Donghi e Di Cola, vittime innocenti della barbarie nazista

18 Giugno 2021 Lascia un commento »

Il 15 giugno 1944 Giuseppe Donghi era intento al suo lavoro di guardia canale mentre altri civili erano occupati a recuperare della merce rovesciatasi da un furgoncino sulla via Salaria. Passò un sidecar con due tedeschi e, forse pensando si trattasse di partigiani – ma in effetti non lo erano – fermò con le armi spianate quattro di quelle persone tra cui il Donghi e il Di Cola. Dopo aver percorso sulla Salaria diverse centinaia di metri, senza motivo, scaricarono su di loro raffiche di mitra. Due degli sfortunati si salvarono buttandosi a capofitto verso il fiume, Donghi – che era alto e grosso – fu colpito al petto e morì immediatamente. Di Cola invece ferito gravemente, forse alle gambe e all’addome fu sentito gridare di dolore per diverso tempo. Ma nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi, finché non morì anche lui. Questa era la logica dei nazisti in ritirata scomposta verso la Germania: uccidere anche senza alcun motivo.

Per commemorare questa ennesima strage di vittime innocenti, anche quest’anno l’Anpi ha reso onore ai caduti di Favalanciata presso il cippo che li ricorda.
Alla cerimonia erano presenti le rappresentanze del Comuni di Acquasanta Terme e di Arquata del Tronto, con i rispettivi gonfaloni.

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