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Ciao Cesare

Aprile 9th, 2014

Oggi ci ha lasciato il Partigiano Giulio Cesare Tranquilli, classe 1926, studente dell’Istituto Agrario, figlio di un fornaio organizzatore clandestino del Partito Comunista e sorvegliato dal regime. Benché giovanissimo, fu tra i primi a salire sul San Marco, stabilendosi da prima a San Giacomo e poi sul pianoro. Partecipò attivamente a tutte le azioni svolte dal Gruppo della Banda Patrioti Colle San Marco. Contratta una febbre, il 3 Ottobre non fu presente nella zona degli scontri perché già rientrato a casa.


I funerali si svolgeranno domani, giovedì 10 alle ore 15 nella chiesa di San Angelo Magno alla Piazzarola.


Alla Famiglia e a tutti coloro che l’hanno conosciuto vada la vicinanza e l’abbraccio dell’ANPI provinciale.


“Casa mia, a quei tempi, era uno dei centri dell’antifascismo locale. Ricordo il via vai continuo di perseguitati e segnalati politici, di ex sindacalisti, di comunisti e di libertari della zona che si riunivano da noi o che si fermavano per nascondersi qualche giorno in un luogo sicuro. Mio padre, infatti, era un organizzatore clandestino del Partito Comunista, e per me, che avevo appena diciassette anni ed ero cresciuto in quell’ambiente tanto ostile al regime, era naturale considerare i tedeschi come dei nemici invasori. Così, quando la mattina del 12 settembre sentii sparare, invece di andare al forno a lavorare, presi un fucile, controllai se fosse carico e scesi in strada. Il fucile l’avevo recuperato giusto la notte precedente, nell’antro di un portone a San Gregorio, perché con degli amici eravamo soliti in quei giorni raccogliere quello che i soldati italiani, sbandati e di passaggio in città, abbandonavano. Del resto, armi, giberne e caricatori era facile trovarne in quantità proprio dentro ai portoni, dato che i militari in fuga vi si recavano per spogliarsi delle divise e per indossare, al riparo da sguardi indiscreti, gli abiti civili.
Per strada sentii la gente gridare che erano arrivati i tedeschi e vidi un gruppo di civili che, armi in pugno, correva verso il Distretto militare. Mi unii allora a quel gruppo e raggiunsi il Battistero, dove incontrai una mezza dozzina di uomini che stavano sparando in direzione dei giardini pubblici, contro alcuni automezzi militari fermi davanti al Distretto. Sparai anch’io, ma non vedendo alcun soldato tedesco intorno a quei mezzi, scaricai l’intero caricatore, l’unico che avevo, contro una camionetta vuota. Consumati i proiettili, tornai a casa. Ero appena un ragazzino e, pieno d’orgoglio, raccontai ai miei quello che avevo fatto. Lo stesso pomeriggio, però, intimorito dal fatto che molta gente mi avesse visto sparare e dalla possibilità che si scatenassero rappresaglie tedesche, mio padre decise di mandarmi al sicuro per un po’ di tempo da una mia zia, che abitava alle Piagge. Anche lui
, come tutti in città, credeva che nel giro di alcuni giorni darebbero giunti gli alleati e che presto sarebbe finito tutto. Purtroppo, non fu così.”
(Testimonianza del Partigiano Giulio Cesare Tranquilli, pag. 233, Sergio Bugiardini, “La città e il Colle”, ed. il lavoro editoriale, 2013)

25 Aprile 2014 a Colle San Marco

Aprile 7th, 2014

Convocazione segreteria provinciale

Marzo 28th, 2014
E’ convocata per il giorno MERCOLEDI’ 2 APRILE alle ore 16:30 , la segreteria con il seguente O.d.G.:
1) Lettura del verbale precedente.
2) Ripartizione risorse per il 70°.
3) Organizzazione e distribuzione compiti per le ricorrenze del 70°.
4) Varie ede eventuali.
Si raccomanda la puntualità e la partecipazione, per quanti non possono intervenire sono pregati di comunicarlo.
Il Presidente
William Scalabroni

Le celebrazioni dell’11 marzo a Pozza e Umito

Marzo 12th, 2014

di Giuseppe Parlamenti

Martedì 11 marzo a Pozza e Umito di Acquasanta Terme si è svolta una toccante cerimonia, denominata “La Marcia della Memoria” per ricordare l’omologo giorno di 70 anni fa quando avvenne uno dei più efferati Eccidi della Resistenza Italiana.

Gli studenti delle classi IV e V di Scuola Primaria e delle II e II di Scuola Secondaria dell’ISC di Acquasanta Terme hanno deposto fiori e animato, con racconti e poesie la Marcia della Memoria proprio nei luoghi ove avvennero gli episodi salienti dei fatti di Pozza:  Il rastrellamento, la fucilazione, l’esecuzione sommaria di un giovane patriota da parte di un Maresciallo ei Carabinieri travestito da tedesco, la battaglia di Umito con la morte del comandante tedesco ucciso dal Partigiano Gregorio Schiavi e la sua morte eroica che permise ad altri di salvarsi. Hanno poi ricordato Martina che morì scagliando una bomba a mano e Anna di appena 11 mesi che morì nella culla, nella sua casa incendiata dai tedeschi.

Lungo il percorso sono stati diffusi i Canti della Resistenza e le poesie in tema dei grandi poeti italiani.

Nel cimitero Partigiano è avvenuta poi la cerimonia ufficiale con ancora poesie scritte e lette dai ragazzi, le prolusioni ufficiali del Sindaco di Acquasanta Terme Barbara Capriotti, del Dirigente Scolastico Patrizia Palanca, del Presidente della Provincia Piero Celani, di Pietro Perini, figlio dell’indimenticato Spartaco comandante del Colle San Marco e dell’on. Claudio Maderloni Presidente Regionale dell’ANPI.

Ma il momento più commovente si è avuto quando il Presidente dell’ANPI di Acquasanta Terme, Giuseppe Tosti, ha consegnato a due ragazzi la bandiera storica dei Partigiani, cucita nel 1946, come segno della trasmissione alle nuove generazioni, degli ideali e delle speranze degli uomini e delle donne della Resistenza.

Al termine nel cimitero, dopo tante parole, è risuonato il silenzio fuori ordinanza e i nostri morti sono ritornati nella pace silenziosadella valle più bella dei Monti della Laga.

11 marzo a Pozza e Umito

Marzo 10th, 2014

 

L’11 marzo una colonna tedesca, malgrado la neve e cogliendo di sorpresa la banda del capitano Ettore Bianco, accerchiò Pito, Pozza e Umito (Giacomini,2008, p.111-112). Durante la notte i reparti tedeschi e fascisti “trovarono guide ben disposte ad indicare loro la via per salire la montagna” (Balena, p.262). Attaccarono Pozza di Acquasanta all’alba, casa per casa cercavano armi ed uomini. Incendiarono undici case di contadini accusati di aver dato ospitalità ai partigiani, razziarono cibo e denaro, ammazzarono chiunque tentasse la fuga. Otto uomini morirono davanti alle loro case, erano tutti disarmati e furono uccisi senza pietà. Intanto gli uomini trovati nascosti nelle case del paese vennero avviati verso un grosso magazzino poco distante dal paese dove li avrebbero fucilati e avrebbero poi bruciato i loro corpi. Tuttavia, inaspettatamente, i nazisti abbandonarono i loro prigionieri e si diressero verso Umito, dove i
partigiani della banda Bianco stavano attaccando la formazione tedesca, la quale richiedeva rinforzi per fronteggiare l’attacco. Lo scontro fu violento, la morte del comandante tedesco indusse i tedeschi ad indietreggiare consentendo agli uomini di Bianco di sganciarsi risalendo la collina. I tedeschi persero una trentina di uomini e sfogarono la loro rabbia sulla popolazione civile, incendiando le case con bombe e bengala.
In paese erano rimasti bloccati alcuni partigiani, i nazisti li circondarono e diedero fuoco alla casa in cui si erano rifugiati. Bruciarono viva anche una bambina di undici mesi, la piccola Anna Sparapani. Ecco come ricorda quei tragici attimi la madre, Domenica Sparapani:”Giunta nella piazzetta ho affidato i miei bambini ad alcuni parenti e sono tornata a prendere la piccola Anna, ma la mia casa stava bruciando con la mia bambina dentro. Il primo istinto è stato buttarmi tra le fiamme e salvarla, era ormai impossibile, troppo tardi. Sono rimasta lì immobile, senza poter far nulla, forse non ricordo bene, ho gridato disperatamente. Altre case nel frattempo incendiavano,
 i miei paesani sembravano anch’essi impazziti perchè non avevano più la propria casa, le proprie cose, i viveri; ma io neppure la mia bambina” (Battistini,2003, p.70).
Nell’attacco a Pozza e Umito persero la vita 12 abitanti del posto e più di 30 partigiani, tra cui 15 jugoslavi. In verità sul numero esatto di partigiani morti non esiste tra gli storici una versione univoca.
Sui luoghi degli scontri sorge ora un cimitero partigiano in cui sono seppelliti tutti insieme partigiani e civili, italiani e slavi, inglesi, greci e americani.

 

 

Bibliografia
S. Balena, Bandenkrieg nel Piceno. Settembre ’43 giugno ’44, Ascoli Piceno s.d.
M.G. Battistini, C. Di Sante, Fascismo e Resistenza nel Piceno, Istituto Statale d’Arte “Osvaldo Licini”, Ascoli Piceno 2003.
G. Forlini, P.Fanesi, La parola impertinente. Interviste e testimonianze sulla partecipazione femminile alla Resistenza nel Piceno, Otium Edizioni, Acquaviva Picena 2007.
L. Di Domenico, I fatti di Pozza. Cronache e documenti sulla Resistenza acquasantana, Centro Stampa Piceno, Acquasanta Terme 2001.
R. Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008.