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Per ricordare Francesco Ciotti, Fausto Simonetti, Antonio Baccari e Jacob Heliczer, caduti nel 1944 per mano degli assassini nazifascisti

Giugno 6th, 2024

Questa mattina, 6 giugno, una delegazione dell’ANPI provinciale di Ascoli Piceno ha deposto una corona d’alloro ai piedi del cippo che sulla strada per Venagrande ricorda l’uccisione, per mano fascista, del Partigiano Francesco Ciotti. Presenti la figlia e il genero del valoroso Partigiano, i quali hanno ricordato, commossi, alcuni episodi dei terribili giorni della lotta contro i fascisti e le truppe di occupazione tedesche.

Dopo questa prima cerimonia commemorativa, la delegazione si è recata presso la ex ICO, sulla strada della Bonifica, per deporre una seconda corona d’allora ai piedi del cippo in memoria dei Partigiani Fausto Simonetti, Ottavio Baccari e Jacob Heliczer.

Francesco Ciotti era nato ad Ascoli Piceno il 27 gennaio 1915; già sergente maggiore di artiglieria, si era unito alla Resistenza e faceva parte della banda partigiana Petrelli, che operava nella zona dell’Ascensione.

Ciotti aveva avvicinato un gruppo di giovani militi della guardia repubblichina proponendo loro di disertare e passare dalla parte dei Partigiani. Il gruppo aveva apparentemente accettato, ma quando Francesco, il 6 giugno del 1944, si recò all’appuntamento prestabilito, in località “Cima in Forca”, invece dei presunti disertori trovò ad aspettarlo un reparto fascista che non esitarono a fucilarlo e ad abbandonarlo agonizzante sulla strada per Venagrande.

Fausto Simonetti era nato ad Ascoli Piceno nel 1921. Arruolatosi nel 1939 in Aeronautica come aiutante sanitario, durante la guerra fu mobilitato sul Fronte occidentale e in Libia. Rientrato in Italia nel febbraio del 1943, al momento dell’armistizio si trovava con il suo reparto in provincia di Foggia. Decise di tornare ad Ascoli ed entrò nella Resistenza, aggregandosi alla banda che operava a Colle San Marco. Nei combattimenti del 3 ottobre  Simonetti, riuscì a sottrarsi alla cattura. Continuò ad essere tra gli organizzatori della Resistenza locale, curando il collegamento del Comando dell’VIII Armata alleata con le basi delle Marche e dell’Abruzzo, militando nella formazione del Capitano Stipa. Nel giugno del 1944 il giovane aviere, come è ricordato nella motivazione della Medaglia d’oro, “… attivamente ricercato dai nazifascisti cadeva, per delazione, in un’imboscata. Catturato e sottoposto a minacce e torture, nulla rivelava circa i dislocamenti e l’organizzazione delle forze partigiane della zona. Esasperati dal contegno fiero e sprezzante, i suoi aguzzini lo fucilarono finendolo, mentre agonizzava, a colpi di calcio di fucile. Fulgido esempio di tenacia, sprezzo della vita e di assoluta dedizione agli ideali di Patria e di libertà”. 

A Fausto Simonetti è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Antonio Baccari era un anziano antifascista di idee anarchiche, arrestato su indicazione di un fascista ascolano. Spesso, insieme a Simonetti, suo compagno di reclusione nel Forte Malatesta, veniva condotto a “Villa Triste”, in località Marino del Tronto, dove entrambi venivano torturati sia dalle SS tedesche che da fascisti ascolani.

Il 6 giugno 1944, dopo l’ennesimo interrogatorio, furono barbaramente uccisi a Marino del Tronto, poco distante dalla villa delle torture.

La stessa sorte era già toccata, il 9 maggio 1944, a Jacob Heliczer, classe 1907, Partigiano della banda Paolini. Dottore ebreo di origine polacca Heliczer, che era riuscito nei mesi precedenti a evitare di essere internato nel campo di Servigliano, venne ucciso dopo atroci torture – tra cui l’asportazione degli occhi – da parte dei torturatori nazifascisti. Stando al racconto della moglie, Sabina Neumann Heliczer, il suo corpo nudo rimase per alcuni giorni in una pozza di sangue in mezzo alla strada.

Gli appuntamenti di giugno

Giugno 3rd, 2024

Isole del Confino

Maggio 6th, 2024

Nell’ambito delle celebrazioni organizzate dall’Anpi provinciale di Ascoli Piceno per il 79’ Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, si comunica che martedì 7 Maggio, alle ore 17,00, presso la Bottega del Terzo Settore, in corso Trento e Trieste di Ascoli Piceno, sarà inaugurata la mostra “Ribelli al Confino”, realizzata dall’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti).

La mostra, già presentata in numerose città italiane, è il frutto di studi e ricerche storiche volti a sensibilizzare il pubblico e in particolare le giovani generazioni alla storia del confino politico durante il regime fascista e alle diverse forme di opposizione adottate dalle vittime.

Il percorso espositivo è costituito da una serie di pannelli fotodocumentari che narrano le vicissitudini dei cinquanta antifascisti marchigiani condannati al confino dal regime fascista sull’isola di Ventotene, tristemente nota nel 1939 come la maggiore cittadella confinaria fascista.

Nel corso della stessa serata, alle 18,30, verrà proiettato il docufilm “Voci dal Confino” di Claudio Di Mambro, Luca Mandrile e Umberto Migliaccio, che racconta la vicenda poco nota, per certi versi destinata all’oblio, della colonia confinaria di Ponza.

Dal 1928 al 1939 su quell’isola furono relegate più di duemila persone, tra le quali eminenti antifascisti come Pertini, Terracini, Fancello, Basso, Secchia, Tommasini, Domaschi e tanti altri.

Attraverso testimonianze dirette, fonti d’archivio e contributi di alcuni storici il documentario ricostruisce le vicende storiche e umane dei perseguitati politici.

All’inaugurazione della mostra, visitabile fino al 10 maggio dalle ore 10,00 alle 18,00, saranno presenti Gianluca Quacquarini (segretario regionale ANPPIA Marche), Umberto Migliaccio (coregista del documentario), l’On. Claudio Maderloni (figlio di un confinato politico e dirigente dell’ANPI nazionale). Coordinerà la serata il Prof. Giorgio Tabani.

Si ringrazia la Bottega del Terzo Settore per la disponibilità e l’accoglienza riservata all’iniziativa.

Un primo maggio antifascista

Aprile 29th, 2024

25 aprile a Colle San Marco

Aprile 27th, 2024

“Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire

fu come le nevi…”
No, i fuochi di un tempo
non trovano pace…”

“La cenere al vento
riscopre la brace…”
“Una cosa il giudizio…”

“Un’altra la pietà…”
“Lottare per la morte…”
“O per la libertà …”

“L’unica dignità
della nostra storia
è la memoria

della verità …”
“Alla vecchia e alla nuova
Resistenza italiana…”

“Contro l’odio che odia…”
“Per l’amore che ama…”
“Andatelo a dire

ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi…”

Gianni D’Elia

Pubblichiamo l’intervento di Rita Forlini, vicepresidente vicario dell’ANPI provinciale di Ascoli Piceno, alla cerimonia del 25 aprile a Colle San Marco

Un saluto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari e religiose.

Sono qui in rappresentanza dell’Anpi provinciale e del suo Presidente Pietro Perini che sostituiscocon orgoglio e con profondo senso di responsabilità per l’enorme contenuto simbolico e la solennità che questa celebrazione porta con sé.

La mia generazione è cresciuta in un periodo in cui la conquista della LIBERTÀ per il nostro Paese era ancora cronologicamente vicinissima, appena qualche lustro, e i protagonisti ne erano testimoni viventi che incarnavano pezzi di quel passato e ne profondevano le loro relazioni umane in modo naturale e spontaneo. Era il tempo, tuttavia, in cui le contrapposizioni ideologiche andavano facendosi sempre più aspre e taglienti, sopravanzando l’esperienza unitaria e unificante della lotta di Liberazione che aveva convogliato in un solo sforzo cattolici, monarchici, repubblicani, liberali, socialisti, comunisti e tutti coloro (civili, religiosi, militari) che non riuscivano più a sostenere il peso di un regime liberticida e violento. Quell’esperienza corale di un popolo intero era il tessuto connettivo di una società nuova che cercava le coordinate per definirsi, darsi forma e sostanza e protendersi nel futuro pieno di speranze e di grandi traguardi all’orizzonte. La percezione era quella di poggiare su basi solide: la Resistenza si respirava ancora attraverso i racconti espliciti e quelli taciuti, il passato era parte viva del presente. Non ho avuto nonni che mi raccontassero le loro storie, ma le storie ti lambivano comunque. Era come sentirsi dentro la trama e l’ordito di un arazzo costruito da donne e uomini animati da sentimenti eroici.

PAURA – DIVIETI- MINACCE – PERSECUZIONI- BOTTE- PURGHE- CARCERE – UMILIAZIONI – FUGHE- NASCONDIGLI – NOTTI BUIE- NEVICATE FREDDO -GELO- FAME – DOLORE- MORTE   ma anche CORAGGIO – SOLIDARIETÀ -FRATELLANZA CONDIVISIONE- GENEROSITÀ – AMORE – GRANDI GIOIE – LIBERTÀ 

LIBERTÀ come l’ ossigeno: INDISPENSABILE! 

Ho sempre provato un profondo e deferente sentimento di gratitudine per quegli eroi che l’avevano conquistata con altruismo, d’istinto: quello che la ragione non può mediare. Sono cresciuta così,con la convinzione di dovere essere per sempre in debito con chi mi aveva salvato dall’orrore della dittatura e della guerra.

Ho avuto il meraviglioso privilegio di conoscere personalmente tante partigiane e tanti partigiani che mi hanno aperto lo scrigno dei loro ricordi: sono stati decenni di certezze, di emozioni forti ed indimenticabili.

Emozioni che ho cercato di condividere con gli studenti, sostenendo l’impatto emotivo con il rigore della ricerca storica, della conoscenza dei fatti e degli eventi che non si prestano a spiegazioni o letture opinabili, ma riconducono con la forza delle fonti documentali alla verità incontrovertibile, quella di una scelta dettata dal desiderio di sconfiggere il nazifascismo, di reagire non senza sbandamenti e difficoltà e di gettare le basi di un’Italia  libera, moderna, democratica  e repubblicana edificata sull’asse che collega i diritti con i doveri di cittadine e cittadini, su quello che unisce il 25 aprile con il 2 giugno ed è sancito nella nostra Costituzione con le lettere chiare della uguaglianza, della solidarietà, dell’inclusione, del rispetto della dignità della persona umana e del ripudio della guerra.

La nostra Costituzione si sostanzia dell’epopea resistenziale e della matrice antifascista. Indica i pilastri della Repubblica senza equivoci, senza possibilità di pretestuose interpretazioni che uccidono una seconda volta coloro che si sono immolati per renderci LIBERI e per assicurarci la PACE.

Le Istituzioni e ognuno di noi, tutti abbiamo il compito di tenere fede e preservare quei valori per onorare la memoria del sacrificio di quelle donne e di quegli uomini e garantire la solidità delle loro conquiste.

VIVA L’ITALIA LIBERA DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA!

BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE A NOI TUTTI!!!

Colle San Marco, 25 aprile 2024

Anche a San Benedetto del Tronto si è svolta una partecipata manifestazione antifascista per celebrare la Festa della Liberazione dal nazifascismo. Il vicepresidente dell’ANPI provinciale Antonio Bruni è intervenuto a nome dell’associazione.