Noi siamo oggi qui a Montemonaco, ci siamo liberati dai nostri impegni per loro.
Per quei giovani delle nostre montagne che il 18 marzo del 1944 morirono combattendo sulle rocce di Tofe, fucilati sul ciglio della strada e davanti al Municipio .
A questo proposito, ricordo un racconto di un anziano di Comunanza: “I Partigiani di stanza a S. Giorgio , in partenza per Tofe per unirsi con gli altri, ci chiesero di andare con loro, ma noi tornammo indietro, ci sentimmo codardi, ma così fu. Uscimmo dal rifugio e passando davanti ad uno di loro io dissi: “nu non ve sime mai viste “, “questo è già qualcosa” rispose il Partigiano.
Oggi siamo qui per loro, per quelli che partirono , e non per quelli che tornarono a casa.
Oggi, di giovani che tornano a casa ce ne sono molti, troppi. Catturati dal nulla e dalle sirene della destra. E per questo dobbiamo essere più che mai forti e decisi. La Democrazia non è data per scontata.
Oggi qui, i giovani non ci sono . Non ci sono le scolaresche che tutti gli anni si univano a noi. Secondo i docenti “avevano da fare tante altre cose” . Voglio sperare che il tempo che risparmieranno non partecipando a questa commemorazione, gli stessi docenti lo utilizzino per insegnare ai ragazzi che per meglio vivere il presente si deve necessariamente apprendere il passato.
Allora, noi qui, con la nostra convinta presenza, dobbiamo continuare a costruire un argine alla palude xenofoba e razzista e allo stesso tempo, demolire i muri dell’indifferenza.
A questo proposito vorrei citare il Presidente Onorario dell’ANPI Carlo Smuraglia:
“Nostro compito è respingere l’indifferenza, la rassegnazione, la “distrazione”, in nome di quei giovani che a partire dal 1943 ebbero il grande coraggio di riprendere in mano il loro destino e il loro futuro”.
E conclude: E’ SEMPRE TEMPO DI RESISTENZA!