“Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi…”
No, i fuochi di un tempo
non trovano pace…”
“La cenere al vento
riscopre la brace…”
“Una cosa il giudizio…”
“Un’altra la pietà…”
“Lottare per la morte…”
“O per la libertà …”
“L’unica dignità
della nostra storia
è la memoria
della verità …”
“Alla vecchia e alla nuova
Resistenza italiana…”
“Contro l’odio che odia…”
“Per l’amore che ama…”
“Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi…”
Gianni D’Elia
Pubblichiamo l’intervento di Rita Forlini, vicepresidente vicario dell’ANPI provinciale di Ascoli Piceno, alla cerimonia del 25 aprile a Colle San Marco
Un saluto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari e religiose.
Sono qui in rappresentanza dell’Anpi provinciale e del suo Presidente Pietro Perini che sostituiscocon orgoglio e con profondo senso di responsabilità per l’enorme contenuto simbolico e la solennità che questa celebrazione porta con sé.
La mia generazione è cresciuta in un periodo in cui la conquista della LIBERTÀ per il nostro Paese era ancora cronologicamente vicinissima, appena qualche lustro, e i protagonisti ne erano testimoni viventi che incarnavano pezzi di quel passato e ne profondevano le loro relazioni umane in modo naturale e spontaneo. Era il tempo, tuttavia, in cui le contrapposizioni ideologiche andavano facendosi sempre più aspre e taglienti, sopravanzando l’esperienza unitaria e unificante della lotta di Liberazione che aveva convogliato in un solo sforzo cattolici, monarchici, repubblicani, liberali, socialisti, comunisti e tutti coloro (civili, religiosi, militari) che non riuscivano più a sostenere il peso di un regime liberticida e violento. Quell’esperienza corale di un popolo intero era il tessuto connettivo di una società nuova che cercava le coordinate per definirsi, darsi forma e sostanza e protendersi nel futuro pieno di speranze e di grandi traguardi all’orizzonte. La percezione era quella di poggiare su basi solide: la Resistenza si respirava ancora attraverso i racconti espliciti e quelli taciuti, il passato era parte viva del presente. Non ho avuto nonni che mi raccontassero le loro storie, ma le storie ti lambivano comunque. Era come sentirsi dentro la trama e l’ordito di un arazzo costruito da donne e uomini animati da sentimenti eroici.
PAURA – DIVIETI- MINACCE – PERSECUZIONI- BOTTE- PURGHE- CARCERE – UMILIAZIONI – FUGHE- NASCONDIGLI – NOTTI BUIE- NEVICATE FREDDO -GELO- FAME – DOLORE- MORTE ma anche CORAGGIO – SOLIDARIETÀ -FRATELLANZA CONDIVISIONE- GENEROSITÀ – AMORE – GRANDI GIOIE – LIBERTÀ
LIBERTÀ come l’ ossigeno: INDISPENSABILE!
Ho sempre provato un profondo e deferente sentimento di gratitudine per quegli eroi che l’avevano conquistata con altruismo, d’istinto: quello che la ragione non può mediare. Sono cresciuta così,con la convinzione di dovere essere per sempre in debito con chi mi aveva salvato dall’orrore della dittatura e della guerra.
Ho avuto il meraviglioso privilegio di conoscere personalmente tante partigiane e tanti partigiani che mi hanno aperto lo scrigno dei loro ricordi: sono stati decenni di certezze, di emozioni forti ed indimenticabili.
Emozioni che ho cercato di condividere con gli studenti, sostenendo l’impatto emotivo con il rigore della ricerca storica, della conoscenza dei fatti e degli eventi che non si prestano a spiegazioni o letture opinabili, ma riconducono con la forza delle fonti documentali alla verità incontrovertibile, quella di una scelta dettata dal desiderio di sconfiggere il nazifascismo, di reagire non senza sbandamenti e difficoltà e di gettare le basi di un’Italia libera, moderna, democratica e repubblicana edificata sull’asse che collega i diritti con i doveri di cittadine e cittadini, su quello che unisce il 25 aprile con il 2 giugno ed è sancito nella nostra Costituzione con le lettere chiare della uguaglianza, della solidarietà, dell’inclusione, del rispetto della dignità della persona umana e del ripudio della guerra.
La nostra Costituzione si sostanzia dell’epopea resistenziale e della matrice antifascista. Indica i pilastri della Repubblica senza equivoci, senza possibilità di pretestuose interpretazioni che uccidono una seconda volta coloro che si sono immolati per renderci LIBERI e per assicurarci la PACE.
Le Istituzioni e ognuno di noi, tutti abbiamo il compito di tenere fede e preservare quei valori per onorare la memoria del sacrificio di quelle donne e di quegli uomini e garantire la solidità delle loro conquiste.
VIVA L’ITALIA LIBERA DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA!
BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE A NOI TUTTI!!!
Colle San Marco, 25 aprile 2024
Anche a San Benedetto del Tronto si è svolta una partecipata manifestazione antifascista per celebrare la Festa della Liberazione dal nazifascismo. Il vicepresidente dell’ANPI provinciale Antonio Bruni è intervenuto a nome dell’associazione.