Buongiorno a tutte e a tutti.
Ieri era il 25 Aprile, la Festa della Liberazione, la nostra Festa, il Compleanno di tutti gli Italiano che hanno festeggiato i loro 76 anni di Libertà dal Nazifascismo. Per il secondo anno consecutivo, questa maledetta pandemia ci ha costretto a svolgere le nostre Cerimonie in forme molto ridotte e costretto ad affidarci alla tecnologia per promuovere le nostre iniziative online.
Non è stato un bel 25 Aprile. O meglio, il 25 Aprile è sempre un giorno bellissimo, il problema è che trovi sempre qualcuno pronto a mandartelo di traverso. Per problemi personali non ho potuto partecipare a nessuna iniziativa ma ho ritenuto opportuno pubblicare questo messaggio all’indomani della nostra Festa. Della giornata appena trascorsa ho molto apprezzato i discorsi del nostro Presidente della Repubblica e del nostro Presidente del Consiglio; due discorsi che, finalmente, senza mezzi termini e giri di parola, hanno comunicato a tutti gli italiani che questa Festa è scaturita dalla Resistenza di donne e uomini che fecero, senza badare alle diverse ideologie politiche, una scelta, ricordando allo stesso tempo, che non tutti gli italiani furono bravi italiani, dando così, un duro e necessario colpo a tutti coloro che vorrebbero incanalare la storia di quei momenti, in un abominevole revisionismo. Il 25 Aprile quindi non si tocca, anzi, questa Festa dovrà avere sempre più evidente la volontà di unire e non di dividere le generazioni presenti e future perché solo l’unità ci può garantire di riuscire a raggiungere il traguardo di riportare prosperità economica e sociale nel nostro Paese.
Già, l’unità. Purtroppo devo constatare, ancora una volta che le persone che tendono a disgregare piuttosto che unire, sono in aumento. Come sono in aumento gli antifascisti, o meglio, sono in aumento gli antifascisti che si ricordano di esserlo una volta l’anno. Per molte persone l’antifascismo sta diventando una sorta di spot pubblicitario, da cavalcare al bisogno soltanto in diverse occasioni che possono essere rappresentate, per esempio, dalle campagne elettorali. E così ci siamo visti sommergere, alla vigilia di questa Festa da aspre critiche che ci accusano di preferire la vicinanza di un partito piuttosto che un altro, colpevoli di non aver interpellato tutti sui programmi da attuare in occasione di questa ricorrenza. Ho così imparato che bisogna guardarsi le spalle non solo dai fascisti ma anche dagli sfascisti. E questa è la cosa che fa più male perché, che ti imbrattino i manifesti del 25 Aprile con le svastiche ce lo possiamo anche aspettare ma, che anche chi pensi debba essere dalla tua parte ti spari addosso, non puoi nemmeno immaginarlo e questo fa più male di quattro croci uncinate dipinte da qualche imbecille.
A questi signori che si sentono i depositari delle verità, che passano le loro giornate a trovare degli appigli scandagliando Facebook per poter deridere, insultare e sbeffeggiare il prossimo dico, una volta per tutte: noi non abbiamo invitato nessuno, noi non abbiamo bisogno di invitare qualcuno alle nostre iniziative, soprattutto per questa appena trascorsa. Da 76 anni l’ANPI organizza le Celebrazioni del 25 Aprile e MAI ha chiuso le porte a domande di partecipazione da parte di movimenti antifascisti. Chi ha nel cuore sentimenti antifascisti, dovrebbe sentire il DOVERE di essere al fianco dell’ANPI in queste occasioni. E poi, da quali pulpiti arrivano queste odiose prediche? Nella nostra città, gli iscritti a Partiti, Movimenti, Organizzazioni che si proclamano antifasciste, dovrebbero ammontare a diverse centinaia. Vorrei sapere dove vanno a nascondersi il 3 Ottobre e appunto il 25 Aprile visto che a Colle San Marco vedo sempre le stesse poche decine di facce. Vorrei sapere chi, di questi signori ha mai messo piede a Castel di Croce, Montemonaco, Pozza e Umito o il 1 Maggio a Porta Romana o alle lapidi del 12 Settembre a San Filippo, di Adriano Cinelli, di Francesco Ciotti e Fausto Simonetti oppure a quelle delle Vene Rosse, di San Giacomo, di Villa Lempa e Pagliericcio in occasione delle nostre cerimonie per ricordare i nostri morti . Perché in queste occasioni non vi siete mai scandalizzati per non essere stati invitati? Vi siete comportati come dei figli che non vanno alla festa di compleanno del genitore perché questi non li ha invitati, come se ci fosse bisogno di un invito per stare, quel giorno, insieme al proprio padre o alla propria madre!
Toglietemi una curiosità. Non vi capita mai pensare di non essere contenti di appartenere alla sinistra? A me qualche volta capita, quando penso a quanto siamo bravi a dividerci, a prenderci in giro, ad accampare invidie, rancori, antipatie e anteponendo tutto questo a quelli che dovrebbero essere i nostri obbiettivi. Masochismo allo stato puro. In questi giorni, precedenti il 25, ho letto migliaia di volte W I PARTIGIANI, W LA RESISTENZA. Ma sapete cosa ha spinto verso la vittoria queste donne e questi uomini? L’unità, ancora una volta l’unità. Urliamo i loro nomi, giustamente, portiamo i fiori alle targhe delle vie loro intitolate, giustamente. Ma pensate un attimo. Se potessero tornare in vita, solo per un istante e rendersi conto di quello che siamo riusciti a combinare, non pensate che molto probabilmente ci direbbero, con un filo di voce e le lacrime agli occhi: non è servito a niente!?
Mi spiace dire e scrivere queste cose perché io credo e vorrei far parte di una grande famiglia antifascista nella quale questo sentimento sia più forte di qualsiasi appartenenza politica, mettendo da parte, invece, qualsiasi tipo di sentimento negativo. Per questo voglio essere il primo a fare un passo indietro, scusandomi per non aver invitato anche se non abbiamo mai invitato e invitandovi, tutti, alle nostre prossime cerimonie del 1 Maggio a Porta Romana e del 18 Giugno in occasione della celebrazione della liberazione della nostra città.
Un grande abbraccio a tutte e tutti. Nessuno escluso.
Pietro Perini