Oggi, 12 giugno, in località Ponte Rotto di San Benedetto del Tronto, l’Anpi ha partecipato alla cerimonia in ricordo dei Caduti del 12 giugno 1944, con la deposizione di una corona d’alloro presso il cippo che ricorda il sacrificio di Neutro e Salvatore Spinozzi e del Brig. dei Carabinieri Elio Fileni, fucilati dai nazisti.
Presenti il Sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, Associazioni d’Arma e il Presidente della locale Sezione ANPI e vicepresidente provinciale, Antonio Bruni.
Archivio per Giugno 2022
Il 12 giugno a Ponte Rotto di San Benedetto del Tronto
12 Giugno 2022Il 6 giugno ricordiamo Francesco Ciotti, Fausto Simonetti, Eliczer Jacob e Ottavio Baccari
6 Giugno 2022Questa mattina, una delegazione dell’ANPI ha deposto una corona d’alloro al cippo sulla strada per Venagrande, in memoria del Partigiano Francesco Ciotti, trucidato dai fascisti il 7 giugno 1944.
Successivamente, sulla strada della Bonifica, presso lo stabilimento ex Novico, l’Anpi ha ricordato i Partigiani Fausto Simonetti, Eliczer Jacob e Ottavio Baccari, presso il cippo che ricorda il loro sacrificio di quei giorni di giugno del 1944.
Arruolatosi nel 1939 in Aeronautica come aiutante sanitario, durante la guerra Fausto Simonetti fu mobilitato sul Fronte occidentale e in Libia. Rientrato in Italia nel febbraio del 1943, al momento dell’armistizio si trovava con il suo reparto in provincia di Foggia. Decise di tornare ad Ascoli ed entrò nella Resistenza, aggregandosi ad una formazione composta in gran parte da militari sbandati, che operava a ridosso della città e che il 3 ottobre affrontò, a Colle San Marco, soverchianti truppe tedesche.
Nello scontro caddero venticinque partigiani, quattro furono feriti e sessanta furono fatti prigionieri. Simonetti, riuscito a sottrarsi alla cattura, continuò ad essere tra gli organizzatori della Resistenza locale, curando il collegamento del Comando dell’VIII Armata alleata con le basi delle Marche e dell’Abruzzo. Nel giugno del 1944 il giovane aviere, come è ricordato nella motivazione della Medaglia d’oro, “… attivamente ricercato dai nazifascisti cadeva, per delazione, in un’imboscata. Catturato e sottoposto a minacce e torture, nulla rivelava circa i dislocamenti e l’organizzazione delle forze partigiane della zona. Esasperati dal contegno fiero e sprezzante, i suoi aguzzini lo fucilarono finendolo, mentre agonizzava, a colpi di calcio di fucile. Fulgido esempio di tenacia, sprezzo della vita e di assoluta dedizione agli ideali di Patria e di libertà”.