali rastrellamenti, diversi civili, tra cui una donna e una bambina di un anno, persero la vita. Esempio di coraggio, di collaborazione e di virtù civiche. 1943/1945 – Acquasanta Terme (AP)
Questa è la motivazione che accompagna il conferimento della Medaglia d’Argento al Merito Civile al Comune di Acquasanta Terme, avvenuto il 4 novembre scorso nel corso di una solenne cerimonia alla quale hanno preso parte le autorità locali, provinciali e regionali e le rappresentanze ANPI della sezione di Acquasanta Terme, con il Presidente Giuseppe Parlamenti, del Provinciale, con il Presidente Vicario Rita Forlini, del Nazionale, con l’On. Claudio Maderloni. Presente anche la staffetta partigiana Quintina Di Giambattista, ultima di quattro sorelle, tutte partigiane della Banda Bianco.
Riportiamo l’intervento del compagno Maderloni.
“La memoria è importante per vivere consapevolmente il presente e poter progettare il futuro.
Grazie a quanti mi hanno dato l’opportunità di prendere la parola in questo contesto.
Grazie alle autorità civili, militari e religiose, alle associazioni combattentistiche e partigiane.
Oggi 4 novembre è il giorno dell’Unità Nazionale e delle forze armate: è una giornata celebrativa a cui partecipano le associazioni combattentistiche e partigiane che esprimono ogni anno attraverso messaggi il proprio riconoscimento. Ancora di più quest’anno nel 74° della Carta Costituzionale, la Confederazione italiana fra le associazioni combattentistiche e partigiane onora “l’orgoglio del popolo italiano e dei militari che, con la lotta al nazifascismo, hanno restituito libertà e dignità al Paese”; la Confederazione esprime inoltre la più severa condanna della guerra scatenata dalla Russia per occupare l’Ucraina e ribadisce l’importanza di trasmettere alle giovani generazioni la Memoria storica quale monito e testimonianza perché non si ripetano più gli orrori del passato.
E’un momento importate e il riconoscimento ottenuto da tutta la comunità di Acquasanta assume un valore universale, ”cerimonia per la consegna della medaglia d’argento al merito civile in relazione al contributo fornito dalla popolazione acquasantana alla lotta di liberazione negli anni 1943-1945”, come riporta la nota dal Prefetto di Ascoli del 21 luglio 2022.
Come non ricordare la lettera inviata il 3 giugno del 2013 dal Presidente della sezione ANPI Giuseppe Tosti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la risposta dell’ufficio di presidenza che chiede un atto ufficiale dell’amministrazione comunale per conferire tale onorificenza. Atto ufficiale che il consiglio comunale assume con la delibera di giunta del 28 gennaio 2014, deliberazione ricca di documentazione che poi farà emergere con dettagli straordinariamente interessanti, essenziali e autorevoli.
Non capiremmo appieno se non calassimo questo episodio così simbolico e così intenso in quel contesto storico.
L’Italia è in Guerra. Tralasciamo di parlarne oggi, ma nel 1923 ad Argenta, nel ferrarese, era stato assassinato Don Minzoni perché non volle sciogliere le associazioni scout, nel 1924 era stato assassinato Giacomo Matteotti, erano stati arrestati deputati in carica, ad iniziare da Antonio Gramsci, che morirà in carcere, nel 1926 sono state emanate le leggi fascistissime, i tribunali speciali, le commissioni provinciali per il confino, era stata eliminata ogni forma di partecipazione democratica, soppressi i partiti, i sindacati, le cooperative, le associazioni democratiche …. Questa era il mondo reale in quegli anni. In particolare vi vorrei parlare del rapporto tra fascismo e guerra.
La guerra, infatti, è assunta come valore positivo, è una delle idee fondanti del fascismo: nel 1938 viene pubblicato un libro dal titolo significativo “Economia armata” libro che raccoglie alcuni importanti discorsi di Mussolini. La frattura tra il popolo italiano e il fascismo nasce proprio dal rifiuto della guerra.
Il mito dell’impero, le colonie, la Libia, la Somalia, l’Eritrea, poi la Spagna, la Francia la Jugoslavia, l’Albania, la Grecia, il 28 ottobre qui è festa nazionale per aver detto no all’ultimatum dei fascisti italiani, e poi l’Unione Sovietica, anni di guerra, sempre in guerra, e sempre con una economia di guerra.
Nel 1943 è la pace quello che si chiede, in molte parti della nostra Italia, protagoniste mote donne, con manifestazioni ad Ancona, Milano, Torino Genova, il nostro popolo non riesce più a trattenere la rabbia per lo “stato di guerra”; si grida “pane, pace e libertà”.
Poi arriverà il 25 luglio, la caduta del fascismo e poi l’8 settembre, il manifesto della neonata Repubblica Sociale che chiama alle armi a fianco e servi dei nazisti, dei tedeschi ormai invasori.
Chi non si presenta sarà fucilato; ancora una volta sono i giovani chiamati alle armi che dovrebbero difendere un regime fantoccio dei tedeschi.
Questa terra, come gran parte dell’Italia, aveva già pagato il prezzo della guerra, non solo con i morti e i feriti, anche con tutto quello che comporta un’economia di guerra.
Guerra significa anche prigionieri, degli altri eserciti ma anche italiani in opposizione al regime. In tanti si rifugiano in montagna e qui si concentrano sui monti di Acquasanta Terme, Pito, Pozza, San Gregorio e San Martino. Si ritrovano montenegrini, inglesi, greco-ciprioti , slavi insieme ai militari sbandati giovani renitenti: così nascono le prime bande patriottiche e partigiane con le prime azioni di disturbo e di difesa.
La popolazione vede in quei ragazzi i propri figli, fratelli, nipoti in qualche parte del mondo in qualche trincea, lontani dalle loro case e dai loro affetti; anche i loro cari
potrebbero aver avuto bisogno di aiuti di altre madri, sorelle fratelli. Così nasce la solidarietà: ci si divide il mangiare, quel poco che si ha, questi ragazzi sono vestiti e curati, prevale il sentimento umano.
La rabbia dei nazisti in quel marzo del 44 si trasforma in violenza e ferocia, guidati dai fascisti in tutta l’area, compiono un rastrellamento tra Pozza e Umito, si scatenano contro la popolazione civile perché avevano aiutato quei ragazzi, rubano di tutto, perseguitano, arrestano, picchiano, incendiano le masserie. Fra i morti civili anche una bambina di meno di un anno Anna Sparapani, e una donna , una delle prime donne partigiane combattenti, Martina Cristanziani. Con loro cadono 25 patrioti di varie nazionalità. Dopo di questo la resistenza con l’aiuto decisivo della popolazione si riorganizzerà e con l’arrivo delle nuove formazioni partigiane e degli alleati sposterà il fronte sempre più al nord, liberando tutta l’area.
Secondo una nota del commissario prefettizio di Acquasanta, pochi giorni dopo egli riferisce che “l’operazione aveva provocato 33 morti tra italiani e stranieri ma potevano essere di più in quanto ancora le macerie di diverse case non erano state rimosse”. Riferisce che sono stati distrutti masserie e viveri, hanno sparato anche sulle pecore ammazzandone venticinque. In quell’inverno, la gente era rimasta senza un tetto e non aveva neanche più di che mangiare.
E’ una testimonianza preziosa che ci parla di una popolazione perseguitata e martoriata, quella popolazione diventa la rappresentazione dell’urgenza della pace, della necessità di ripudiare la guerra così bene sancito dalla nostra Costituzione. La nostra Costituzione è figlia di quel sacrificio che il nostro popolo ha fatto combattendo contro il nazismo e contro il fascismo, e oggi chiede con forza che la pace resti elemento fondamentale del vivere come l’aria, come l’acqua, come il cibo. Di questo gli uomini hanno bisogno.
Non posso non sottolineare
le 3 medaglie d’argento al valore militare – Pio Cesari, Gregorio Schiavi e Pietro Vito Fenu;
4 medaglie di Bronzo al valore militare – Ettore Bianco, il parroco Gisberto D’Angelo,Gabriele De Angelis, Orlando De Santis,Giuseppe Pedicelli e Eribero Ventura;
2 Croci di Guerra al valore Militare – Alfonso Crisci, Trento Cesari,
13 Croci al Merito
132 cittadini con la qualifica di Patriota e 153 con quella di Partigiano.
La medaglia d’argento al merito civile che è consegnata oggi sarà appuntata sul gonfalone e sarà esposta ogni qualvolta ci sarà una manifestazione istituzionale, sarà lì per dire a tutti i cittadini e soprattutto alle nuove generazioni che qui, in questo luogo di Acquasanta Terme, questa Comunità è stata riconosciuta dallo Stato democratico Italiano, per il sacrificio di tante donne e uomini che volevano essere liberi e vivere in pace. Queste persone, con le loro gesta di umanità e fratellanza hanno contribuito alla stesura della nostra Carta Costituzionale.
Viva la Resistenza antifascista.
Viva l’Italia.”
Archive for the ‘Iniziative’ category
Acquasanta Terme, Medaglia d’Argento al Merito Civile nella Lotta di Liberazione
Novembre 10th, 2022Acquasanta Terme, Medaglia d’Argento per l’aiuto prestato ai Partigiani
Ottobre 28th, 2022Giovedì 4 novembre, alle ore 16,30, presso la palestra di Acquasanta Terme, in via Buonamici 2, verrà conferita al Comune la Medaglia d’Argento al Merito Civile per il contributo fornito dalla popolazione acquasantana ai Partigiani che operarono in quel territorio negli anni dal 1943 al 1945.
L’onorificenza è stata conferita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su iniziativa della locale sezione dell’ANPI.
Alla cerimonia, oltre al presidente della sezione di Acquasanta Terme, Giuseppe Parlamenti, e al presidente provinciale, Pietro Perini, sarà presente il compagno Claudio Maderloni, dell’ANPI nazionale.
La battaglia di Bosco Martese
Ottobre 10th, 2022Il 17 settembre 1943 un contingente di soldati italiani già di stanza a Teramo, guidati dal capitano di artiglieria Giovanni Lorenzini, decide di non consegnarsi ai tedeschi e si trasferisce in località Ceppo (Rocca Santa Maria), a 30 chilometri dal capoluogo. Qui trova alcuni antifascisti teramani, tra i quali i fratelli Rodomonti e Armando Ammazzalorso, saliti già il 12.
Nei giorni successivi si aggiungono altri soldati sbandati, ex-prigionieri di guerra inglesi e slavi (dal campo di Tossicia), gruppi di civili organizzati dal comitato insurrezionale guidato da Mario Capuani. Il comando viene affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco, già protagonista di un episodio di resistenza antitedesca il 12. Il gruppo viene diviso in tre compagnie: quella del partito d’Azione, quella “Estera” e quella dei comunisti, comandate rispettivamente dall’avvocato Felice Mariano Franchi, dal tenente colonnello Dushan Matiyasevic e dal tenente di artiglieria Francesco Di Marco.
Il 25 settembre un contingente di tedeschi si dirige verso il luogo dove sono situati i partigiani. La battaglia inizia alle 12.30 e dura circa tre ore; i tedeschi sono costretti al ritiro. Si contano almeno 50 soldati uccisi, cinque camion e due autovetture distrutti. Il maggiore Hartmann viene fatto prigioniero e poi passato per le armi. Dopo il combattimento, gli insorti si disperdono in piccole bande per continuare la lotta. Nel pomeriggio del 26 settembre i tedeschi cannoneggiano a lungo il Bosco, ormai già deserto.
La vittoria avrà il suo inevitabile tributo di morte. Perché i nazisti non ci stanno a vedersi sconfitti da un manipolo di rivoltosi scapestrati e organizzano la rappresaglia. Uccidono subito i cinque ostaggi catturati nella battaglia, nelle ore seguenti ammazzano tre carabinieri e un soldato. Tra le vittime di quei giorni di vendetta, anche Mario Capuani, il medico di Torricella che aveva radunato in casa sua gli antifascisti teramani. Avrà la medaglia d’oro al valor militare. Ma solo grazie al presidente Sandro Pertini.
IL PROSSIMO 15 OTTOBRE UNA DELEGAZIONE DELL’ANPI PROVINCIALE DI ASCOLI PICENO PARTECIPERÀ ALLA CERIMONIA COMMEMORATIVA.
SE VUOI AGGREGARTI, MANDA UNA EMAIL ALL’INDIRIZZO anpiascoli@gmail.com OPPURE UN WHATSAPP AL N. 3282077944
Sorgete, donne!
Ottobre 6th, 2022Sabato 8 ottobre, alle ore 18,30, finanziato dall’Anpi Provinciale dì Ascoli Piceno, verrà rappresentato presso il Palafolli di Ascoli Piceno lo spettacolo, a ingresso libero, “Sorgete, donne!”, che prende spunto da un evento realmente accaduto:
Siamo nel 1906, la scienziata Maria Montessori, molto attiva nei movimenti femministi dell’epoca, lancia un appello alle donne italiane dalle pagine del quotidiano “La Vita”. “Donne tutte, sorgete!”. La Montessori invitava le donne ad iscriversi alla Commissioni elettorali delle proprie città e andare a votare, dato che nessun articolo della legislazione lo vietava formalmente. Dieci maestre marchigiane risposero alla chiamata dell’illustre conterranea.
Il fatto straordinario fu che un giudice illuminato della Corte di Appello di Ancona, Lodovico Mortara, accettò la domanda di iscrizione. Queste dieci maestre (provenienti da Senigallia e Montemarciano) furono dunque iscritte per quasi un anno alle liste elettorali, unico caso in Italia. La domanda venne poi rigettata ma il fatto destò fortissimo scalpore.
Lo spettacolo, di e con Simona Lisi, parte da questa storia straordinaria della nostra Regione, per poi allargare lo sguardo sul tema dei diritti duramente conquistati, proprio attraverso la forza della solidarietà femminile. Il linguaggio è quello del teatrodanza-canzone, espressione con cui la Lisi descrive la sua forma ibrida di creazione per la scena, che per l’occasione si declina in una forma lirica di teatro civile.
Una grande e partecipata celebrazione a Colle San Marco
Ottobre 4th, 2022Pubblichiamo il discorso del Presidente provinciale ANPI Pietro Perini, pronunciato il 3 ottobre a Colle San Marco, di fronte ad una vasta platea di cittadini e giovanissimi studenti delle scuole cittadine.
Presenti alla cerimonia, oltre alle istituzioni locali, ai rappresentanti delle FF.AA e della Polizia di Stato, alle associazioni combattentistiche, il Presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, l’on. Augusto Curti, il consigliere regionale Anna Casini, Tamara Ferretti e Claudio Maderloni dell’ANPI nazionale, delegazioni dell’ANPI provinciale di Teramo e delle sezioni di Acquasanta Terme, Comunanza e San Benedetto del Tronto, tante e tanti antifascisti.
IL TESTO DEL DISCORSO
“Buongiorno a tutte e a tutti, porgo il benvenuto dell’ANPI a tutte le autorità intervenute, militari, civili, religiose e a tutte le associazioni combattentistiche e naturalmente a tutti i presenti che hanno sentito il bisogno, in questo giorno, di salire su questo Colle. Un saluto particolare da parte di tutto il Comitato ANPI di Ascoli Piceno va al nostro Presidente Nazionale Gianfranco Pagliarulo che ha esaudito il nostro desiderio e il nostro invito a partecipare a questa cerimonia. Grazie Presidente. Ma il saluto più caloroso da parte di tutta l’ANPI ascolana va a voi, ragazze, ragazzi e docenti delle scolaresche ascolane oggi presenti su questo Sacrario. Grazie di cuore per la vostra presenza.
Care ragazze e cari ragazzi, oggi mi rivolgo a voi perché rappresentate il futuro di questa povera Italia, perché siete ancora delle persone pulite, perché siete in grado di capire e non siete adulti, con i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, negli ultimi tempi, non vale la pena di parlare. Mi rivolgo a voi soprattutto perchè siete, purtroppo, gli eredi di questo mondo che gli adulti, appunto, hanno letteralmente dilaniato con le guerre, con le pandemie, con i disastri ambientali, con le macerie di case abbattute dai terremoti e mai ricostruite, con ospedali nei quali è sempre più difficile farsi curare, con una scuola alla quale piano piano, abbiamo sottratto il suo vero ruolo, con un futuro ma anche con un presente che non concede prospettive lavorative, con famiglie che hanno perso completamente la propria identità, dove le mamme uccidono i propri figli e i figli massacrano i propri genitori, dove le donne che una volta non si toccavano nemmeno con un fiore, vengono malmenate, stuprate, ammazzate dai loro mariti, un mondo dove non esiste più la carità, l’aiuto verso il prossimo, in una parola sola, non esiste più il RISPETTO.
Ma come siamo arrivati a tutto questo sfacelo? Eppure non tanti anni fa, circa 80, non sono tanti 80 anni, più o meno l’età dei vostri nonni, le donne e gli uomini di questo Paese gettarono le fondamenta per ricostruire un’Italia dove le future generazioni potessero vivere le proprie vite potendo guardare con grande ottimismo al proprio futuro. Giovani poco più grandi di voi, per lo più ventenni, capirono chi rappresentava il male e chi il bene. Pur avendo idee politiche completamente diverse decisero, senza che qualcuno lo ordinasse loro, di unirsi per combattere un nemico che da molti anni li aveva privati della Democrazie e della loro Libertà. Era un nemico potente, con un esercito smisurato e che da tempo aveva ricevuto persino il consenso delle popolazioni: era il nazifascismo dei dittatori hitler e mussolini. Ma non tutti fecero la stessa scelta! Gli italiani si divisero tra coloro che decisero di combattere per conquistare Libertà e Democrazia e coloro che vollero rimanere fedeli all’invasore tedesco e al fascista mussolini. Fu così che immediatamente dopo l’Armistizio dell’8 settembre del 1943, su questo Colle si formò una delle prime bande partigiane con lo scopo di salvaguardare la città dalle nefandezze che l’esercito tedesco, aiutato dai fascisti locali, in ritirata da sud verso nord, commetteva verso le popolazioni, non curandosi se composte da donne, vecchi e bambini. I Partigiani ascolani si sentivano al sicuro su questo Colle raggiungibile solo dalla città utilizzando una strada che era costantemente sorvegliata. Ma la notte del 2 ottobre le truppe tedesche furono guidate dai fascisti ascolani lungo i sentieri della montagna a loro sconosciuti e portate alle spalle dei Partigiani dislocati sulle pendici del pianoro di San Marco. I combattimenti durarono tutto il giorno seguente, il 3 ottobre. Furono molti i nazisti che persero la vita grazie all’eroismo dei nostri giovani ma alla fine si contarono ben 39 vittime completamente massacrate dai tedeschi, tra i nostri partigiani. Ma quei giovani non morirono invano. Ovunque si moltiplicarono le Bande Partigiane. Ovunque donne e uomini si unirono per combattere insieme nel nome del loro unico grande ideale: la Libertà. Fu una guerra sanguinosa, massacrante, violenta, fu la guerra di Resistenza. La madre della nostra Democrazia, della nostra Libertà e della nostra Costituzione. Quelle ragazze e quei ragazzi del 1943 ci avevano donato questi beni inestimabili, che permettono ad una nazione di crescere e prosperare e che devono sempre essere alimentati e salvaguardati, a qualsiasi costo, senza mai commettere l’errore di pensare che siano acquisiti per sempre, ricordando sempre quali sono stati gli errori che li fecero perdere e avendo memoria dei sacrifici che hanno permesso di riconquistarli. Quei ragazzi ci hanno anche insegnato che solo con compattezza ed unità di intenti si possono vincere le più difficili battaglie ma questa lezione così semplice da attuare, oggi è diventata un’impresa titanica alimentata dai protagonismi e dagli interessi personali degli adulti, rimettendo in discussione ed in pericolo niente meno che i valori sanciti dalla nostra Carta Costituzionale, perdendo di vista il proprio ruolo che impone loro di migliorare la condizione di chi studia, soffre, non lavora, è più debole, è più povero, è malato. Dimenticando quegli insegnamenti, hanno disperso in innumerevoli rivoli tutte le forze antifasciste e progressiste facendo perdere ad esse energia e consistenza necessarie per continuare a proteggere la nostra Libertà, la nostra Democrazia e la nostra Costituzione che affondano le radici in ben altri rivoli che sono quelli formati dal sangue dei corpi dei nostri partigiani che hanno intriso la terra delle nostre montagne, delle nostre valli e delle nostre città, alimentando il seme della Resistenza che ha permesso la loro conquista. Care ragazze e cari ragazzi fra qualche anno anche voi sarete degli adulti e diventerete i protagonisti della società futura, abbiate sempre memoria di questi insegnamenti e fate in modo di non ripetere gli errori di chi vi ha preceduto, quando dovrete fare delle scelte, quando avrete a che fare con il prossimo, quando dovrete parlare con delle persone, ricordate sempre che non dovrete parlare al loro cervello ma dovrete parlare al loro cuore per far capire loro che siete dalla loro parte, che volete impegnarvi per loro, per far capire che di voi si possono fidare; perché è nel cuore che trovano posto i sentimenti umani e sono i cuori che palpitano per i propri cari e quando si vuole bene, ma anche quando non si ha un lavoro, quando non si hanno possibilità economiche e quando si ha paura del futuro. Care ragazze e cari ragazzi in questa giornata mi sono rivolto a voi per farvi capire quanto siete importanti per il nostro ma soprattutto vostro futuro, per raccontarvi della scelta che fecero i vostri coetanei Partigiani e quanto siano importanti le scelte che vi aspettano durante il percorso della vostra esistenza. In questo siete un po’ più avvantaggiati rispetto a quelle ragazze e a quei ragazzi del 1943, voi avete a disposizione due armi potentissime, una è rappresentata dallo studio, siate sempre avidi di sapere, di conoscere, di istruirvi; saprete sempre quale è la cosa giusta, saprete sempre se potete fidarvi di qualcuno, saprete sempre riconoscere il bene dal male. Pensate che i dittatori hanno sempre prosperato nell’ignoranza delle loro popolazioni, pensate che per evitare che la gente sapesse e conoscesse, ordinarono di bruciare i libri!! L’altra arma a vostra disposizione è rappresentata dalla nostra Costituzione; rispettate e fate rispettare i suoi principi, essi rappresentano la strada maestra da seguire per fare in modo che la vostra società futura possa poggiare perennemente sulle basi di una ferrea Democrazia. Tutelatela sempre, proteggetela sempre da qualsiasi tipo di manomissione, con tutte le vostre forze, a qualsiasi costo.“