Un pugno al fianco destro mi scaraventa sul pavimento. Faccio per rialzarmi, ma una tallonata mi arriva sul rene destro. Un urlo si smorza nella mia gola, mi pare di svenire, non capisco se il dolore che sento viene dalla parte colpita o dal cervello. Due dita mi afferrano il lobo dell’orecchio destro e torcono. Adagio, adagio. Ma la torsione continua fino a quando la mano che la provoca può girare su se stessa. Il dolore si fa atroce, prende tutti i nervi della testa. Sento dire: – È un fachiro. Ridono. cessa la torsione del lobo, ma subito un pugno tra l’orecchio e l’occipite mi sbatte ancora sul pavimento. Ho nelle orecchie un ronzio tanto forte che, per qualche minuto, è come se fossi sordo. Sto per rimettermi sullo sgabello, ma sempre quella mano mi afferra e mi fa rimettere in piedi. Mentre riprendo l’equilibrio un altro colpo sul fianco destro, dal basso in alto, quasi mi solleva da terra. Mi sentii sollevare di peso, feci mezza piroetta e ricaddi a capofitto. Se non fossi stato pronto a salvarmi con i gomiti, la testa mi si sarebbe spezzata. Sghignazzavano […] Koch si rivelava uomo di poche parole e di scarsa fantasia. Ripeteva le cose già dette. Sentii una pistolettata e andai a sbattere con la testa sui piedi di qualcuno. Un pugno mi era arrivato tra l’orecchio e la mascella destra. Un dente spezzato si rivoltava tra la lingua e il palato, tra saliva e sangue.”

Testimonianza di Giulio Alonzi, un sopravvissuto alle torture del criminale Pietro Koch, sequestratore, assassino, ingaggiato dal regime per togliere di mezzo gli oppositori.
Dora Tombini, antifascista, partigiana ascolana, tanti interrogatori, il più devastante nella sede della Guardia Nazionale Repubblicana di Palazzo Sgariglia, oltre otto ore di torture: armi puntate alle spalle, colpita più volte dal frustino dello scagnozzo del tenente colonnello Torregrossa, innervosito dal suo tenace silenzio. Dora esce deturpata sul viso, ha perso per sempre l’uso di un occhio; 14 capi d’imputazione di cui quattro prevedono la pena di morte.
Buongiorno a tutti i presenti, un saluto deferente alle autorità civili, militari e religiose: rappresentanti delle istituzioni dell’Italia libera, repubblicana e democratica, nata dalla Resistenza e dalla sconfitta del nazi fascismo.

Vi ho letto due atti di fascismo: un regime violento e sanguinario che si imponeva con la coercizione, le prepotenze, le persecuzioni, l’annientamento della dignità di chi reputava nemico e non funzionale ai propri scopi.
Il 25 aprile 1945 le italiane e gli italiani scesero in piazza finalmente liberi, dopo venti anni di sofferenze, di povertà, di guerre e sfiancati dai lunghi mesi della lotta di liberazione.
Donne e uomini tenacemente legati nonostante profonde diversità, cattolici, monarchici, repubblicani, liberali, socialisti, comunisti, anche fascisti ravveduti: civili, religiosi, militari.Protagonisti, formidabili della conquista di quella libertà del tutto nuova che ci avrebbe fatti cittadini e non più sudditi e con il sogno di un’Europa unita e pacifica.
Al coraggio di quelle donne e quegli uomini tributiamo oggi il più profondo ringraziamento.
Oggi è la festa di tutti gli Italiani, nessuno escluso: possiamo avere visioni del mondo differenti, ma nessuna di esse può prescindere dai principi sanciti nella Carta Costituzionale della nostra Repubblica democratica nata dalla Resistenza antifascista.
Abbiamo il dovere morale di far conoscere ai giovani la Storia del nostro Paese, la genesi della nostra democrazia, il prezzo pagato per la conquista del diritto di voto, come strumento fondamentale della democrazia perché sappiano apprezzarne il valore. Abbiamo l’obbligo di fornire loro gli strumenti per essere forti nella libertà di pensiero e di giudizio per non cadere negli inganni di visioni distorte della realtà e per poter essere cittadini a pieno titolo nell’esercizio dei loro diritti e dei loro doveri.

Godiamoci questo giorno di festa anche se oggi ci sentiamo laicamente più soli per la perdita di quella voce autorevole che negli ultimi dodici anni ha gridato al mondo la sacralità degli stessiprincipi che la nostra Costituzione scandisce in modo chiaro e inequivocabile: uguaglianza, solidarietà, accoglienza, inclusione, rispetto della dignità della persona umana, ripudio della guerra.
BUON 25 APRILE A TUTTI NOI!
VIVA LA RESISTENZA, VIVA L’ITALIA LIBERA, DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA!
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Anche a San Benedetto del Tronto si è svolta una partecipata manifestazione, con la presenza di tantissimi giovani.

