Archivio per Ottobre 2023

Con i Partigiani di Colle San Marco ad 80 anni dal loro sacrificio

4 Ottobre 2023

3 OTTOBRE 2023, IL DISCORSO DI PIETRO PERINI A COLLE SAN MARCO

Buongiorno a tutte e a tutti. Porgo il benvenuto dell’ANPI a tutte le
autorità intervenute, militari, civili, religiose e a tutte le associazioni
combattentistiche e naturalmente a tutti i presenti che hanno sentito
il bisogno, in questo giorno, di salire su questo Colle. Un particolare
saluto a tutta l’ANPI Provinciale di Teramo con la quale abbiamo
stretto un legame indissolubile. Ma il saluto più caloroso da parte di
tutta l’ANPI ascolana va a voi, ragazze, ragazzi e docenti delle
scolaresche ascolane oggi presenti su questo Sacrario. Grazie,
grazie di cuore per la vostra presenza.
Oggi mi rivolgerò soprattutto a voi.
Ognuno di noi è abituato, ed ormai è diventata una consuetudine, a
dare particolare rilievo a qualsiasi tipo di anniversario quando
questo ricade nella ricorrenza del 10, 20, 25, 50 e, come in
questo caso, nell’80* ma questi nostri giovani Partigiani che
sacrificarono le loro vite per la nostra Libertà e la nostra
Democrazia meritano di essere ricordati, a prescindere dal tempo
trascorso, ogni anno, ogni mese, ogni giorno, anzi, direi che il loro
ricordo dovrebbe affiorare nelle nostre menti e farci da guida ogni
volta che ci accingiamo a fare delle cose o ad assumere
atteggiamenti che vanno contro quelli che erano i loro sogni.
Perché vedete, care ragazze e cari ragazzi, quei giovani Partigiani
hanno immolato le loro vite per dei sogni che, nel momento in cui si
fossero realizzati, avrebbero assicurato alle future generazioni
un’Italia veramente libera e veramente democratica, una Nazione
nella quale avremmo potuto far crescere le nostre famiglie in
grande serenità:
DINO ANGELINI MARCELLO GIOVANNELLI
SILVIO ANGELINI CARLO GRIFI
EMIDIO BARTOLOMEI ATTILIO LELLI
LUIGI BIONDI PIETRO MARUCCI
VINCENZO BIONDI GIACINTO NERI
PAOLO CAGNETTI ROBERTO PACI
MARIO CARUCCI ANTONIO PAGLIACCI
SERAFINO CELLINI PIETRO PAGLIACCI
NINO CIABATTONI FRANCESCO PALIOTTI
NATALE CIAMPINI ALESSANDRO PANICHI
ANTONIO COSSU ADRIANO RIGANTE’
MARCELLO FEDERICI EMIDIO ROZZI
LUIGI FERRI SALVATORE SPATARO
NARCISO GALIE’​
Questi sono i nostri Partigiani, questi sono i giovani sognatori di
quel 3 ottobre del 1943. Essi sognavano di donarci tutto ciò che il
fascismo aveva da sempre loro negato:
Sognavano di fare dell’Italia una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro e dove l’unico sovrano dovesse essere il popolo
Sognavano che tutti i cittadini avessero pari dignità sociale e
fossero uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali
Sognavano che la futura Repubblica riconoscesse a tutte e tutti il
diritto al lavoro promuovendo le condizioni che rendessero effettivo
questo diritto.
Sognavano che tutte le religioni fossero finalmente libere davanti
alla legge.
Sognavano un Paese arricchito dallo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica proteggendo le proprie meraviglie
costituite dalle sue bellezze naturali, dal suo patrimonio storico e
artistico. Tutelando così l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi,
soprattutto nell’interesse delle future generazioni.
Sognavano una Nazione nella quale tutti avessero il diritto di
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.
Sognavano un Paese pronto ad accogliere uno straniero, profugo di
uno Stato che gli negasse libertà e democrazia riconoscendone il
diritto all’asilo nel nostro territorio
Sognavano un’Italia che non dovesse mai più conoscere gli orrori
della guerra, ripudiandola come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali
Sognavano un Paese senza più corruzione nel quale funzionari e
dipendenti dello Stato e degli enti pubblici fossero direttamente
responsabili, secondo le leggi, degli atti compiuti in violazione di
diritti.
Sognavano una Repubblica che finalmente tutelasse la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e
garantisse cure gratuite agli indigenti e, al tempo stesso, tutelasse il
lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.​

Sognavano una nuova Italia dove la donna lavoratrice avesse gli
stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore
permettendole, allo stesso tempo, di poter adempiere alla sua
essenziale funzione familiare, assicurando alla madre e ai suoi figli
una speciale adeguata protezione.
Quei ragazzi non hanno mai saputo se i loro sogni si sono
realizzati, avevano dato la vita scommettendo sul futuro e sul buon
senso di chi sarebbe sopravvissuto. E furono proprio i sopravvissuti
che, mettendo da parte le loro ideologie politiche, decisero di
mettere nero su bianco i loro sogni e quelli di coloro che non
c’erano più. Così è nata la nostra Costituzione, la più bella e attuale
del mondo. In essa sono descritti uno ad uno quei sogni che sono
diventati i suoi articoli. La strada era stata segnata, non c’era da
fare altro che seguirla. Oggi sappiamo che quei sogni sono rimasti
tali, nessuno di essi si è tramutato in realtà e quell’elenco di leggi è
diventato talmente scomodo per molti che più volte abbiamo
cercato di manometterla per adattarla ai nostri scellerati stili di vita
piuttosto che applicarla con fermezza. Ma sono convinto che
proprio grazie a voi giovani Il nostro futuro e le nostre speranze non
andranno deluse perché voi saprete sempre difendere quei sogni e
finalmente tramutarli in realtà. Voi avete già capito che essi
rappresentano il segreto per far crescere i vostri figli in serenità e
nella prosperità e farete in modo che facciano parte della vostra
esistenza.
Scusate, care ragazzi e care ragazze, avevo dimenticato un sogno.
Quello di una Nazione nella quale la parola fascismo fosse bandita
per sempre, vietandone la sua riorganizzazione sotto qualsiasi
forma e che promuovesse, all’interno di qualsiasi scuola, di ogni
ordine e grado, l’insegnamento della Resistenza e della nostra
Costituzione, perché i giovani si rendessero conto dove affondano
le radici della Libertà e della Democrazia e che il loro insegnamento
costituiscono le armi più potenti che possiamo lasciare nelle mani
delle generazioni future perché sappiano difendersi dal passato.
Care ragazze e cari ragazzi, fate vivere quei sogni.
VIVA L’ITALIA, VIVA LA COSTITUZIONE