Si sono svolte nella giornata di ieri molte manifestazioni nella nostra provincia per la FESTA DELLA LIBERAZIONE: A san Benedetto del Tronto, ad Acquasanta Terme ed in altre località. Su tutte vorremmo ricordare la cerimonia svoltasi a SAN MARCO con il discorso di PIETRO PERINI presidente Provinciale che riportiamo integralmente:
Buon giorno, a nome dell’ANPI di Ascoli Piceno porgo il benvenuto a tutti i presenti, alle autorità civili, militari, religiose e a tutte le associazioni combattentistiche.
Buon onomastico a tutti i Marco presenti e Buon compleanno a tutti. Oggi è il compleanno di tutte le italiane e di tutti gli italiani, oggi celebriamo la nostra Libertà e la celebriamo su questo Colle dove i nostri Partigiani sacrificarono la loro vita per la conquista di questo bene prezioso. Il 25 Aprile del 1945 fu un’ondata incontenibile di gioia; Hitler si sarebbe suicidato cinque giorni più tardi, Mussolini sarebbe stato giustiziato dai Partigiani tre giorni dopo mentre cercava vigliaccamente di scappare, Berlino sarebbe caduta il 2 Maggio, ma tutti gli italiani, quel 25 aprile sapevano che la guerra era finita, il nazifascismo era stato sconfitto: la Resistenza aveva vinto!
Chi aveva dato la propria vita lo aveva fatto inseguendo un sogno, quello di vedere la propria Patria libera dalla dittatura fascista rinascere in una Repubblica democratica, quel 25 aprile tutti gli italiani erano convinti che quel sogno si stesse realizzando. Ma è andata veramente così?
Quest’anno il 25 Aprile assume un significato molto particolare.
Oggi a 72 anni dì distanza, stiamo correndo il rischio di rimettere tutto in discussione. Chi pensava che la nostra Libertà fosse un bene acquisito per sempre si sbagliava. Non bastavano mafia, camorra, ndrangheta, corruzione, attentati alla nostra Costituzione, povertà, fame, mancanza di lavoro, rigurgiti nazifascisti, ora siamo tornati a sentire la parola guerra, guerra totale addirittura, il nostro mondo è di nuovo in pericolo, gli insegnamenti della nostra storia sembra non siano serviti, a distanza di 72 anni tornano alla ribalta personaggi che pensano di essere i padroni del pianeta e poco importa se si chiamano Stati Uniti d’America, Russia, Turchia, Corea o Isis, il loro comun denominatore è la guerra, la guerra come unica soluzione dei problemi. Ma, al contrario, questo Pianeta, questa nostra Terra non è loro, essa appartiene a tutti gli esseri che la abitano e che hanno capito che per viverci tutti insieme l’unica maniera è quella di farlo pacificamente e democraticamente. Una scelta diversa da questa significherebbe imboccare, senza possibilità di tornare indietro, lo sciagurato sentiero che ci porterebbe inevitabilmente verso l’autodistruzione. Non è fantascienza, magari lo fosse, è tutta realtà e noi tutti oggi stiamo festeggiando una Libertà che già domani potremmo avere perso. Usiamo dire che la bugia ha le gambe corte, ma la nostra memoria non è da meno se già ci siamo dimenticati degli orrori che questo nostro mondo ha dovuto sopportare, a cominciare dall’Olocausto per finire con Hiroshima. Tendiamo a tornare con i piedi per terra solo quando delle immani sciagure ci coinvolgono direttamente, solo allora torna a farsi vivo il nostro senso di fratellanza, la nostra voglia di pace, di tranquillità e di serenità. Ma anche questi nobili sentimenti piano piano cominciano a scemare e, immancabilmente, ci facciamo risucchiare dalla freneticità di questo mondo che noi stessi abbiamo voluto così. È accaduto con la guerra ed è accaduto con il terremoto.
Ve lo avevo detto, questo di oggi è un 25 Aprile molto particolare.
L’ANPI, al termine di questa cerimonia si recherà ad Arquata del Tronto per stare vicina anche a quei morti, perché se il 25 Aprile rappresenta la rinascita della nostra Italia, vorremmo tanto che rappresenti anche la rinascita di questi nostri luoghi devastati da un terremoto di inaudita violenza, perché c’è più di qualche cosa che ci lega a quei posti, a quella gente, è una sorta di cordone ombelicale che non potrà mai essere reciso: è la Montagna.
La Resistenza dei nostri Partigiani si è sviluppata in quelle valli, da Acquasanta fino a Montemonaco, se si sono salvati, se alla fine hanno vinto lo devono anche alla gente di quelle montagne che li nascosero e sfamarono mettendo a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie. Gli abitanti di quelle valli erano gente di montagna, come lo sono oggi i loro eredi; la gente di montagna è gente buona, abituata a spaccarsi la schiena, ad aiutarsi e ad aiutare, abituata a non chiedere di essere aiutata perché abituata a risolvere anche le situazioni più precarie con le proprie forze. Ma quì siamo di fronte a qualcosa di maledettamente più grande di noi, siamo di fronte ad una tragedia che potrebbe annientare la loro storia, i sacrifici di una vita e allora questa volta l’aiuto verso questa gente deve partire spontaneo, da tutti noi, da tutte le nostre Istituzioni e tutti dobbiamo impegnarci per dare loro tutto l’aiuto possibile e per non deludere le loro speranze, riposte verso una società che si comporti, una volta tanto, proprio come loro, come gente di montagna.
Un impegno teso a garantire che, anche in questa occasione si faccia in modo che i valori della nostra Costituzione, che quest’anno compie 70 anni, vengano finalmente messi in pratica anche in questi luoghi straordinariamente belli e selvaggi del nostro territorio; se non tenessimo ben presente questo aspetto fondamentale, verremo meno al dovere della memoria ma anche ad un dovere di civismo per ciò che riguarda il presente ed il futuro di chi su quelle montagne, come quella gente, ci vive e giustamente pretende che vengano praticati e rispettati valori costituzionali come il lavoro, la casa, la salvaguardia del territorio, la salute.
La strada giusta è già tracciata, basta guardarsi indietro.
In quel 1943 il nemico era uno, era grande, potente, sembrava addirittura invincibile, si chiamava nazifascismo, i nostri Partigiani dimenticarono di essere comunisti, democristiani, monarchici, qualcuno dimenticò persino di essere stato un fascista, e si ricordarono, tutti insieme di essere semplicemente Italiani. Siamo ancora tutti Italiani e su molti di noi si è abbattuta una nuova immane tragedia. Impegniamoci tutti insieme, ancora una volta in questa nuova Resistenza.
Viva la Libertà
Dopo la cerimonia di SAN MARCO una delegazione dell’ANPI si è recata a Pescara del Tronto per rendere omaggio sia ai caduti per la RESISTENZA, che ai morti provocati dai terremoti del 2016, alla presenza del vicesindaco MICHELE FRANCHI