Lettera aperta a Natalìa Encolpio

15 Ottobre 2012 Lascia un commento »

Gentilissima Signora Encolpio,

premettiamo che quanto segue non vuole alimentare polemiche e tanto meno lo è; diciamo che è una doverosa precisazione che abbiamo anche evitato di fare quando abbiamo letto il Suo commento di domenica 14 ottobre sulle pagine del quotidiano da Lei diretto, relativo alla nostra presa di posizione e alla nostra protesta per l’opera pittorica rappresentante il dittatore Benito Mussolini.

Noi siamo l’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Abbiamo l’onore di rappresentare tutti coloro che hanno combattuto ed hanno sacrificato la loro vita per donarci Libertà e Democrazia. Parliamo di donne, uomini e ragazzi, tutta gente che non ha mai avuto paura: non ha avuto paura di compiere una scelta, non ha avuto paura di morire. Il non avere paura fa parte del nostro DNA, figuriamoci se possiamo avere paura di un dipinto o di ciò che rappresenta. Sicuramente ha avuto paura il soggetto di quest’opera, che in tempi propizi professava “se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi”  e poi non ha trovato di meglio che scappare a bordo di un camion tedesco, indossando la divisa dei nostri invasori.

Questa è Storia. Non possiamo avere paura della Storia perché la Storia di quel tragico periodo ci ha visto tra i protagonisti, dalla parte non solo di coloro che l’hanno scritta ma, soprattutto, dalla parte di coloro che hanno sconfitto il nazifascismo. 

Noi dell’ANPI abbiamo l’obbligo di salvaguardare Libertà, la Democrazia e la Costituzione, che sono i sommi valori conquistati dalla Resistenza. Non ci stancheremo mai di raccontare ai nostri giovani che i Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, militari, civili, comunisti, democristiani, monarchici e in mezzo a loro c’era anche qualche fascista, se la vogliamo dire tutta, ma tutti insieme decisero di fare la stessa scelta: combattere il nazifascismo. Il loro sacrificio è immortalato anche nella cripta del nostro Duomo.  Quella scelta ha portato la nostra Italia a diventare una Repubblica Democratica, questa gente è morta per questo. Democrazia significa anche rispetto delle Istituzioni, in nome di chi ha dato la propria vita perché esistessero. Rispettare le istituzioni, di qualunque colore politico esse siano, fa parte dell’eredità che la Resistenza ci ha lasciato. Continueremo a collaborare con loro in nome di una Resistenza che deve appartenere a tutti gli italiani, certi che il nostro messaggio non potrà cadere nell’indifferenza di chi queste istituzioni rappresenta.

Sabato scorso il Sindaco Castelli ha preferito stare con noi in occasione del nostro Congresso Straordinario, testimoniandoci il suo personale dissenso per quanto accaduto nell’aula magna del ITC, nella quale non si è invece presentato. Pensiamo sia un segnale che ci fa credere ancora di più che la strada che abbiamo intrapreso sia quella giusta e che certe battaglie si possono vincere usando le armi che proprio la Democrazia ci mette a disposizione. 

Non abbiamo paura. Quello che invece ci preoccupa è il continuo riaffiorare del revisionismo e della mistificazione. Non abbiamo paura e non possiamo accettare che vengano ancora esposte immagini del carnefice di tanti italiani, che si sono battuti per la nostra libertà, definendo tali rappresentazioni opere di “liberi pensatori” del ventennio.

Durante il ventennio i veri liberi pensatori venivano mandati al confino.

Non abbiamo mai pensato di radere al suolo l’EUR o Via dei Fori Imperiali e tanto meno Latina e nemmeno di cancellare il fascismo ma bensì di raccontare la sua storia e ciò che ha significato la sua degenerazione e quella dei suoi artefici.

La tela venga esposta in una pinacoteca o in un museo, luogo senz’altro più adatto. Chi vorrà potrà vederla e considerarla per quello che è: un omaggio ad un regime luttuoso.  Noi passandole davanti faremo una cosa molto semplice: chiuderemo gli occhi. 

La salutiamo cordialmente.

ANPI Comitato Provinciale di Ascoli Piceno

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